Category

Politica

Category

Era tutto già scritto sin da quando la coppia Calenda-Renzi aveva deciso di convogliare a nozze “combinate”. Perchè di questo si è trattato. Un’operazione esclusivamente renziana, che serviva all’uomo di Rignano per poter sedere nuovamente in parlamento e avere facile manovra alle sue alchimie politico-economiche.

“L’unico problema oggi, per la costruzione del partito unico dei liberal-democratici, è che Renzi non vuole prendere l’impegno a sciogliere Italia Viva e a finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali”. E’ quanto racconta un dirigente di Azione all’agenzia Ansa, commentando i retroscena apparsi sui giornali in questi giorni e definendo “inaccettabili i tatticismi durati mesi dell’ex premier”.

“La pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana – continua la fonte – si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”. Matteo Renzi ha sostituito a sorpresa Rosato alla guida del partito, per controllarne direttamente i soldi e la struttura. In questo modo ha delegittimato anche il comitato politico della federazione del Terzo Polo dove oggi non siede nessun rappresentante di IV in grado di prendere impegni. Calenda ritiene inaccettabile questo atteggiamento in quanto contrario agli impegni presi con gli elettori. Dopo mesi di tatticismi da parte di Renzi sul partito unico e le sue assenze dalle attività del Terzo Polo per occuparsi di affari privati, a cui da ultimo si è aggiunto Il Riformista, la pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana – conclude la fonte – si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”.

La replica dei renziani non si è fatta attendere. “Non c’è nessun tatticismo di Italia Viva. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime” così in una nota Alessia Cappello e Ciro Buonajuto, portavoce nazionali di Italia Viva. “Ci sono le date già fissate, ci sono le regole decise da Calenda comprese quelle sul tesseramento, ci sono i gruppi di lavoro con i nomi già decisi, c’è il comitato politico. Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi”.

“Leggo polemiche dentro il Terzo Polo. Mi dispiace. Abbiamo scelto di fare un partito unico e abbiamo già definito le date. Noi non cambiamo idea e lavoriamo in questa direzione”, scrive su Twitter Maria Elena Boschi.

Dichiarazioni di facciata che celano, invece, un big bang all’interno del Terzo Polo ma soprattutto per una partita che vedrebbe in vantaggio al congresso i renziani. E se poi mettiamo sul tappeto verde la variabile impazzita di Forza Italia legata alla salute del suo fondatore, Silvio Berlusconi, tutto diventa ancora più complicato. Il rischio di una scissione nel dopo Berlusconi è data per cosa certa. E, infine, con la Meloni che arretrando nei sondaggi, sarebbe costretta a ricevere assist da Renzi, che da bravo “affarista” le darebbe volentieri un aiutino in cambio magari di qualche nomina.

Ma c’è anche e non di meno conto, l’aspetto economico. Infatti nel pomeriggio il leader di Azione incontrerà i suoi e alle 21.30 toccherà al senatore di Italia viva. Il 2 per mille di Iv vale due milioni di euro, se ci fosse lo strappo i parlamentari dei due partiti del Terzo polo finirebbero nel Misto. E non è escluso che questa vicenda finisca a “tarallucci e vino”.

(fonte Ansa – Huffpost)

E’ un appello forte quello lanciato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento al primo Festival delle Regioni e delle Province Autonome, che si è tenuto a Palazzo Lombardia a Milano.

“I massicci finanziamenti erogati dalla Commissione europea sono destinati precisamente ad accelerare l’infrastrutturazione del Paese colmando i divari che prima ho ricordato, a partire da quello tra il Nord e il Meridione. Si registra un’ampia condivisione in ordine alla necessità di completare il programma di riforme e, per quanto riguarda gli investimenti, di considerare una priorità assoluta gli obiettivi individuati nel Piano per far crescere l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’uguaglianza. Dinanzi a sfide di questa portata è richiesto l’impegno convergente delle istituzioni e di tutte le forze politiche e sociali”.

“Un impegno – ha aggiunto Mattarella – che abbiamo assunto in sede europea e che va, ovviamente, onorato. Opportunamente il Presidente Fedriga ha definito il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ‘un momento straordinario di potenziale sviluppo del nostro Paese’. E va apprezzata la disponibilità della Conferenza a contribuire all’attuazione del Piano favorendo l’integrazione di tutte le politiche pubbliche e uno sviluppo omogeneo dei territori. La leale collaborazione e la disponibilità al dialogo, al confronto e alla collaborazione che le Regioni manifestano meritano di essere fatte proprie da tutti nell’interesse dell’Italia”.

Un messaggio più che subliminale che ha come destinatario il governo Meloni e in particolare gli ultimi provvedimenti attuati, anche in riferimento al piano di resilienza, che da retroscena interni non sono andati giù al Capo dello stato. Per non parlare della bocciatura in toto della prima manovra finanziaria da parte della Corte dei conti che da Banca d’Italia. E l’insoddisfazione dei sindacati e di Confindustria. Parte, dunque, tutta il salita la “scalata” della Meloni, che tra le altre cose negli ultimi sondaggi sembra aver arrestato la spinta dovuta alle tante promesse elettorali. Perchè una cosa è sciorinare le pagine dei libri dei sogni, un’altra è riuscire a riempirne le pagine.

(Fonte video agenzia vista)

E’ un durissimo attacco quello del leader dei cinquestelle, Giuseppe Conte, contro la premier Giorgia Meloni. Il contendere è il famigerato reddito di cittadinanza che la stessa Meloni ha detto voler cancellare per rimodularlo.

“Con questa manovra di bilancio – ha detto Conte in un video sul suo profilo facebook – il Governo Meloni vuole togliere tutto a oltre 600mila cittadini nel 2023: fanno cassa su chi non arriva a fine mese. Non sono numeri su una calcolatrice, sono persone e famiglie. Domani da Napoli parte una serie di incontri nelle città da Nord a Sud per conoscere le loro storie: tutti devono conoscere questa realtà. A chiunque può capitare di trovarsi in difficoltà, lo Stato non può voltare le spalle”. 

Fratelli d’Italia si conferma ancora primo partito italiano con il 28% (con una crescita di 2 punti percentuali rispetto al voto del 25 settembre 2022). Seguono il Movimento 5 Stelle al 18% (+2.6%) e il Pd al 17% (-2.1%), poi la Lega con il 10% (+1.2%). Quindi con lo stesso valore, nella quinta posizione, all’8% Forza Italia (-0.1%) e Azione-Italia Viva (+0.2%). Seguono i Verdi al 3.5% (-0.1%), +Europa al 2% (-0.8%) e infine Noi Moderati all’1.5% (+0.6%). Per quanto riguarda le coalizioni, il Centrodestra raggiunge il 47.5% (+3.7%), mentre il Centrosinistra si ferma al 22.5% (-3.6%).

E’ quanto emerge dal sondaggio commissionato dalla trasmissione “Porta a Porta” all’istituto demoscopico Noto. Un trend che mette in evidenza come il partito della Meloni sia saldamente in sella, non sfondando però ancora il tetto del 30 per cento. E il movimento cinque stelle che lo tallona con un gap di 10 punti. Mentre il Pd crolla, la Lega riprende fiato e l’accoppiata Calenda-Renzi aumenta leggermente i consenso. Scende anche Forza Italia e tutta l’area di centrosinistra.

Invece dal versante gradimento, l’Emg pubblica un sondaggio per il programma di Rai3 Agorà che vede ancora Mario Draghi come leader politico più gradito dagli italiani. Secondo la rilevazione, infatti, l’ex presidente del consiglio mantiene intatto il gradimento di fiducia al 54%, mentre l’attuale premier Giorgia Meloni guadagna un punto in una settimana salendo al 47 per cento.

Al 40%, stabile rispetto al sondaggio precedente, c’è il governatore del Veneto Luca Zaia, seguito al 35 per cento dal leader del M5S Giuseppe Conte, che perde un punto. Guadagna due punti, invece, il leader della Lega Matteo Salvini, ora accreditato al 33 per cento, seguito dal governatore dell’Emilia-Romagna nonché aspirante segretario del Pd Stefano Bonaccini, che si trova al 32%.

Berlusconi ottiene il 29 per cento del gradimento degli italiani, Calenda il 23%, Letta in calo di un punto, il 20 per cento, mentre chiude la classifica il leader di Italia Viva Matteo Renzi con il 20 per cento dei consensi.

(fonte Adnkronos e Tpi – foto © Combo/AGF)

Una svolta nel caso che ha visto, nei giorni scorsi, al centro delle polemiche il deputato Aboubakar Soumahoro, eletto con l’alleanza Verdi-Sinistra e le attività della cooperativa Karibu, riconducibili ai suoi familiari che adesso è stata messa in liquidazione.

“Gli ispettori hanno trovato i locali chiusi al primo tentativo di accesso, a seguito di diffida hanno avuto finalmente accesso e hanno acquisito la documentazione rilevante della cooperativa” ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, nel corso il question time alla Camera. “Si è conclusa ieri l’istruttoria con la proposta di messa in liquidazione coatta amministrativa per eccessivo indebitamento. Mi appresto dunque a nominare i commissari liquidatori”.

Per quanto riguarda la cooperativa Aid, gli ispettori del ministero “hanno riscontrato irregolarità non sanabili” e ne hanno “proposto lo scioglimento”, ha aggiunto Urso.

L’Alleanza Verdi-Sinistra Italiana continua a difendere il suo deputato. “Non abbiamo preso abbagli né siamo vittima di una persecuzione. Gli elementi che avevamo a disposizione non facevano pensare che ci fossero questi elementi. Stiamo parlando di una persona non indagata, ci sono tentativi di costruire una narrazione contro i migranti e su questo ci faremo sentire” ha detto il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, incontrando i giornalisti fuori Montecitorio. 

Il caso Aboubakar Soumahoro scoppia a metà novembre, circa un mese dopo il suo ingresso in Parlamento e la sua presenza a Catania per difendere lo sbarco di migranti dalla Ocean Viking.

La procura di Latina apre un fascicolo su due coop, Karibou e Consorzio Aid, la prima gestita dalla suocera, Maria Terese Mukamitsibdo, e l’altra dalla moglie del deputato, Liliane Murakatete. L’indagine è in linguaggio tecnico a modello 45, non ci sono cioè né persone iscritte nel registro degli indagati né ipotesi di reato contestate. È semplicemente in una fase di acquisizione di informazioni.

Tutto parte dalla segnalazione di un sindacato, Uiltcs, per stipendi non pagati a 26 dipendenti delle coop anche per 2 anni e dopo che alcuni minorenni hanno messo a verbale di essere stati maltrattati e privati di acqua e luce nelle strutture delle due cooperative pontine.

Un lavoratore sostiene anche che gli è stato chiesto loro di produrre fatture false per essere pagato. Dichiarazioni vengono acquisite dagli inquirenti (con i pm lavorano i carabinieri), ma anche documenti, screenshot di chat tra dipendenti e vertici delle due cooperative. E anche il materiale prodotto dalle inchieste giornalistiche ha buone probabilità di finire sotto la lente di ingrandimento della magistratura.

E poi ci sono i documenti trovati in 8 sacchi della spazzatura abbandonati nei cassonetti di Sezze, la cittadina laziale in cui ha sede la cooperativa Karibou guidata da Maria Terese Mukamitsibdo, suocera del deputato e presidente del Cda che ha nel board Liliane Murakatete moglie di Aboubakar Soumahoro. Le due coop fanno sapere ai media che i pagamenti non sono solo stati effettuati perché non era arrivato il denaro di appalti, attraverso la prefettura di Latina, da Regione Lazio e dai Comune di Latina e Roccagorga.

Aboubakar Soumahoro e la moglie Liliane Murakatete

A Repubblica moglie e suocera si difendono imputando il mancato pagamento al fatto che non è stato ancora versato dagli enti locali quanto dovuto per progetti e che lui è estraneo alla gestione delle cooperative e non al corrente di ciò che vi accade.

Circa 400.000 euro i debiti retributivi e contributivi delle due cooperative impegnate in progetti contro il caporalato lo sfruttamento organizzati dallo Sprar, Regione Lazio e e altri enti, ma anche a fornire mediatori linguistici e sanitari per l’accoglienza e l’integrazione, secondo Uiltucs.

Karibou secondo indagini de ‘Il fatto quotidiano’ a bilancio a fine 2021 aveva debiti totali per 2,26 milioni di euro, e incassi azzerati rispetto al 2020 chiuso con 2,5 milioni di euro. Consorzio Aid invece ha ricavi per 716.000 euro, una perdita di 65.000 euro e debiti totali per 260.000 euro.

Aboubakar Soumahoro in un post social con video lo ripete: “Non c’entro niente con tutto questo. Non sono né indagato né coinvolto in nessuna indagine dell’Arma dei carabinieri di cui ho sempre avuto e avrò fiducia”.

(fonte agi e foto ansa e messaggero)

Una vera e propria marcia indietro del governo Meloni che, nell’ultima manovra finanziaria, aveva tolto le sanzioni per i commercianti così da non poter avere nessun obbligo ad accettare pagamenti digitali sotto i 60 euro e, dunque, non essere sanzionati. Ma adesso la tirata d’orecchie della commissione europea che ha fatto sentire la propria voce per un provvedimento che di fatto avrebbe obbligato qualsiasi commerciante, a negare la transazione per un caffè o per una piccola spesa. Quindi i cittadini, che nella maggior parte pagano attraverso le carte elettroniche, avrebbero dovuto munirsi di contante per pagare fino a 60 euro.

Un ritorno indietro dopo che l’ex premier Draghi, cancellando qualsiasi tetto alle transazioni, aveva lanciato “l’Opa” nel 2021: “Multe agli esercenti che rifiutano transazioni via Pos”.

“Sul tema delle soglie al di sotto delle quali gli esercizi commerciali non sono tenuti ad accettare pagamenti con carte di pagamento – spiegano da Palazzo Chigi – sono in corso interlocuzioni con la Commissione europea dei cui esiti si terrà conto nel prosieguo dell’iter della legge di bilancio”.

Anche il Codacons aveva mostrato contrarietà al provvedimento: “un colpo di spugna che cancella di netto otto anni di battaglie in favore dei consumatori. Una presa in giro per tutti i clienti che saranno costretti, se vogliono effettuare acquisti e pagamenti, a ricorrere al contante”.

Dunque, un boomerang mediatico per il premier Meloni che adesso dovrà trovare una mediazione, per spegnere sul nascere polemiche che potrebbero ancora di più creare possibili diffidi e fratture con i partner europei. Macron docet…

(foto fonte money.it)

Continua lo scontro tra il governo francese e quello italiano sul tema dei migranti. Ancora una volta l’Eliseo attacca la premier Meloni parlando di “un brutto gesto” da parte di Roma sul caso dei migranti della Ocean Viking, e aggiunge comunque che “l’importante è continuare la cooperazione e non fermarsi qui. Le persone sbarcate a Tolone saranno detratte dal numero che accogliamo quest’anno nell’ambito del meccanismo di solidarietà con l’Italia”.

Sui 234 naufraghi sbarcati a Tolone dalla Ocean Viking, 123 sono oggetto di un “rifiuto d’ingresso” in Francia, afferma il ministero dell’Interno di Parigi.

“Credo che abbiamo mediato bene perché qui Italia e Francia hanno avuto un buon contatto fra di loro”, ha intanto detto la ministra dell’interno tedesca Nancy Faeser, in conferenza stampa a Eltville, alla fine del G7, rispondendo a una domanda sul confronto fra Francia e Italia.

Tutto ciò all’indomani del recente summit del G20 di Bali in cui la premier italiana aveva glissato affermando che “con il Presidente francese non ci è stato modo per approfondire le vicende che ci riguardano, ma non abbiamo bisogno di arrivare a Bali per parlare di questo, ci siamo concentrati su altro”. Questo la dice lunga su quanto siano ormai incrinati i rapporti con Macron, che non ha avuto alcun colloquio con la Meloni.

L’incontro tra la Meloni e Macron prima “dell’incidente” diplomatico sui migranti

“Il sogno migratorio dei giovani dall’Africa deve essere gestito da noi e dai Paesi da cui provengono, non dai trafficanti”, ha detto, parlando della questione migranti, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Napoli.

“L’Italia ha fatto tornare la giusta attenzione degli organismi d’Europa sul tema. Il piano ruota sulla convinzione che serve ogni azione di fermezza per respingere i traffici illegali nel Mediterraneo, una via su cui siamo d’accordo tutti anche alla luce della indagine della magistratura a Caltanissetta su cosa ruota attorno al traffico di uomini in arrivo dal Nordafrica. La fermezza che vogliamo opporre e mantenere – ha concluso il ministro dell’Interno italiano – deve essere compensata con canali di flussi di ingresso legali e da un corridoio umanitario che noi siamo gli unici che già facciamo in Europa”.

(Fonti: ansa.it, triesteallnews.it e open.online.it)

E’ scontro tra il vicesindaco di Palermo, Carolina Varchi (Fdi) e il segretario generale del Comune, Raimondo Liotta. Infatti, su proposta dalle minoranze in consiglio comunale, il segretario generale del capoluogo siciliano, aveva invitato gli uffici ad adeguare il lessico alle ragioni di genere.

Adesso, invece, Carolina Varchi (FdI) ha trasmesso agli uffici comunali una nota in merito alla questione, lamentando di essere stata “emarginata” rispetto alle decisioni e di nutrire “disinteresse per la modifica della desinenza così come proposta”.

“Si ritiene, infatti, – continua l’esponente di Fratelli d’Italia – che iniziative simili distolgano l’attenzione da un’autentica difesa di diritti e prerogative delle donne che certamente non sono riconducibili all’utilizzo di una vocale in luogo di un’altra ma che richiedono interventi incisivi in materia di sostegno al lavoro femminile, alla parità salariale, alla famiglia (anche mediante l’erogazione di servizi per l’infanzia), al contrasto di ogni violenza di genere, solo per citarne alcuni in un elenco che non ha pretesa di esaustività ma di sola esemplificazione”.
“Soltanto se e quando ogni battaglia per l’affermazione completa e compiuta delle pari opportunità sarà vinta, si potrà tornare a dibattere su questioni squisitamente lessicali – aggiunge la Varchi – che nulla tolgono e nulla aggiungono all’affermazione dei diritti delle donne. Chiedo, pertanto, con riferimento alle funzioni ricoperte pro tempore dalla scrivente, che si continui ad utilizzare la locuzione “il Vicesindaco” e “l’Assessore”, diversamente non sarà sottoscritto alcun atto”. 

(fonte Ansa e l’Opinione di Sicilia)

Una Giorgia Meloni appena 19enne esaltava le doti politiche di Benito Mussolini. Era il 1996 e in Italia, due alleanze concorrevano alle elezioni del 21 aprile. La destra con il partito di Silvio Berlusconi, Forza Italia, Alleanza Nazionale e il CDD. La sinistra con il partito di Romano Prodi, il PDS, il PPI e le varie sinistre (coalizione dell’Ulivo). 

In un servizio del telegiornale francese Soir 3, Giorgia Meloni viene descritta come una militante molto attiva di Alleanza Nazionale che riprende idee neofasciste. Nell’intervista in francese, la Meloni spiega che Mussolini è stato un buon politico per l’Italia, un’idea (secondo la tv francese) condivisa dal 61% dei militanti di Alleanza Nazionale e da quella di sua madre, Anna Paratore, ex militante del partito fascista MSI e poi di Alleanza Nazionale.

IL VIDEO

(fonte twitter pagina: abolizione del suffragio universale)

“Una panchina per dire no alla violenza di genere” è lo slogan dell’evento che si è svolto oggi a villa Sperlinga, a Palermo, durante il quale è stata installata una panchina colorata di rosso come simbolo contro il femminicidio e in generale per testimoniare l’esigenza di affrontare con fermezza e determinazione il fenomeno della violenza sulle donne.

A organizzare l’iniziativa è stato il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Roberta Schillaci, che è anche componente della commissione Cultura dell’Ars.

“La panchina, posta all’interno di uno spazio pubblico accessibile a tutti i cittadini – dice Schillaci -, diventerà così l’emblema della lotta contro ogni forma di sopruso e discriminazione nei confronti delle donne. Siamo davanti a una emergenza sociale, è un problema culturale, occorre fare tanta prevenzione e formazione – aggiunge – in questo senso fondamentali sono i i centri antiviolenza sul territorio che possono captare i bisogni delle donne. Ma – ricorda Schillaci – nella violenza di genere sono compresi anche gli uomini che possono essere anche loro oggetto di violenza da parte delle donne”.

Alla manifestazione erano presenti la senatrice Cinzia Leone, vice presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio e il procuratore aggiunto di Palermo, Annamaria Picozzi, componente della stessa commissione parlamentare, Paola Ganguzza, professore associato di ecologia marina dell’Università e vicepresidente dell’associazione “Donne di mare”, e Hassain Arif, presidente dell’organizzazione umanitaria internazionale “Life and Life”.