Il messaggio è più che subliminale. E’ la certezza matematica con la quale Grillo ha deciso di spezzare il cordone ombelicale con la Casaleggio associati. Una decisione che non nasce oggi, ma probabilmente accelerata dalla scomparsa del guru maximo Gianroberto, che assieme a lui aveva dato forma al movimento cinquestelle.

L’ex comico genovese ha studiato bene il percorso, le parole e il contenitore attraverso il quale sganciarsi da ogni impegno “politico” dicendo, sue testuali parole: “voglio iniziare un’avventura straordinaria e di liberazione, fatta di sogni e visioni in cerca di folli e artisti”.

Quindi un nuovo blog nel quale il pianeta grillino sembra essersi perduto ai confini di una galassia troppo lontana da raggiungere.  Parla di e-residence digitale in Estonia dove si possono aprire conti correnti con la criptovaluta. “Voglio farvi vedere quello che c’è nel mondo, il futuro che ci aspetta”. E si scaglia contro i politici italiani che parlano “di pauperismo, di giustizialismo, di abbassare le tasse”.

E’ veloce come uno Shuttle e somiglia molto al comandante Kirk della saga “Star Trek” che, con la nave interstellare Enterprise, andava alla ricerca di nuovi mondi.

Ma dietro questa abile manovra comunicativa si cela una vera e propria via di fuga. Un modo onorevole per darsi, come più volte detto, il solo ruolo di garante che gli permetterà di essere totalmente libero. E’ più facile stare in una posizione platonica, guardando il divenire dall’alto, che continuare a giocare una partita a scacchi divenuta complicatissima. E, proprio a due mesi dalle elezioni politiche, suona molto strana la decisione di Grillo di defilarsi.

Io un’idea l’avrei e forse anche di semplice lettura e analisi. L’ex comico non ha voglia di vincere le elezioni, perchè comunque dovrebbe allearsi inevitabilmente per formare il governo e non potrebbe smentire la sua linea intransigente che fa a pugni con quella, diciamo più accomodante, del candidato premier Di Maio.

In molti, forse, tra i militanti grillini questo non lo hanno capito, ma possono essere giustificati essendo ancora poco avvezzi alle pratiche della politica. Grillo, invece, ne è profondo conoscitore essendo stato anche lui vittima di quel sistema politico-censorio che lo portò fuori dal piccolo schermo.

Alla fine il pensiero di Grillo potrebbe racchiudersi in poche parole: meglio fare l’opposizione con bavagli e proteste, che andare a governare un paese al fallimento. Anche questa, in fondo, è una scelta “politica”, come lo fu per tanti anni l’accordo tacito tra la Democrazia cristiana e il partito comunista. E nessuno si scandalizzò.