E’ un quadro drammatico quello che emerge da uno studio condotto da Legge3.it, organizzazione fondata da Gianmario Bertollo e Maria Sole Pavan. Nel corso dell’evento, che si è svolto a Roma in occasione della terza edizione del Forum Nazionale sul Sovraindebitamento organizzato da Liberi dal Debitol’Associazione no profit presieduta da Jimmy Greselin, è stato presentato il Rapporto annuale sul sovraindebitamento in Italia, che mostra una crescente difficoltà economica nel nostro paese.

Le famiglie italiane sono sempre più povere: 1 su 10 non riesce a fronteggiare gli imprevisti, single e famiglie numerose i più colpiti. Aumenta, dunque la povertà assoluta, che riguarda l’8,5% delle famiglie italiane, mentre il 13% arriva a fine mese con difficoltà. Più di 1 famiglia su 10 (10,4%) non riesce a far fronte alle spese impreviste. Ad essere maggiormente penalizzati sono i nuclei composti da 5 o più persone (13,4%) e i chi abita da solo (13,5%).

Il 2023 conferma il dato drammatico della percentuale di famiglie che non può permettersi di beneficiare di alcuni servizi e beni che non dovrebbero essere considerati un lusso: il 9% delle famiglie non può permettersi di mangiare carne o pesce ogni 2 giorni; che il 10% non può riscaldare adeguatamene la casa1 famiglia su 3 non può concedersi una settimana di ferie all’anno.

Molte ancora le persone (privati o imprenditori) che si trovano in situazioni di sovraindebitamento e decidono di accedere alle procedure offerte dalla legge. Lo scorso anno sono state gestite dagli OCC – organismo di composizione della crisi, in totale 10.432 istanze di cui 2.648 relative agli anni precedenti. Delle pratiche in lavorazione, il 55% riguarda liquidazioni controllate (esclusi incapienti), il 34% la ristrutturazione dei debiti del consumatore, e l’11% concordato minore. Si tratta, però, di dati che presentano delle sostanziali differenze dal nord al sud della penisola. Se al nord la liquidazione controllata rappresenta oltre 2 pratiche su 3, e circa la metà di quelle presentate nelle regioni del centro Italia, nel Meridione e nelle isole oltre la metà delle istanze riguarda la ristrutturazione dei debiti del consumatore. Invece sono state 7.748 le pratiche nel 2023 per sovraindebitamento, con il 55% che sceglie la liquidazione controllata.

Gianmario Bertollo, fondatore di “Legge3.it”

Liberi dal Debito e Legge3.it hanno sempre incoraggiato una gestione più efficiente e veloce delle pratiche di sovraindebitamento, orientando i debitori verso la liquidazione controllata, che ha un tasso di successo medio del 66%, a differenza di altre procedure con tassi di insuccesso elevati e che risultano meno vantaggiose. Tuttavia, nonostante alcuni progressi, la situazione non è ancora del tutto soddisfacente – spiega Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it molti gestori continuano a insistere su concordati e ristrutturazioni del debito, soprattutto nel Sud Italia, aumentando il rischio di insuccesso. Questa ostinazione verso pratiche destinate a fallire resta incomprensibile. Oggi il debitore che si rivolge direttamente all’OCC ha un’altissima probabilità di vedersi indirizzare in una procedura sbagliata e quand’anche scegliesse la procedura più adatta un’altrettanta alta probabilità di non ottenere l’omologa o l’apertura del procedimento”.

Il Report, infatti, sottolinea che dopo 10 anni, su 100 pratiche affidate agli OCC il 50% viene abbandonato prima della nomina del gestore, e di quelle che arrivano in Tribunale, 3 su 4 vengono rigettate.

Jimmy Greselin, Presidente di “Liberi dal debito”

Molti gestori preferiscono procedure alternative alla liquidazione – afferma Jimmy Greselin, Presidente di Liberi dal debito – per aumentare la percentuale di debito rimborsato. Questa scelta potrebbe essere valida se il numero di pratiche approvate fosse superiore, ma in realtà la maggior parte di queste procedure fallisce. Così, aumentare i rimborsi perdendo il 60% delle pratiche, lasciando il debitore in una situazione di insolvenza permanente, risulta insensato. Nella liquidazione la media rimborsata sul debito iniziale si attesta sul 27% e la percentuale di soddisfazione dei chirografari è del 15%, confermando sempre e comunque la miopia degli OCC che insistono a non preferirla alle altre soluzioni”.

Un ulteriore fardello che affligge chi è affetto da sovraindebitamento e si rivolge ad un professionista per uscire da quel tunnel buio, è proprio la lentezza del procedimento. I tempi di lavorazione nel 2023 sono stati in media poco più di 450 giorni. Troppo, se si considera che per la conclusione di una pratica si devono attendere circa un anno e 3 mesi.

(fonte foto avvenire.it)

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