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Articolo del 5 febbraio 2018 – Erano i tempi del mondiale Italia ’90, quelli del grande Totò Schillaci per intenderci e, a Palermo, oltre al problema del traffico, aleggiava sempre quello dell’emergenza idrica. Come dire che nella nostra amata città le lezioni sono servite a poco. Sempre rimandati a settembre, come a scuola.

Anche a quei tempi il sindaco di Palermo era Leoluca Orlando. Un evento che doveva essere curato nei particolari con un’operazione di “maquillage” per la città. L’emergenza, almeno all’apparenza, era quella dei parcheggi di cui la città era sprovvista. Palermo sarebbe stata “invasa” da migliaia di persone. E la necessità di avere questi spazi era la priorità. Si pensò addirittura di costruirne uno che potesse arrivare fino allo Stadio della Favorita attraverso un tunnel in sotterranea, che avrebbe dovuto percorrere via Libertà. Ma ovviamente l’idea fu subito accantonata.

Ma non si sarebbe mai immaginato che il vero pericolo, da lì a qualche anno, non sarebbe stato quello dei parcheggi, ma quello dell’acqua in una Palermo dove i silos erano diventati simboli e specchio di un’emergenza eterna. Ve li ricordate? Quelle “installazioni” collocate nei quartieri palermitani, dove la gente si metteva in coda per riempire l’acqua. La città era a secco.

Ma ritorniamo ai mondiali. Quell’estate era calda a Palermo. Gran parte della città viveva il dramma del razionamento dell’acqua e in alcune zone la mancanza era totale. Con i rubinetti a secco fu un attimo e le proteste si fecero sentire. Tra blocchi stradali e cassonetti bruciati, proprio quando il mondiale stava prendendo il via. Una vero danno d’immagine per la città.

E adesso, come in una macchina del tempo, la scena di quel “film” si ripropone tra scarica barile, assist trasversali e varie dichiarazioni. Oggi parla anche Giusto Catania, capogruppo di Sinistra Comune, di una “Palermo restata a secco a causa della gestione fallimentare di questi ultimi anni e le disastrose politiche della Regione”. E anche la pentastellata in consiglio comunale, Concetta Amella, che non si spiega come “l’acqua raccolta nelle circa cinquanta dighe presenti in Sicilia ed affidate a Sicilacque, nella stragrande maggioranza dei casi, vengano svuotate in mare, emulando la follia che va in scena nel depuratore di Palermo, ad Acqua dei Corsari, che  getta in mare 500 litri di acqua al secondo”. Di tenore diverso il sindaco Orlando, che chiede, in raccordo con il presidente della Regione Musumeci e del presidente del Consiglio Gentiloni, lo “stato di calamità naturale per Palermo e nella intera Sicilia”.

Tutto, ovviamente, come da copione. Sono passati trent’anni, ma i problemi sono sempre là e quando escono fuori dal cilindro come conigli, non resta che tentare di farli scomparire attraverso una “magia”. Intanto Palermo, che in questi giorni ha vissuto l’avvio ufficiale del conferimento di città italiana “Capitale della cultura 2018”, rimane al palo. Di chi siano le colpe forse è il male minore. La paura, invece, è che lo spettro dei Silos possa ritornare.

(Foto di Franco Lannino Studio Camera)

Pandemia e lockdown non fermano il Comune di Palermo che dà il via ad un bando per le prossime festività natalizie e di fine anno. Sul sito istituzionale del Comune è stato pubblicato un avviso pubblico esplorativo di manifestazione di interesse per la realizzazione di iniziative culturali ed eventi per il Natale e la fine del 2020, nel periodo compreso tra il 18 dicembre 2020 e il 06 Gennaio 2021.
L’avviso mira alla predisposizione di otto graduatorie, una per ciascuna Circoscrizione, di progetti da acquisire e promuovere da parte nei limiti delle disponibilità di bilancio dell’Amministrazione, attraverso la valutazione degli stessi da parte di una Commissione interna.

Le proposte, presentate, pena l’esclusione, dovranno pervenire entro e non oltre le ore 24.00 del 15 novembre 2020 secondo la seguente modalità:
– spedite all’Area della Cultura, Comune di Palermo, esclusivamente a mezzo PEC al seguente indirizzo: settorecultura@cert.comune.palermo.it.

Possono presentare istanza di partecipazione gli operatori culturali, formalmente costituiti da almeno un anno alla data di pubblicazione del presente avviso (enti, istituzioni, associazioni e organismi di promozione culturale in genere) che dimostrino di trovarsi in corso di attività. Ciascuna associazione potrà proporre un solo progetto. I soggetti proponenti dovranno dotarsi autonomamente a propria cura e spese degli adempimenti imposti dalla normativa vigente e dettati dall’emergenza epidemiologica COVID19. Le manifestazioni dovranno avvenire esclusivamente dietro prenotazione obbligatoria che dovrà essere coordinata dal soggetto proponente. Non è consentita alcuna manifestazione che preveda la formula “ingresso libero fino ad esaurimento posti”.

“E’ un momento di grande difficoltà e di grande incertezza per il mondo della cultura – ha dichiarato l’assessore alle Cultura, Mario Zito -. Lo abbiamo detto nei giorni scorsi mostrandoci a fianco degli operatori culturali. Con questo avviso pubblico intendiamo mandare un messaggio di concretezza e di speranza; la concretezza di un impegno che vorremmo potesse proseguire e la speranza di un futuro in cui le difficoltà saranno superate, anche grazie ai sacrifici di questi giorni”.

“La cultura, soprattutto la cultura che i tanti operatori e artisti della nostra città producono con grande vitalità, è uno degli elementi distintivi della nostra comunità – ha detto il sindaco Leoluca Orlando -. Non esiste comunità a Palermo senza i suoi artisti, i suoi teatranti, i suoi musicisti, i suoi colori e i suoi suoni. Per questo abbiamo voluto comunque andare avanti nella pubblicazione di questo avviso, che speriamo possa portare a tante piccole iniziative diffuse, che regalino sorrisi, speranze, sogni ed emozioni in tutti i quartieri della città”.

Adesso non resta di capire quanti saranno i parteciperanno, ma soprattutto quanto è il budget previsto in un periodo di magra per l’amministrazione comunale di Palermo che come si legge nel bando: “ogni singolo progetto che potrà essere finanziato fino ad un importo massimo di cinquemila euro Iva compresa“.

IL BANDO DEL COMUNE DI PALERMO DA SCARICARE

(fonte foto sito siciliainfesta.com)

La Palermo semplice, viva, autentica e profumata è una città che non c’è più. Chi ne ha vissuto i fasti la immagina soltanto nei propri ricordi, come scatti ingialliti di una vecchia polaroid.

Quella della passeggiata alla Marina, delle domeniche in bicicletta tra i vialetti di villa Sperlinga, del giardino Inglese, della Palazzina Cinese, di Villa Giulia con il leone “Ciccio”, delle mitiche sfogliatelle dell’Extra bar di piazza Politeama, dell’immancabile rito dell’Autista al “Pinguino” (clicca qui per leggere un ricordo) e dell’indimenticabile mangiata di polpi a Mondello tra le baracche dei pescatori che, anche se abusive, avevano un fascino unico. Tanto per citare quelli che mi vengono a mente.

Ma nel palcoscenico degli amarcord della nostra cara amata Palermo, c’è anche quella martoriata dai morti ammazzati di mafia degli anni ‘80, che si segnavano tristemente come i giorni sul calendario della “naja” militare. Le immagini di quello “scannamento” che sembrava non finire mai.

E se quel buio di morte e di sangue “mascariava” la bellezza e la storia della capitale di Sicilia a quel tempo, comunque, si respirava un’altra aria. E non il livello di Pm10 (polveri sottili tanto per intenderci) che era già presente, ma  un’aria che malgrado tutto, so bene non riuscirò più a sentire sulla mia pelle.

Una città che si nutriva di se stessa, della propria forza, in un tessuto commerciale ancora solido che ne era ossatura economica e di sviluppo. Oggi, invece, è un susseguirsi di saracinesche abbassate, di magazzini in affitto e di procedure fallimentari con numeri davvero da day after. Per non parlare del degrado e dell’inesistente senso civico dei cittadini, unito ad un’Amministrazione che poco ha fatto tra annunci di task force più o meno “fallite”.

La foto di questo pezzo è sicuramente figlia dell’inciviltà ma anche dell’indifferenza di quella politica che nella propria agenda, dopo anni di governo, avrebbe dovuto mettere al primo punto il decoro. E, invece, niente, perchè in fondo non è una questione di colore politico ma soltanto di scelte, sempre e, comunque, sbagliate. Per essere chiaro nessun amministrazione ha veramente affrontato il problema.

E che dire dei tantissimi cartelli di vendita e di affitto, affissi quasi in ogni condominio. E il mio pensiero va a tutti i nostri genitori che nel boom economico degli anni ‘60 hanno sacrificato la propria vita per costruire l’agognato “tetto”.

E non parlatemi per favore di retorica, di populismo o dell’alibi della crisi, perché proprio dietro la retorica e la crisi si sono consumati i più grandi scempi. La verità è che Palermo è dannatamente vittima di se stessa anche se la si vuole ostinatamente dipingere come la #FelicissimaPalermo.

Di lei rimarrà solo quella foto ingiallita di un’epoca passata che forse, nel bene e nel male, abbiamo avuto la fortuna di vivere. Vediamo e vedremo sì, le migliaia di turisti che la visitano ogni anno ma che, oltre agli scatti della Palermo d’arte, immortaleranno la nostra “munnizza” quasi come “scalpo” da esibire per una città irrimediabilmente “irredimibile”, come in un triste esercizio di parole.

Un assist al sindaco Orlando, quello del gruppo consiliare “Sinistra Comune” di Palermo, con il quale “si esprime soddisfazione per la decisione del primo cittadino di aprire una nuova fase politica per la città,  operando scelte  in modo collegiale e con il coinvolgimento delle forze politiche che lo hanno sostenuto”.
Un chiaro messaggio che, oltre alla condivisione politica sul metodo, ha come obiettivo reale, quello di  sollecitare Orlando per ottenere un ruolo all’interno dell’amministrazione comunale da parte di  Sinistra Comune. Tanto per capirci un posto nella giunta Orlando. Una strategia che, nell’imminente (almeno sembra così) operazione di rimpasto della giunta comunale, vede in pole position Giusto Catania, capogruppo consiliare di Sinistra Comune ed ex assessore alla mobilità di Orlando.
“Siamo certi – dicono i consiglieri consiliari di SC – che ciò avverrà allo scopo di rimettere al centro progettualità per trasformare Palermo. Questo metodo di lavoro dovrà essere valido non solo per il rinnovo dei vertici delle aziende  partecipate, ma anche per la nuova composizione  della giunta“. E proprio su BloggandoSicilia avevamo parlato delle mosse politiche del gruppo consiliare SC, che di fatto aveva rivendicato uno spazio nell’amministrazione attiva del Sindaco.
“Come ribadito, anche, nel corso dell’assemblea pubblica organizzata a maggio continua la notaquesto è un passaggio di fondamentale importanza e va consumato nel più breve tempo possibile. La visione della città e le sue esigenze hanno ben poco a che vedere con la spartizione di poltrone da ‘manuale Cencelli’ che qualcuno vorrebbe pretestuosamente intravedere”. 
E, infine, l’appello al Sindaco: “Confidiamo nella autonomia del primo cittadino e nella sua capacità di guidare la nuova fase  politica. Siamo sicuri che tutte le scelte saranno corrispondenti ai reali bisogni della città e risponderanno a criteri di autorevolezza professionale e ad indubbie qualità politiche”.
Adesso non resta che aspettare, oltre alle nomine dei presidenti delle partecipate, la lista degli assessori e vedere se questo lavoro di “pragmatismo politico” e di lenta cottura, avrà sortito gli esiti aspettati o innescherà altre micce per un’amministrazione che di problemi da risolvere ne ha fin troppi.

“È chiaro che il sindaco Orlando è stato mollato dalla sua stessa maggioranza e, anche oggi, per l’ennesima volta, i lavori d’aula sono stati rinviati per l’assenza del numero legale”. I cinquestelle, al Comune di Palermo, stigmatizzano, dunque, quanto accaduto, all’interno di una situazione politica delicatissima che vede il primo cittadino impegnato al tira e molla per cercare di fare la “quadra” e dare anche il via al rimpasto. Molto probabilmente il malcontento che governa questo stallo infinito, dipende proprio da questo fattore.

“Questa mattina a Sala delle Lapidi i numeri della maggioranza – continuano i grillini per bocca del proprio capogruppo, Ugo Forello – non sono stati in grado di supportare il voto di quello che avrebbe dovuto essere il primo atto di una lunga serie di questioni molto delicate sul tema del bilancio consolidato. È  evidente già da mesi che, la maggioranza di Orlando, non riesce a funzionare. Infatti, oltre alla mancanza dei numeri per garantire lo svolgimento della seduta, va denunciato che l’avvocatura comunale non si è presentata in aula, nonostante fosse attesa, facendo slittare il voto”.

Un’impasse che di fatto sta rallentando il percorso di discussione della delibera cardine della macchina comunale e cioè il bilancio consolidato, che lo stesso Orlando ha definito “strumento essenziale”, (potete leggere l’articolo cliccando qui), per la messa in sicurezza dei conti delle partecipate. E nei prossimi giorni capiremo se questo immobilismo verrà sbloccato dal manuale “Cencelli”, applicabile sempre nelle situazioni più complicate.

“L’amministrazione comunale di Palermo, con colpevole ritardo, prova a correre ai ripari e sopperire alle proprie inefficienze chiedendo aiuto ai cittadini. E’ partito, infatti, un progetto per arruolare volontari per campagne di sensibilizzazione e per la promozione della raccolta differenziata nelle aree del Porta a Porta”. I consiglieri comunali cinquestelle a sala delle Lapidi, Concetta Amella e Antonino Randazzo mettono sotto accusa il Comune di Palermo e il sindaco Orlando in riferimento a quello che definiscono “un quadro allarmante in tema di raccolta differenziata”.

Il consiglieri comunali sostengono che “dal controllo e monitoraggio effettuato da Palermo Ambiente sulla RAP emerge una carenza del servizio di raccolta della differenziata e del coinvolgimento dei cittadini: la frequenza di prelievo dei contenitori stradali della raccolta differenziata è insufficiente e comporta il tracimare dei rifiuti”.ù

“Dati preoccupanti” a loro dire – anche sul “Porta a porta 2”. Parlano, inoltre, di “disservizi per mancati ritiri da parte della RAP che, nell’area Strasburgo, sarebbero addirittura quasi il 30 per cento”.

“Ad una partecipata che fa fatica, si aggiungono le anomalie relative alla non corretta differenziazione dei rifiuti da parte dei cittadini, circa il 40% degli utenti del progetto “Palermo differenzia 2” non effettua una raccolta differenziata di qualità a fronte di controlli e attività di sensibilizzazione e formazione sul territorio praticamente inesistenti”.

E infine, parlano della figura dell’ispettore ambientale, atteso ormai da 5 anni, che il Sindaco si era impegnato ad istituire. Era il dicembre 2013 quando Orlando, sottoscrivendo un protocollo d’intesa per l’avvio del progetto “Palermo differenzia 2”, aveva detto che in “tempi brevi sarebbe stato creato il ruolo di ispettore ambientale con poteri sanzionatori”.

“È l’ora di smetterla con i proclami e con le passerelle”concludono i due consiglieri pentastellati -. “La triste realtà è che Palermo continua a essere una città che non funziona nei suoi servizi essenziali, ma che purtroppo si ritrova un Sindaco che va avanti a forza di propaganda che inganna i cittadini”. E la Rap continua ad essere nel mirino dell’opposizione, proprio nei giorni dove è in discussione, in consiglio comunale, il bilancio consolidato, strumento essenziale, come ribadito dallo stesso Sindaco (potete leggere l’articolo cliccando qui), per la messa in sicurezza dei conti delle partecipate.

Su 85 automezzi che dovrebbero garantire il servizio di raccolta differenziata, 41 sono risultati in avaria come dall’elenco che siamo riusciti ad avere e che potete leggere in basso. Dunque, il 50 per cento dei mezzi è praticamente fermo in officina e da quanto abbiamo appreso gli operai restano in rimessa a non fare niente.

La Rap, dunque, oltre all’emergenza che riguarda le casse dell’azienda, vive quella relativa al parco mezzi che, come potete vedere, non gode di buona salute.

“Durante il turno notturno, quasi la metà degli automezzi che escono dal deposito di Partanna Mondello è costretta a rientrare in sede perché si guasta. Una situazione non più tollerabile, che rischia di provocare disagi ancora maggiori per i palermitani, da troppo tempo costretti a fare i conti pure con un servizio di raccolta davvero pessimo”. A dirlo è la consigliera comunale, Sabrina Figuccia (Udc).

E lei stessa lancia l’allarme anche su ciò che potrebbe accadere nei prossimi giorni a Palermo. “Il concreto pericolo che la tanto decantata raccolta differenziata diventi l’ennesima pagina del libro dei sogni del sindaco Orlando, ma soprattutto che nelle prossime settimane le strade e piazze palermitani tornino a trasformarsi in mega discariche a cielo aperto”.

Una dura denuncia alla quale non si riescono a dare delle risposte, ma con una domanda ricorrente che la Figuccia pone: “Perché tutto questo? Perché automezzi anche nuovi si guastano con una frequenza davvero singolare? Misteri palermitani, ma nel fondo resta una domanda: cui prodest?”.

A questo punto non possiamo che attendere “fiduciosi” che il sindaco Orlando ci “illumini d’immenso”, prima che Palermo si riempia nuovamente di rifiuti, non che non lo sia adesso…ma come si dice, al peggio non c’è mai fine.

 

La cultura siciliana, fatta di tradizioni, folklore, musica e colori, sbarca a Malta. Con la loro “Lapa”, arrivata via mare al porto di Gozo,  i ragazzi del teatro Ditirammu con Elisa Parrinello, con canti e balli di tradizione popolare hanno incantato e conquistato i maltesi. Le ragazze dalle ampie gonne colorate e i lunghi capelli sciolti e i ragazzi con gilet e coppola sul capo, dentro un teatro montato in piazza, con tanto di siparietto, hanno intonato le musiche siciliane e coinvolto gli spettatori. Il progetto nasce nell’ambito del gemellaggio tra Palermo capitale italiana della cultura e Malta capitale europea della cultura 2018.

Italiani, maltesi e turisti provenienti da ogni parte del mondo si sono uniti così in un grande abbraccio danzando e divertendosi insieme. Allo spettacolo ha partecipato anche la cantautrice, scrittrice e poetessa Sara Favarò. Momenti carichi di emozioni che hanno avvicinato le culture di tutto il mondo.

“Il sogno di papà era quello di portare in giro per il mondo i nostri ragazzi, la nostra musica e le nostre tradizioni – ha spiegato Elisa Parrinello ricordando il padre scomparso -. E’ un sogno vedere la Lapa qui a Malta e poter continuare il sogno di nonno Vito”. 

A Malta sono arrivati anche Salvo D’Agati e Gianni Correro rispettivamente presidente e vicepresidente del Club “Amici Italia-Malta“,  il presidente di Federteatri Francesco Giacalone,  il presidente regionale della Fita (Federazione Italiana Teatro Amatoriale), Antonella Messina, alcune associazioni che operano nel territorio palermitano come “Tutti insieme”, presieduta da Rossella Valenza e alcuni rappresentanti delle istituzioni del Comune di Palermo.

La delegazione palermitana è stata ricevuta anche dal segretario parlamentare per la protezione dei consumatori de La Valletta, Deo Debattista che farà visita alla città di Palermo il mese prossimo.

La “prima” dello spettacolo si è tenuta nell’isola di Gozo. Maltesi e sicilianiorgogliosi della loro storia e della loro cultura, hanno in comune le profonde tracce lasciate sulle isole dalla dominazione arabo-normanna. Prova ne è la lingua maltese dove si ritrovano parole di origine inglese, italiana e francese, oltre che arabe. Ogni singolo particolare racconta una storia, come i villaggi Balzan e Lia e Mdina, l’antica capitale di Malta, conosciuta anche come la “Città Vecchia” o la “Città Silenziosa”.

Quello della valorizzazione del proprio patrimonio artistico è l’obiettivo che ha spinto Malta, Stato indipendente dal 1974, oggi repubblica parlamentare, a stringere il gemellaggio con Palermo. E anche il capoluogo siciliano sta portando avanti scambi culturali con l’isola di Malta, per cercare di promuovere il turismo, sviluppare l’economia e le tradizioni della città.

Un’altra tegola si potrebbe abbattere sull’amministrazione comunale di Palermo, già “impegnata” ad uscire fuori dal guado del caos rifiuti in città. Domani, in consiglio comunale, si parlerà del fondo efficienza dei servizi dei vigili urbani di Palermo. Quel premio di produttività per le attività della polizia municipale svolte prevalentemente per strada. All’appello mancherebbero 20 milioni di euro e il 10 maggio prossimo si terrà la prima udienza in tribunale del contenzioso avviato contro il Comune. E sarà anche la prima grossa grana per il nuovo comandante dei vigili urbani, Gabriele Marchese, che sarà presente in aula per tentare di spiegare che cosa sia successo.

Lo stesso ragioniere generale di Palazzo delle Aquile, Bohuslav Basile, ha parlato di certificazioni contro legge nel corso della riunione della sesta e settimana commissione consiliare. Come confermato dai consiglieri Igor Gelarda (M5s) e Sabrina Figuccia (Udc).

“Le risposte ai quesiti da noi posti al ragioniere Basile – affermano i due consiglieri – sono andate purtroppo nella direzione da noi temuta. Adesso abbiamo la conferma che  il documento firmato nel 2015, quando il vicesindaco era Arcuri e la ragioneria generale guidata dalla dottoressa Agnello, relativo al pagamento del fondo efficienza servizi della polizia municipale, sembra non rispettare le norme previste dalla legge”.

Una situazione complicata alla quale si aggiunge l’evidente beffa per il corpo dei vigili urbani che da anni aspetta l’erogazione di queste somme. “La stessa amministrazione comunale – aggiungono i due esponenti a Sala delle Lapidi – si rende conto che qualcosa di strano è accaduto in passato, e a pagarne le conseguenze sono gli uomini della municipale”.

E il ragioniere Basile è stato sollecitato ad approfondire “queste anomalie e verificare, chiedendo anche il confronto con la documentazione in possesso della Regione, se ci sono state delle mancanze e quanto siano state gravi”.

Il consiglieri parlano anche di “andare avanti nelle sedi opportune, per capire chi ha sbagliato in questa vicenda. Questa è solo la punta di un iceberg di una polizia municipale che viene considerata, da questa amministrazione comunale, assolutamente in sottordine e per nulla valorizzata come dovrebbe. E neanche pagata”. Uno scontro, dunque, che si preannuncia durissimo in aula e che, sicuramente, non sarà il primo perchè a Palermo non ci facciamo mancare nulla.

Dopo il duro attacco, avvenuto nei giorni scorsi in consiglio comunale, da parte del capogruppo del movimento cinquestelle, Ugo Forello, sul paventato fallimento della Rap, di cui avevamo parlato su BloggandoSicilia e di altri consiglieri di opposizione, adesso la consigliera del gruppo pentasellato, Concetta Amella, si spinge oltre chiedendo le dimissioni del Sindaco.

“Orlando non ha più alibi – afferma l’esponente del M5S a Sala delle Lapidi -. Si impegni per rendere la gestione dei rifiuti a Palermo all’altezza della città capitale dalla cultura e proceda quanto prima alla nomina del consiglio di amministrazione della Rap, alla creazione dei centri comunali di raccolta e all’estensione della raccolta differenziata a tutta la città”. 

“Se non ne è capace – aggiunge Amellaprenda atto del fallimento di questa amministrazione e responsabilmente rassegni le proprie dimissioni“. Una presa di posizione netta della consigliera che, sentita telefonicamente dal nostro giornale, ha dichiarato “essere una richiesta doverosa, almeno da parte mia”.

La vicenda del caos rifiuti in città è scoppiata a causa del guasto avvenuto nel Tmb di Bellolampo, che ha mandato in tilt tutto il sistema di conferimento e la conseguente situazione, per le strade di Palermo, dei cassonetti stracolmi di immondizia. Anche se non possiamo certamente negare che, nella realtà dei fatti, è da tempo che esiste un altro problema: lo scontro ad armi affilate tra il Comune di Palermo e il Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti.

Infatti, proprio con una nota di due pagine (che potete leggere sotto) a firma del direttore generale del dipartimento, Salvatore Cocina, di cui BloggandoSicilia è riuscito ad entrare in possesso, si parla di gravi inadempienze da parte di Comune e Rap nella gestione della “macchina” dei rifiuti, chiedendo, addirittura, l’intervento della procura della repubblica e della corte dei conti, per indagare su eventuali danni derivanti dal ritardato avvio della raccolta differenziata. Nè più nè meno un atto di accusa contro Orlando e l’operato della sua giunta.

Ma si parla di disfunzioni e ritardi di Comune e Rap anche in relazione a possibili estremi di violazione del codice dell’ambiente. E si punta anche il dito sul “flop” della raccolta differenziata parlando di “un dato del 13 per cento che si attesta molto inferiore ai dati nazionali del 35 per cento”.

E proprio ieri la Rap, attraverso il suo ufficio stampa, aveva inviato una nota con la quale spiegava che “si sta lavorando a pieni ritmi per il recupero di quegli itinerari di cassonetti che hanno sofferto della criticità ed è stato prontamente riparato anche il piccolo tritovagliatore mobile autorizzato che aveva subito, anch’esso a causa dello scorretto conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini, un danneggiamento. L’impianto mobile è già pienamente operativo ma lo stesso tratta non più di 600 tonnellate giornaliere di rifiuti, contro circa 850/900 quotidiani”.

Intanto il sindaco Orlando, sulle pagine dell’edizione web di Repubblica Palermo, aveva parlato di “guasti anomali a Bellolampo” e fatto sapere che “chiederà indagini approfondite, anche per verificare se non siano colpa del sovraccarico imposto dalla Regione”. Il riferimento alla nota del dipartimento, in cui si parla di responsabilità del primo cittadino e dell’azienda piazzetta Cairoli, non si presta a fraintendimenti.

Quindi la “guerra dei roses” continua, anche se Orlando non ha alcuna intenzione di fare il “capro espiatorio”, malgrado la realtà sia sotto gli occhi di tutti. E sarà difficile, adesso per il professore, trovare una via d’uscita ad un problema che, sebbene sia storico per la nostra città, come quello del “traffico”, è figlio di scelte sbagliate, ma soprattutto di scelte tampone e mai coraggiose come quelle dei termovalorizzatori, che invece esistono nelle città europee, ma non possono essere costruiti nella capitale italiana della cultura.

Qui tutto deve rimanere immobile e la “munnizza” diventare “patrimonio” assoluto della nostra città che di europeo ha soltanto la connotazione geografica. Perchè questo ci meritiamo, al di là di ogni ragionevole dubbio.