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Nel 2023, Meloni ha dichiarato un reddito di circa 459.460 euro, un incremento significativo rispetto ai 293mila  dell’anno precedente, con una parte di questi guadagni provenienti dai diritti d’autore delle sue opere, in particolare con l’autobiografia “Io sono Giorgia” (2021) e “La versione di Giorgia” (2023).

Il successo editoriale di Meloni è particolarmente di rilievo se confrontato con quello di altri politici italiani. Per esempio, Matteo Salvini, leader della Lega, ha dichiarato nel 2023 un reddito di circa 99.000 euro, molto inferiore rispetto alla premier, e nonostante abbia anche pubblicato libri, non ha ottenuto gli stessi risultati commerciali. Un altro esempio è Matteo Renzi, ex premier e leader di Italia Viva, che nel corso degli anni ha pubblicato diversi libri, ma i suoi guadagni da royalties sono stati molto più contenuti rispetto a quelli di Meloni. Il reddito dichiarato da Renzi nel 2023 si aggira intorno ai 400.000 euro, ma gran parte di questo proviene da altre attività, come conferenze e consulenze, e non principalmente dai diritti d’autore.

Ma anche altri membri del governo hanno presentato le loro dichiarazioni dei redditi. Carlo Nordio, ministro della Giustizia, ha visto lievitare il reddito da 200 a 260 mila euro, mentre Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy, ha subito una leggera flessione, scendendo da 120 a 106 mila euro. Particolare il caso del ministro della Sanità, Orazio Schillaci, che una volta arrivato al governo ha visto i suoi guadagni più che dimezzarsi, passando da 227 a 106 mila euro.

Questa disparità nei guadagni tra i vari politici riflette non solo la popolarità e l’interesse mediatico che Meloni ha saputo generare, ma anche la capacità di raggiungere un vasto pubblico con un messaggio che ha risuonato particolarmente nel contesto politico italiano. Meloni è riuscita a trasformare il suo ruolo di leader di Fratelli d’Italia in un marchio di successo, con libri che hanno scalato le classifiche e che sono diventati strumenti di promozione politica oltre che fonte di ricavi personali.

In confronto, pochi altri politici hanno ottenuto lo stesso livello di successo editoriale, nonostante la pratica della pubblicazione di libri sia comune tra le figure pubbliche in Italia. Questo successo evidenzia come la premier sia riuscita a capitalizzare sulla sua immagine politica, trasformando le sue esperienze personali e professionali in un prodotto editoriale di successo, con risultati economici tangibili.

(fonte foto www.lacronacadiroma.it)

Il settore del gioco d’azzardo online è uno dei principali bersagli della nuova regolamentazione. Negli ultimi anni, si è assistito a un’esplosione di siti di scommesse, poker e casinò online, con un impatto devastante su alcune persone che sviluppano dipendenze patologiche. Secondo i dati più recenti, il gioco d’azzardo online rappresenta un fenomeno in crescita anche tra i giovani, il che rende ancora più urgente una stretta sui controlli.

Anche il settore della pornografia è in prima linea. La facilità con cui i minori possono accedere a contenuti per adulti è diventata una questione di grande preoccupazione per le famiglie, gli educatori e i legislatori. La normativa SPID, in questo contesto, vuole garantire che solo gli adulti possano accedere a tali contenuti, proteggendo così i più giovani dall’esposizione precoce a materiale sessualmente esplicito.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha, dunque, annunciato un’importante stretta sull’accesso ai siti legati proprio al gioco d’azzardo e alla pornografia online. In base a una nuova direttiva, presto potrebbe diventare obbligatorio utilizzare lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) per accedere a queste piattaforme, con l’obiettivo di garantire un controllo più rigido su chi vi accede e di tutelare le fasce più deboli della popolazione, in particolare i minori. La misura, in attesa dell’approvazione definitiva da parte della Commissione Europea, rappresenta un passo importante nella tutela dei minori online.

Infatti, la decisione dell’AGCOM arriva in risposta a una crescente preoccupazione circa l’accesso indiscriminato a contenuti che possono risultare pericolosi o dannosi, soprattutto per i giovani. Il gioco d’azzardo online e i siti pornografici sono due settori in forte crescita negli ultimi anni, ma sono anche accusati di contribuire a fenomeni di dipendenza, disinformazione sessuale e altre problematiche sociali.

L’idea alla base del nuovo regolamento è quella di limitare l’accesso a questi contenuti attraverso l’uso dello SPID, un sistema di autenticazione che associa in modo univoco l’identità di una persona ai servizi digitali a cui accede. Con l’introduzione di questo sistema, si mira a garantire che solo gli utenti maggiorenni possano entrare in questi siti, e allo stesso tempo si traccia una linea di responsabilità più chiara su chi accede a tali piattaforme.

Con questa nuova direttiva, l’AGCOM intende far sì che l’accesso a piattaforme di gioco d’azzardo e pornografia sia possibile solo per chi ha uno SPID attivo e valido. Questa mossa rappresenta un cambiamento radicale nel modo in cui viene regolamentato l’accesso a questi servizi in Italia, rendendo più trasparente chi vi accede e responsabilizzando maggiormente gli utenti.

Nonostante le buone intenzioni, la decisione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è stata oggetto di diverse critiche. Alcuni sostengono che l’obbligo di utilizzare lo SPID potrebbe sollevare questioni legate alla privacy degli utenti, poiché ciò implica il monitoraggio degli accessi a contenuti considerati “sensibili”. L’idea che il governo o le piattaforme possano sapere chi sta accedendo a siti di gioco d’azzardo o pornografia ha sollevato preoccupazioni in merito alla sorveglianza e alla protezione dei dati personali. Altri, invece, temono che l’introduzione dello SPID possa creare un ostacolo all’accesso legale a questi servizi, spingendo gli utenti verso piattaforme non regolamentate o illegali, soprattutto per quanto riguarda il gioco d’azzardo. Questo potrebbe di fatto vanificare lo scopo della normativa, generando un mercato parallelo che sfugge ai controlli.

Le possibili conseguenze

Se implementata, la direttiva dell’AGCOM potrebbe segnare un cambiamento significativo nella regolamentazione del web in Italia, con potenziali implicazioni anche in altri paesi. Potrebbe rappresentare un modello per la gestione dei contenuti sensibili online, in cui la tecnologia di autenticazione digitale viene utilizzata per proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione, pur garantendo l’accesso legale ai contenuti per chi ha diritto a fruirne. Tuttavia, sarà fondamentale trovare un equilibrio tra sicurezza e privacy, e valutare attentamente l’impatto che questa nuova regolamentazione avrà sugli utenti e sui settori coinvolti. L’obiettivo è tutelare i minori e prevenire dipendenze, ma senza generare eccessive complicazioni per gli utenti adulti o aprire la porta a violazioni della privacy.

(fonte foto agenpress, www.italiaatavola.net e www.ticonsiglio.com)

 

Jennifer Lopez non è solo una delle star più affermate dello show business, ma anche una donna che ha affrontato numerose sfide personali, alcune delle quali l’hanno segnata profondamente. In una recente intervista, la cantante e attrice ha parlato apertamente di uno dei momenti più difficili della sua vita: il divorzio da Ben Affleck, un evento che, a suo dire, l’ha quasi “uccisa”. Tuttavia, la popstar ha ribadito con forza la sua volontà di non lasciarsi abbattere e di trovare la vera felicità dentro di sé.

Un amore tormentato che ha lasciato il segno

La relazione tra Jennifer Lopez e Ben Affleck, soprannominata dai media “Bennifer”, ha catturato l’attenzione per la prima volta nei primi anni 2000, per poi separarsi. La loro relazione è ricominciata nel 2021, con matrimonio nel 2022. Il 20 agosto del 2024 ha chiesto il divorzio, al secondo anniversario delle loro nozze. La loro storia d’amore, intensa e appassionata, era stata celebrata come una delle coppie più glamour di Hollywood. Tuttavia, dietro le luci dei riflettori si nascondeva una realtà ben diversa.

«Non voglio morire, voglio vivere»

La separazione da Affleck ha avuto ripercussioni psicologiche profonde su Jennifer Lopez. La cantante ha ammesso che il dolore provato durante quel periodo ha toccato livelli così intensi da farle perdere il desiderio di andare avanti. “C’era una voce nella mia testa che mi diceva di mollare tutto. Mi sono sentita soffocare emotivamente, quasi come se stessi morendo dentro.”

Ma è stata proprio quella voce a far scattare qualcosa in lei, spingendola a reagire. “Non voglio morire. Voglio vivere, e voglio vivere felice,” ha dichiarato con convinzione. Questo è stato il momento in cui Jennifer ha capito che, per guarire veramente, doveva cambiare il suo modo di vedere la vita e, soprattutto, il suo modo di relazionarsi con se stessa.

La ricerca della felicità interiore

Nel corso degli anni, Jennifer Lopez ha affrontato la sua crisi emotiva con un lavoro interiore profondo, imparando a mettere al primo posto il proprio benessere psicologico e spirituale. “Non posso basare la mia felicità su qualcuno o qualcosa di esterno. Devo trovare la gioia dentro di me,” ha spiegato la star. E questo percorso non è stato affatto semplice.

Jennifer ha intrapreso diverse pratiche di meditazione, mindfulness e yoga per riconnettersi con sé stessa. Ha iniziato a scrivere un diario e a praticare la gratitudine quotidiana, prendendosi il tempo necessario per apprezzare le piccole cose che le portano serenità. “Ho capito che la felicità non è qualcosa che si trova all’esterno: non viene da un partner, dal successo o dai soldi. È uno stato d’animo, qualcosa che coltivi dentro di te.”

L’esperienza di Jennifer Lopez è la dimostrazione che anche le persone apparentemente più forti e sicure di sé possono attraversare momenti di estrema vulnerabilità. Il divorzio da Ben Affleck è stato un evento che l’ha quasi distrutta, ma che le ha anche insegnato il valore della propria autonomia emotiva. Oggi, Jennifer si dice più forte e consapevole, determinata a trovare la felicità dentro di sé, indipendentemente da ciò che la vita le riserva.

(fonte foto donna.it)

 

 

Un caso di spionaggio finanziario senza precedenti sta scuotendo il panorama politico e mediatico italiano. Nelle ultime ore è emerso che i conti bancari della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di sua sorella Arianna, e di altri membri di spicco del governo e dello spettacolo sono stati oggetto di accessi non autorizzati da parte di un un ex dipendente di Intesa Sanpaolo, che il gruppo bancario ha licenziato in tronco già ad agosto. L’uomo avrebbe consultato illegalmente le informazioni finanziarie riservate di migliaia di persone, comprese figure di alto profilo politico e VIP italiani.

L’indagine della procura di Bari

L’episodio ha immediatamente innescato l’intervento della procura di Bari, che ha aperto un’indagine per fare luce su quanto accaduto e accertare eventuali complicità o coinvolgimenti esterni. Secondo le prime ricostruzioni, il bancario avrebbe sfruttato la sua posizione lavorativa per accedere ai conti di personalità di primo piano come Giorgia Meloni, Arianna Meloni, e due ministri del governo in carica, i cui nomi non sono ancora stati resi pubblici per motivi di riservatezza.

Oltre ai politici, tra i soggetti spiati figurano imprenditori, giornalisti, sportivi e volti noti dello spettacolo, per un totale di migliaia di persone. Gli inquirenti stanno cercando di comprendere le motivazioni dietro questi accessi illeciti e se tali informazioni siano state utilizzate o divulgate a terzi.

Un’operazione sistematica e mirata?

Le prime analisi dei log di accesso interni dell’istituto bancario suggeriscono che le operazioni siano state condotte in modo sistematico e per un lungo periodo di tempo. Il bancario, il cui nome non è stato ancora reso noto, avrebbe monitorato conti correnti e movimenti bancari di numerose personalità, con particolare attenzione a quelli di membri del governo e delle loro famiglie.

Resta da chiarire se questi accessi siano avvenuti per mera curiosità personale o per motivi più gravi, come il ricatto o la vendita di informazioni a organizzazioni criminali o agenzie di intelligence. L’indagine della procura di Bari è focalizzata su questi aspetti, con l’obiettivo di stabilire se il dipendente agisse da solo o con la complicità di altri individui interni o esterni alla banca.

La reazione della politica e della banca coinvolta

L’episodio ha scatenato forti reazioni nel mondo politico. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, pur mantenendo un profilo di discrezione, ha espresso attraverso i suoi legali “preoccupazione e sconcerto” per quanto accaduto, chiedendo alle autorità competenti di fare chiarezza al più presto e di garantire la protezione della privacy e della sicurezza personale delle persone coinvolte.

Anche il management dell’istituto bancario coinvolto ha preso una posizione ferma. In una nota ufficiale, la banca ha confermato di aver avviato un’indagine interna e di aver già collaborato attivamente con la procura, fornendo tutti i dati necessari per identificare gli accessi illeciti e prevenire future violazioni. Il dipendente responsabile, ha fatto sapere la banca, è stato immediatamente licenziato non appena sono emerse le prove del suo comportamento inappropriato.

Le possibili conseguenze legali

Dal punto di vista legale, il bancario rischia ora gravi conseguenze, tra cui accuse di accesso abusivo a sistema informatico, violazione della privacy e trattamento illecito di dati personali. La gravità delle accuse potrebbe comportare una condanna penale significativa, soprattutto se emergessero prove che le informazioni ottenute siano state utilizzate a scopo di lucro o per danneggiare le persone coinvolte.

L’indagine potrebbe inoltre espandersi per verificare eventuali falle nei sistemi di sicurezza e controllo della banca, che avrebbero dovuto impedire l’accesso non autorizzato a dati sensibili. Le autorità di vigilanza bancaria potrebbero intervenire per accertare se l’istituto abbia rispettato tutte le normative previste in materia di protezione dei dati personali e sicurezza informatica.

Un caso che solleva dubbi sulla sicurezza dei dati

Questo episodio riporta all’attenzione pubblica l’importanza della sicurezza dei dati personali e della tutela della privacy, soprattutto quando si tratta di informazioni relative a figure pubbliche di alto profilo. I cittadini si interrogano ora sulla capacità delle istituzioni e degli enti privati di garantire la riservatezza dei propri dati, anche alla luce dei numerosi casi di hacking e violazioni informatiche che negli ultimi anni hanno colpito aziende e governi a livello globale.

L’incidente rappresenta un campanello d’allarme non solo per il settore bancario, ma per tutte le organizzazioni che gestiscono dati sensibili, ribadendo la necessità di investire in misure di sicurezza sempre più avanzate e di rafforzare le politiche interne di monitoraggio e prevenzione degli accessi abusivi.

Mentre l’indagine della procura di Bari prosegue, l’attenzione resta alta sulle implicazioni di questo caso di spionaggio finanziario. Se da un lato le vittime cercano di ottenere giustizia, dall’altro il caso solleva domande cruciali sullo stato della sicurezza informatica e della protezione della privacy in Italia. Le autorità dovranno ora agire con determinazione per fare piena luce sull’accaduto, punire i responsabili e garantire che episodi simili non si ripetano in futuro.

(fonte foto Avvenire)

La Florida è stata colpita in queste ore da uno dei fenomeni naturali più devastanti della sua storia recente: l’uragano Milton. Con venti che hanno superato i 200 km/h e piogge torrenziali, Milton ha causato una catena di distruzioni senza precedenti. Le prime stime parlano di danni ingenti alle infrastrutture e a migliaia di abitazioni, ma è soprattutto il bilancio umano a destare maggiore preoccupazione: si contano già numerose vittime e feriti, mentre circa tre milioni di persone sono rimaste senza elettricità.

La forza distruttiva di Milton e i tornado multipli

Milton, classificato come uragano di categoria 4, ha iniziato a impattare la costa occidentale della Florida nelle prime ore della giornata, proseguendo poi il suo percorso verso l’entroterra. Le autorità locali e i meteorologi avevano avvisato della pericolosità di questo fenomeno già nei giorni precedenti, ma la violenza con cui Milton ha colpito ha superato ogni aspettativa. L’uragano ha generato numerosi tornado lungo il suo cammino, incrementando il livello di devastazione in diverse contee. Questi vortici di vento, spesso accompagnati da grandine, hanno sradicato alberi, distrutto case e capovolto veicoli.

Le aree più colpite includono le città di Tampa, Orlando e Tallahassee, dove si sono registrati almeno cinque tornado distinti. A Tampa, uno di questi ha raso al suolo un intero quartiere residenziale, causando il crollo di oltre cinquanta abitazioni. A Tallahassee, un ospedale ha dovuto essere evacuato a causa dei danni strutturali riportati. In tutta la regione, decine di strade sono state chiuse per via dei detriti, rendendo difficili le operazioni di soccorso.

Bilancio delle vittime e dispersi

Le autorità stanno ancora cercando di fare una stima completa delle vittime, ma al momento si contano almeno 15 morti confermati e decine di feriti. Tuttavia, si teme che il bilancio possa salire ulteriormente con il progredire delle ricerche nei quartieri più colpiti. Il governatore della Florida ha dichiarato lo stato di emergenza e ha chiesto l’intervento della Guardia Nazionale per supportare le operazioni di soccorso e recupero.

Tra i morti confermati ci sono anche tre bambini, rimasti intrappolati nel crollo di un’abitazione ad Orlando. Le operazioni di ricerca e salvataggio sono complicate non solo dalle condizioni meteo avverse, ma anche dalla mancanza di elettricità e dai danni subiti dalla rete di telecomunicazioni, che rendono difficoltose le comunicazioni.

Tre milioni di persone senza elettricità e infrastrutture compromesse

L’impatto di Milton ha lasciato senza corrente elettrica tre milioni di persone, rendendo questa tempesta una delle più distruttive mai registrate in termini di blackout. Le compagnie elettriche stanno lavorando ininterrottamente per ripristinare il servizio, ma in molte aree potrebbero volerci giorni, se non settimane, per riportare la situazione alla normalità.

La mancanza di elettricità ha inoltre generato una serie di problematiche a catena: diverse strutture sanitarie sono al momento senza corrente, costrette a fare affidamento su generatori di emergenza. Inoltre, molti impianti di trattamento delle acque sono fuori uso, esponendo la popolazione al rischio di carenza idrica e contaminazione. Le autorità hanno invitato i residenti a bollire l’acqua prima di utilizzarla per fini alimentari.

Le misure di emergenza e la solidarietà della comunità internazionale

Il presidente degli Stati Uniti ha offerto tutto il supporto federale necessario per affrontare l’emergenza e ha autorizzato l’invio di fondi speciali per la ricostruzione. Molte organizzazioni umanitarie, sia nazionali che internazionali, si sono attivate per portare aiuti alla popolazione colpita, fornendo beni di prima necessità come cibo, acqua e medicinali.

Un futuro incerto per la Florida

L’uragano Milton sarà ricordato come uno dei più devastanti nella storia della Florida. La comunità dovrà ora affrontare un lungo e complesso processo di ricostruzione, cercando di risollevarsi dalle macerie lasciate dalla furia della natura. La speranza è che, grazie all’impegno congiunto delle istituzioni e alla solidarietà della comunità, la Florida possa presto ritornare alla normalità, anche se le cicatrici di questa catastrofe rimarranno a lungo impresse nella memoria di tutti.

Nel frattempo, le previsioni meteo indicano che Milton continuerà a portare piogge e venti forti sulla Florida per le prossime 24-48 ore, anche se la sua intensità dovrebbe gradualmente diminuire. Tuttavia, il rischio di nuove inondazioni resta elevato, specialmente nelle aree costiere già colpite dall’innalzamento del livello del mare.

IL VIDEO DELLE DEVASTAZIONI

(fonte foto Afp/Ansa – VIDEO da Euronews)

Calano i prestiti, ma aumentano i finanziamenti e gli italiani si ritrovano sempre più indebitati. Il panorama finanziario italiano sta vivendo un cambiamento significativo. Secondo gli ultimi dati diffusi da istituti di ricerca economica e banche centrali, sebbene si registri un calo generale nei prestiti personali tradizionali, è in costante aumento il ricorso a finanziamenti di vario tipo. Questo scenario evidenzia un fenomeno allarmante: gli italiani sono sempre più indebitati, nonostante le apparenze di una riduzione del credito.

Calano i prestiti tradizionali

La diminuzione dei prestiti personali concessi dalle banche tradizionali si è manifestata con un calo di oltre il 5% rispetto all’anno precedente. Questo tipo di prestito, che solitamente viene richiesto per affrontare spese come l’acquisto di beni durevoli o per finanziare progetti personali, è stato frenato principalmente dall’aumento dei tassi di interesse e dalle condizioni più stringenti imposte dagli istituti bancari.

Le banche, infatti, hanno adottato una politica più cauta nel concedere prestiti, soprattutto a causa dell’incertezza economica e della difficoltà di molti cittadini nel rispettare le scadenze di pagamento. L’inflazione e la crescita dei costi della vita hanno ridotto la capacità di rimborso delle famiglie, spingendo le banche a limitare l’erogazione di crediti con una maggiore esposizione al rischio.

L’aumento dei finanziamenti e delle linee di credito

Tuttavia, parallelamente al calo dei prestiti tradizionali, è stato osservato un aumento delle richieste di finanziamenti e linee di credito. Questi strumenti, che comprendono i prestiti finalizzati per l’acquisto di auto, elettrodomestici e altri beni di consumo, hanno visto una crescita del 7% nell’ultimo anno. Anche il credito al consumo, sotto forma di carte revolving e cessioni del quinto, è in aumento, segno che molte famiglie cercano soluzioni alternative per gestire le proprie spese.

Questa tendenza rivela un problema strutturale: gli italiani, a fronte di una contrazione del potere d’acquisto, stanno cercando nuove forme di indebitamento per mantenere il loro tenore di vita. Non potendo più contare su prestiti a lungo termine, sempre più persone ricorrono a soluzioni che, pur permettendo un accesso più facile al credito, hanno spesso tassi di interesse più elevati e condizioni meno favorevoli.

L’indebitamento delle famiglie italiane: fenomeno in crescita

L’incremento dei finanziamenti a breve termine e delle linee di credito è un chiaro indicatore di un crescente indebitamento delle famiglie italiane. Secondo l’ultima rilevazione dell’Osservatorio Nazionale sul Credito, il livello di indebitamento medio delle famiglie ha superato i 20mila euro, un record preoccupante che mostra come molti cittadini siano costretti a fare affidamento sul credito per sostenere anche le spese quotidiane.

Inoltre, l’incidenza delle rate di finanziamento sul reddito disponibile è salita al 12 per cento, un valore che dimostra quanto l’indebitamento stia diventando una componente rilevante del bilancio familiare. Sempre più italiani utilizzano questi strumenti non solo per finanziare progetti specifici, ma per coprire i costi essenziali della vita, come l’istruzione, le cure mediche e, in alcuni casi, le spese alimentari.

Cause e implicazioni del fenomeno

Le ragioni di questo trend sono molteplici. In primo luogo, la pressione dell’inflazione ha eroso il potere d’acquisto dei consumatori, rendendo difficile far fronte alle spese con il solo reddito disponibile. Di conseguenza, il ricorso al credito è diventato una necessità per molti. In secondo luogo, il mercato del lavoro, ancora caratterizzato da una forte precarietà, non garantisce una stabilità economica sufficiente per affrontare spese straordinarie senza dover ricorrere a prestiti o finanziamenti.

Un altro fattore che alimenta questo fenomeno è la crescente promozione di finanziamenti e linee di credito da parte delle società finanziarie, che offrono soluzioni sempre più personalizzate e accessibili. Spesso, però, questi prodotti celano tassi di interesse elevati, che possono portare a un ulteriore aggravamento della situazione debitoria delle famiglie nel lungo termine.

La preoccupazioni degli esperti

Gli esperti di economia e finanza stanno lanciando l’allarme: l’aumento dell’indebitamento, se non accompagnato da una crescita dei redditi e da un miglioramento delle condizioni economiche generali, rischia di sfociare in una crisi finanziaria personale per molte famiglie. Il rischio di insolvenza e di morosità è in crescita, e le politiche di contenimento dell’inflazione attraverso l’aumento dei tassi di interesse stanno complicando ulteriormente la situazione. Secondo gli analisti, è fondamentale che il governo intervenga con misure mirate per sostenere le famiglie più vulnerabili e per garantire un accesso al credito più responsabile e sostenibile. Tra le proposte ci sono incentivi per il risparmio, agevolazioni fiscali e il rafforzamento dei servizi di consulenza finanziaria per aiutare i cittadini a gestire meglio i propri debiti.

Il calo, dunque, dei prestiti tradizionali e il contemporaneo aumento dei finanziamenti e delle linee di credito sono un segnale preoccupante per la salute finanziaria delle famiglie italiane. Questo fenomeno riflette una crescente difficoltà economica che, se non affrontata adeguatamente, potrebbe avere ripercussioni gravi sul tessuto sociale del Paese. È necessario promuovere una maggiore consapevolezza sui rischi dell’indebitamento e implementare politiche efficaci per sostenere i redditi e prevenire una crisi del credito che potrebbe colpire duramente il sistema economico nazionale.

(fonte foto www.cgiamestre.com)

Kate Middleton è in cura per un cancro, lo ha annunciato lei stessa in un videomessaggio. E’ ancora sottoposta ad un ciclo di chemioterapia iniziato a febbraio.

La principessa del Galles, 42 anni, era stata ricoverata in ospedale il 16 gennaio per un intervento all’addome. Al momento dell’operazione si pensava che la sua condizione non fosse cancerosa, poiché nessun test aveva confermato la presenza del tumore. Tuttavia, i test postoperatori hanno, invece, ribaltato la diagnosi.

Seduta su una panchina a Windsor, Kate ha ringraziato il marito, il principe William, per il suo sostegno nella toccante clip. La principessa ha anche detto di aver dato la notizia a George, 10 anni, Charlotte, 8, e Louis di 5 anni, dicendo loro che sarebbe andato tutto “bene”. “Il mio team medico mi ha quindi consigliato di sottopormi a un ciclo di chemioterapia preventiva e ora sono nelle fasi iniziali di quel trattamento”.

“Questo ovviamente è stato un enorme shock. William e io abbiamo fatto tutto il possibile per elaborare questa cosa in privato per il bene della nostra giovane famiglia. Come puoi immaginare, ci è voluto del tempo. Ci è voluto del tempo per riprendersi da un intervento chirurgico importante e per iniziare il trattamento. La cosa più importante è che ci è voluto del tempo per spiegare tutto a George, Charlotte e Louis in un modo che fosse appropriato per loro e per rassicurarli che starò bene. Come ho detto loro, sto bene e sto diventando più forte ogni giorno concentrandomi sulle cose che mi aiuteranno a guarire nella mia mente, nel mio corpo e nel mio spirito”.

(fonte Ansa)

IL VIDEO PUBBLICATO SU X

Un’analisi a tutto tondo che dà un quadro ben chiaro di come l’era degli smartphone sembra essersi avviata verso un picco negativo. L’anno scorso, infatti, le consegne sono scese sotto gli 1,2 miliardi, nel quarto trimestre calo del 17% sull’anno prima. I dati peggiori da un decennio. L’analista Paolo Pescatore afferma che “i prezzi stanno andando tutti nella direzione sbagliata, con i consumatori che sentono la pressione e tirano la cinghia”.

Gli smartphone, dunque, avrebbero  esaurito la loro spinta. I telefoni intelligenti hanno toccato il loro picco nel 2016 per iniziare la discesa. Sia a livelli di vendite (nel 2016 fu toccato il massimo, con 1.473 milioni di dispositivi consegnati nel mondo), che a livello di innovazione e di interesse del pubblico, oggi assai più tiepido per un dispositivo che ha cambiato il mondo ma che ormai non riesce più a rinnovarsi in modo sostanziale.

I dati appena usciti però certificano un fatto inedito: il 2022 è stato l’anno nero degli smartphone. Le vendite globali (dati Canalys) sono scese sotto la soglia degli 1,2 miliardi di pezzi. Sempre moltissimi ma il quarto trimestre  (Q4) dello scorso anno, quello tradizionalmente più ricco perché comprende il periodo del Natale e le offerte del Black Friday e del Cyber Monday, ha avuto un vero tracollo rispetto al Q4 del 2021: il calo è stato del 17%, mentre sull’intero 2022 è stato dell’11%. Per trovare dati peggiori bisogna tornare al 2013, l’anno in cui gli smartphone superarono i vecchi cellulari (le consegne si fermarono poco sotto il miliardo totale).

 LA CRISI

“I produttori di smartphone hanno lottato in un contesto macroeconomico difficile per tutto il 2022. Il quarto trimestre segna la peggiore performance annuale e di un Q4 in un decennio” ha dichiarato Runar Bjørhovde, analista di Canalys Research. I problemi con i lockdown per il Covid in Cina, la guerra in Ucraina, l’inflazione e il rincaro di materie prime e logistica sono tutti fattori che hanno azzoppato le vendite. Prezzi dei dispositivi sempre più alti, scarsa innovazione e potere d’acquisto diminuito hanno completato il quadro. Durante il 2022 a essere impattati di più sono stati soprattutto i telefoni a medio e basso costo, quelli che sviluppano i volumi più grossi (ma i margini minori), ma nel quarto trimestre sono stati toccati anche i modelli premium. La performance del mercato nel Q4 2022 è in netto contrasto con il Q4 2021, che ha visto un aumento della domanda e un allentamento dei problemi di offerta. 

LO SCENARIO PER IL 2023

Per l’anno appena iniziato non si intravvedono grandi possibilità di invertire la rotta. Tecnologie come il 5G, che fino a un paio d’anni fa diversi esperti consideravamo importanti per trainare le vendite hanno rivelato tutta la loro debolezza. Ormai tutti i telefoni o quasi sono 5G ma nessuno si fionda a dismettere un vecchio modello 4G soltanto per il 5G, perché i servizi sono ancora embrionali e i benefici in termini di velocità e qualità della rete ancora non così rilevanti. 
“I fornitori si avvicineranno al 2023 con cautela, dando priorità alla redditività e proteggendo la quota di mercato – dice Le Xuan Chiew, altro analista di Canalys -. I fornitori stanno tagliando i costi per adattarsi alla nuova realtà del mercato. Anche se le pressioni inflazionistiche si allenteranno gradualmente, gli effetti degli aumenti dei tassi di interesse, dei rallentamenti economici e di un mercato del lavoro sempre più in difficoltà, limiteranno il potenziale del mercato” influenzerà negativamente i mercati saturi, dominati dalla fascia medio-alta, come l’Europa occidentale e il Nord America. 

Nessuno ride, ma guardando ai marchi – sempre secondo i dati Canalys – Apple ha recuperato il primo posto tra i produttori nel quarto trimestre 2022 e ha raggiunto la sua quota di mercato trimestrale più alta di sempre al 25%, nonostante i problemi di produzione nel maxi stabilimento di  Zhengzhou, in Cina. Samsung ha chiuso il Q4 al secondo posto con una quota di mercato del 20%, ma si è comunque confermato primo marchio guardando all’intero 2022. Xiaomi ha mantenuto il terzo posto nonostante la sua quota sia scesa all’11% nel Q4, in gran parte a causa  di difficoltà in India. Le altre due cinesi Oppo vivo hanno completato la top 5 dei produttori, conquistando rispettivamente il 10% e l’8% delle quote di mercato.

QUALE DUNQUE LA SOLUZIONE?
Prova a rispondere Paolo Pescatore, analista di PP Foresight, esperto in Tecnologia e digitale: “Per i produttori di smartphone sta diventando sempre più difficile differenziare i dispositivi. Per anni hanno progettato modelli guidati dall’insaziabile desiderio degli utenti di essere connessi con schermi più grandi, batterie di lunga durata e fotocamere migliori. Per questo motivo, ora ci si concentra molto sul miglioramento significativo delle funzionalità esistenti, sull’esperienza dell’utente e sul rendere i dispositivi a prova di futuro, prolungando il ciclo di vita del prodotto”.

Guardando avanti aggiunge Pescatore : “I produttori di elettronica di consumo hanno una lunga storia di investimenti nel tentativo di fornire una soluzione a un problema. Basti pensare alle tv arrotolabili, i cui display potrebbero arrivare sui dispositivi mobili. Le sfide da affrontare sono immense e richiedono un’impressionante lavoro di ingegneria e anni di sviluppo. Il mio timore è che molte di queste tecnologie, l’8K è un altro esempio, vengano lanciate troppo presto, quando non c’è una reale domanda del pubblico”.

E tornando agli smartphone l’analista britannico di origini italiane aggiunge: “Le prime incursioni nei dispositivi pieghevoli hanno riacceso il mercato e creato entusiasmo. Ma sebbene questi nuovi design innovativi siano piacevoli da avere, non si tratta di caratteristiche indispensabili per gli utenti. E si stanno rivelando proibitivi dal punto di vista dei costi. Sebbene gli utenti vogliano di più, è improbabile che spendano più del dovuto. Lo smartphone rimane il coltellino svizzero del mondo tecnologico, ma la crisi del costo della vita sta avendo un impatto profondo su tutte le aziende; nessuno ne è immune. Questo causerà un effetto domino, incidendo sulla disponibilità degli utenti ad acquistare un nuovo dispositivo premium. I prezzi stanno andando tutti nella direzione sbagliata, con i consumatori che sentono la pressione e tirano la cinghia. Inevitabilmente, questo avrà un impatto negativo sulle vendite, con gli utenti che si terranno più a lungo i loro telefoni, cedendoli e magari acquistandone uno più economico”.

Quindi alla fine il ritorno ad apparati diciamo più datati, potrebbe essere la scelta obbligata in un mondo dove la grande crisi economica è la vera “sovrana” a dettare legge.

(fonte Corriere.it e foto istockphoto.com)

L’agenzia di stampa Adnkronos pubblica l’audio integrale della conversazione con Papa Francesco registrata (all’insaputa del pontefice) dal cardinale Angelo Becciu il 24 luglio 2021, solo pochi giorni dopo le dimissioni di Bergoglio dall’ospedale dove aveva subito una complessa operazione.

Una telefonata rintracciata dalla Guardia di Finanza di Oristano su due telefoni e un tablet appartenenti a Maria Luisa Zambrano, amica di famiglia di Becciu, indagata nell’inchiesta della procura di Sassari sulla Caritas di Ozieri. Una conversazione delicata, che, secondo gli investigatori, è stata fatta registrare a una terza persona (la Zambrano, appunto), pur avendo il cardinale ripetutamente invocato il Segreto di Stato durante le fasi di indagine e del processo.

Si tratta, come si può ascoltare nell’audio pubblicato in esclusiva dall’Adnkronos, di cinque minuti e trentasette secondi di conversazione in cui si sente la voce affaticata del Papa rispondere alle sollecitazioni dell’ex Sostituto della Segreteria di Stato Vaticano, che gli chiede, tra l’altro, se ricorda di averlo autorizzato ad “avviare le operazioni per liberare la suora”. Il riferimento è al denaro versato a Cecilia Marogna (mai menzionata nella telefonata con Francesco), imputata nel processo vaticano in concorso con Becciu in relazione ai 575mila euro versati dalla segreteria di Stato alla società di lei per attività di intelligence tra cui, appunto, la liberazione della suora rapita in Mali dai jihadisti. Soldi che invece, secondo l’accusa, sarebbero stati spesi dall’ex collaboratrice del cardinale in beni di lusso.

Nella registrazione, un file generato ida un dispositivo geolocalizzato in piazza del Sant’Uffizio, si sente, a parere della Gdf, anche la Zambrano, che, secondo i finanzieri, avrebbe svolto “un ruolo attivo nella realizzazione delle operazioni di registrazione”: sarebbe la sua la voce che si può ascoltare all’inizio della traccia subito prima della conversazione tra il Papa e Becciu, avvenuta verosimilmente, secondo gli investigatori, tra due telefoni di rete fissa. Nella registrazione a un certo punto si sente anche una voce maschile in sottofondo, che sembra affermare “Mi faccia sentire”. Non è chiaro a quale dei due interlocutori sia vicino il quarto partecipante.

(fonte adnkronos e foto messaggero.it e open.online.it)

La telefonata tra il cardinale Angelo Becciu e Papa Francesco CLICCA IL FILE IN BASSO E ASCOLTA

Allarmanti i dati di uno studio che afferma come le balene, che nuotano nella costa della California, possano ingerire fino a 10 milioni di pezzi di microplastiche al giorno.

La stima è stata elaborata dagli scienziati della Stanford University e della California State University, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Nature per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Shirel Kahane-Rapport e Matthew Savoca, ha sviluppato dei modelli per calcolare quanta microplastica questi mammiferi possano ingerire su base giornaliera.

Le balene, che includono balenottere azzurre, megattere e balenottere comuni, sono particolarmente a rischio di ingestione di microplastiche a causa del loro comportamento di filtraggio, dell’immenso consumo di prede e della sovrapposizione dell’habitat con regioni inquinate.

I ricercatori hanno combinato i dati sulla microplastica della California Current con misurazioni del comportamento di foraggiamento ad alta risoluzione di 191 esemplari.

Questi animali, rivelano gli autori, si nutrono principalmente a profondità di 50-250 metri, dove si trova la maggior parte delle microplastiche. Sulla base delle misurazioni, gli studiosi hanno stimato che le balenottere azzurre potrebbero consumare circa 10 milioni di pezzi di microplastica al giorno, mentre le megattere potrebbero ingerire fino a quattro milioni di frammenti ogni giorno. Sebbene non si conoscano gli effetti a lungo termine dell’assunzione di queste sostanze, gli scienziati suggeriscono che le balene potrebbero correre rischi fisiologici e tossicologici a causa delle microplastiche.

Questi risultati, concludono gli esperti, evidenziano che le microplastiche rappresentano un importante fattore di stress per la popolazione di balene, per cui nelle prossime indagini sarà fondamentale comprendere le conseguenze delle microplastiche sulla fauna marina. 

(fonte agenzia agi e tuttogreen.it)