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Diventa sempre più profonda la spaccatura all’interno del gruppo consiliare del M5S, a Palazzo delle Aquile. Il consigliere Igor Gelarda, con un post su Fb, parla di “parole imbarazzanti del capogruppo, Ugo Forello, che oggi in una dichiarazione sta “cercando di dettare la linea politica al nostro leader regionale Giancarlo Cancelleri”. Il riferimento è alla dichiarazione di Forello, sempre su facebook in cui lancia un appello allo stesso Cancelleri in tema di porti chiusi:  “Caro Giancarlo, non cadere anche tu nel tranello leghista. Il fatto che l’Italia abbia dimostrato di essere capace di grande accoglienza, non legittima oggi a divenire insensibili o spietati con i migranti che si trovano ‘sequestrati’ in mezzo al Mare Mediterraneo”. 

“In realtà continua Gelardasembra che Forello si voglia direttamente sostituire a Di Maio, A Palermo alcuni tra i miei colleghi che si richiamano alla cosiddetta ‘Sinistra’, prima in modo informale e adesso sempre più palesemente, contestano la linea politica nazionale che trova la sua sintesi in Luigi Di Maio”.

“Ricordo che, a fine campagna elettorale delle comunali il candidato sindaco Forello, fu contestato dall’assemblea di attivisti, delusi da molti atteggiamenti del nostro candidato sindaco. A quelle contestazioni, purtroppo, non seguì un momento di confronto ulteriore, semplicemente non furono più convocate riunioni cittadine. E quello che è accaduto, negli ultimi mesi, è il frutto di un mancato coinvolgimento della base”.

“Credo che la misura sia colma e come ho già detto, chi non ha in animo di stare nel Movimento cinquestelle, può tranquillamente e liberamente andare nel PD. Non ne sentiremo particolare mancanza. Con questo comportamento – conclude il post – il gruppo Forello si sta muovendo come i politici della vecchia politica, che ritengono di potere contraddire il volere degli elettori e del popolo. E cosi facendo si stanno di fatto ponendo al di fuori del movimento 5 stelle, lontani dal sogno di Gianroberto di una Italia governata dai cittadini, e sempre più vicini a quella politica che io ho sempre disprezzato, pronta a predicare bene e razzolare male e sui giornali”. Gelarda ha anche annunciato che, domani pomeriggio, si terrà un’assemblea cittadina alla quale “sono invitati a partecipare gli attivisti e  tutti coloro che hanno a cuore il M5S.

Si consuma, quindi, un ulteriore strappo tra i pentastellati comunali che, nelle scorse settimane, aveva già preso corpo, con l’esclusione dello stesso Gelarda sia dalle dichiarazioni ufficiali dei cinquestelle a Sala delle Lapidi, che dalle riunioni di gruppo. Adesso dovremo capire se questa battaglia finirà sui tavoli romani o rimarrà una “gatta da pelare” solo per i vertici regionali pentastellati, o sarà soltanto una “bolla di sapone”.

 

In politica piaccia o non piaccia ma a vincere sono sempre i numeri. E la provocazione del M5S a Sala delle Lapidi, che ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia, nei confronti del sindaco Orlando, non può che leggersi come tale. Anche l’effetto mediatico della foto di un cartello con la scritta “Orlando al capolinea …del tram. Ri-mozione subito!”, dà il senso di come tale operazione sia soltanto effimera e non produrrà alcun effetto. Anzi consoliderà Orlando che potrà tranquillamente continuare a dormire sogni tranquilli, in quanto da sempre ha fatto affidamento al voto trasversale, anche da alcuni consiglieri dei banchi dell’opposizione, se questi dovessero servire per scongiurare un voto a lui sfavorevole.

La richiesta dei pentastellati è scaturita dall’assenza, in consiglio comunale, del primo cittadino che doveva rispondere sui conti dell’Amat. L’azienda di via Roccazzo è al centro di polemiche relative ai crediti, circa 30 milioni di euro, che Orlando avrebbe richiesto di cancellare così da non pesare sulle casse già esigue del Comune. Di fatto l’Amat non riceverebbe più questi soldi.

Ma ritorniamo al fatto incriminato e cioè alla mozione di sfiducia. Basta appena fare un pò di conti e considerare che essendo 40 i consiglieri comunali seduti a Palazzo delle Aquile e di questi più della metà sono di fatto “maggioranza”, non si capisce come, da un ipotetico cilindro, dovrebbe uscire approvata una mozione di sfiducia, sempre che venga considerata ammissibile. E  considerando, anche, che la legge prevede il 60 per cento più uno dei consiglieri, il limite per sfiduciare Orlando, i numeri stanno dalla parte del professore.

Quindi potremmo dire: abbiamo scherzato. Ma così non è perchè, ovviamente, i cinquestelle fanno il proprio lavoro, quello dell’opposizione e, certamente, non possiamo pensare in un gesto ingenuo o anche molto di più: immaginare che parte dei consiglieri, critici sulla carta ma non sulla tasca, vogliano andare a casa solo per il gusto di silurare Orlando. Perchè questo, oltre ad essere  puro masochismo è, anche, pura utopia.

 

“La giunta Orlando prosegue nell’immobilismo che si traduce in continue emergenze con ricadute sulla qualità della vita dei lavoratori. A Palermo tutto è fermo perché, oltre alle difficoltà di un Sindaco stanco e poco attento alle esigenze dei cittadini, ci ritroviamo con un consiglio comunale perennemente rallentato dall’assenza di una maggioranza in Aula”.

I consiglieri comunali del gruppo consiliare pentastellato a Sala delle Lapidi, Ugo Forello, Giulia Argiroffi, Concetta Amella, Viviana Lo Monaco e Antonino Randazzo, tornano nuovamente ad attaccare il primo cittadino e questa volta sulla chiusura del mercato ortofrutticolo.

“Quella del mercato ortofrutticolo di Palermo – aggiungono i grillini – è una questione in sospeso da decenni. Sono anni, infatti,  che la città chiede provvedimenti e l’amministrazione tira avanti a forza di promesse e proclami. Adesso che è arrivata questa ordinanza che ne ordina la chiusura per tre giorni, va ribadito che la struttura di via Montepellegrino deve essere spostata. L’area attualmente dedicata non è adatta, non lo è in termini igienico-sanitari, come emerge drammaticamente da mesi, e non lo è in termini logistici e infrastrutturali”.

Il Comune, infatti, in una nota di due giorni fa, aveva comunicato che la chiusura del mercato , “si è resa necessaria per affrontare alcune inadeguatezze igienico sanitarie e garantire che gli interventi sanitari siano svolti senza rischio di contaminazione per i prodotti ortofrutticoli”.

“Le varie amministrazioni, a parole – continuano i pentastellati – hanno spesso parlato di spostarlo in un’area raggiungibile senza attraversare il centro della città, dove il carico e scarico della merce possa avvenire in condizioni agevoli per i lavoratori e dove queste operazioni non comportino quotidiani disagi alla mobilità cittadina”.

Anche il gruppo di “Sinistra Comune”, che sostiene Orlando, per bocca del suo capogruppo, Giusto Catania, aveva stigmatizzato la vicenda: “Le condizioni del mercato ortofrutticolo  sono drammatiche. L’ intervento dell’amministrazione comunale non è più rinviabile. Occorre che nel più breve tempo possibile il consiglio comunale metta mano ai regolamenti dei mercati generali ed al regolamento sui mercati storici. Questo consentirà di rilanciare un importante settore economico della nostra città e di dare ossigeno alle attività commerciali correlate”. 

Intanto, come confermato dall’ordinanza, il 28, 29 e 30 giugno il mercato ortofrutticolo verrà chiuso e i lavoratori rimarranno fermi. Un brutto segnale al quale speriamo giungano soluzioni immediate e, soprattutto, che questa sia solo una chiusura temporanea, che non si ripeta nel tempo.

 

“È chiaro che il sindaco Orlando è stato mollato dalla sua stessa maggioranza e, anche oggi, per l’ennesima volta, i lavori d’aula sono stati rinviati per l’assenza del numero legale”. I cinquestelle, al Comune di Palermo, stigmatizzano, dunque, quanto accaduto, all’interno di una situazione politica delicatissima che vede il primo cittadino impegnato al tira e molla per cercare di fare la “quadra” e dare anche il via al rimpasto. Molto probabilmente il malcontento che governa questo stallo infinito, dipende proprio da questo fattore.

“Questa mattina a Sala delle Lapidi i numeri della maggioranza – continuano i grillini per bocca del proprio capogruppo, Ugo Forello – non sono stati in grado di supportare il voto di quello che avrebbe dovuto essere il primo atto di una lunga serie di questioni molto delicate sul tema del bilancio consolidato. È  evidente già da mesi che, la maggioranza di Orlando, non riesce a funzionare. Infatti, oltre alla mancanza dei numeri per garantire lo svolgimento della seduta, va denunciato che l’avvocatura comunale non si è presentata in aula, nonostante fosse attesa, facendo slittare il voto”.

Un’impasse che di fatto sta rallentando il percorso di discussione della delibera cardine della macchina comunale e cioè il bilancio consolidato, che lo stesso Orlando ha definito “strumento essenziale”, (potete leggere l’articolo cliccando qui), per la messa in sicurezza dei conti delle partecipate. E nei prossimi giorni capiremo se questo immobilismo verrà sbloccato dal manuale “Cencelli”, applicabile sempre nelle situazioni più complicate.

“L’Amat dall’inizio del 2018 ad oggi è in perdita di 3 milioni di euro. E adesso rischia realmente lo stato di insolvenza e il fallimento se non si interverrà in tempi rapidi, mentre l’amministrazione comunale, con le sue condotte acefale e in assenza di pianificazione, sembra volere determinare proprio questo stato”.

Ugo Forello, capogruppo consiliare dei cinquestelle, attacca nuovamente il Comune sul versante delle partecipate, proprio nei giorni della discussione in consiglio comunale del bilancio consolidato, nel corso della riunione che si è svolta oggi tra la I e la III commissione consiliare.

“E’ anche emerso, in modo ancora più palese, lo stato di abbandono e di crisi in cui si trova l’azienda di via Roccazzo e il probabile contenzioso fra la stessa partecipata e il Comune sui circa 9 milioni di euro disallineati. Infatti la proposta di bilancio predisposta dal consiglio di amministrazione – conclude Forello – è stata inviata, inoltre, al socio Comune di Palermo, con una perdita di esercizio di circa 6 milioni e 400 mila euro e inserendo fra i crediti dovuti i 9 milioni di euro di cui il Comune ha preteso la cancellazione”.

Una situazione sempre più complicata, sia a livello politico che di tenuta delle aziende anche se il sindaco Orlando, ne  abbiamo parlato su BloggandoSicilia, aveva rassicurato in consiglio comunale, parlando di “conti messi in sicurezza”. Non rimane, dunque, che aspettare la chiusura della discussione generale del bilancio consolidato in aula e poi passare alla conta dei numeri per vedere se, la maggioranza (trasversale) di cui Orlando può fare affidamento reggerà o se il mutato quadro politico nazionale entrerà a gamba tesa anche a Sala delle Lapidi. Come dire: i passaggi di casacca sono prossimi e gli equilibri politici  in consiglio comunale, potrebbero subire un vero e proprio movimento tellurico.

Questa volta i cinquestelle hanno deciso di attaccare il cuore della burocrazia di Palazzo delle Aquile, chiedendo l’immediata sostituzione del capo di gabinetto del Sindaco, Sergio Pollicita.

“La nostra  richiesta è motivata non solo per la condanna a 1 anno di reclusione (in primo grado) per il reato di abuso d’ufficio, ma anche per le evidenti responsabilità che Pollicita ha avuto in questi anni, con riferimento alla gestione dei processi di pseudostabilizzazione del personale comunale, delle procedure di selezione dei dirigenti a tempo determinato e dei rapporti con le società partecipate”.

“Nel corso della sua dirigenza a capo del settore delle partecipate, il fenomeno del disallineamento dei crediti con le società è passato da 7 milioni a oltre 42 milioni di euro. In questo processo, inoltre, risulterebbe non costituito parte civile il Comune di Palermo. Ciò è incomprensibile e inaccettabile visto che lo stesso Comune è costituito in diversi procedimenti contro altri importanti dirigenti della nostra città”. Inoltre, il gruppo consiliare pentastellato ha chiesto al Sindaco “conto e ragione di questa condotta schizofrenica”. 

Tutto legittimo, ma Orlando con una mossa in contropiede ha disposto, come si legge in una nota del Comune, “che una volta ricevuta la notifica formale del provvedimento si procederà, in applicazione della legge, alla messa a disposizione dello stesso dirigente, quindi senza incarichi di tipo amministrativo. E acquisite le informazioni sul dispositivocontinua la dichiarazioneil Sindaco chiederà all’ANAC quali ulteriori passaggi l’amministrazione possa e debba compiere in aderenza al contratto collettivo e al dispositivo della stessa sentenza”.

Questa, insieme alle altre frecce avvelenate che, da un pò di tempo, i grillini di Sala delle Lapidi stanno scoccando, una dietro l’altra, contro l’amministrazione comunale e in particolare contro Orlando.
Una strategia che ha tanto il sapore di campagna elettorale, in una condizione attuale di debolezza del professore. Con il rimpasto non pervenuto e le sollecitazioni politiche di un cambio di rotta che arrivano anche da pezzi che appoggiano Orlando, vedi il gruppo consiliare capitanato da Giusto Catania, SinistraComune, tutto rimane assolutamente ancora in alto mare.

“Dall’adunanza della Corte dei conti di oggi è emerso in maniera ancora più chiara che il Comune di Palermo si trova in una condizione di sostanziale deficitarietà strutturale già dal 2015-2016”. Va giù duro Ugo Forello, capogruppo pentastellato a Sala delle lapidi, che attacca il sindaco Leoluca Orlando sul tema della crisi finanziaria di  Palazzo delle Aquile. Noi di BloggandoSicilia ne avevamo parlato recentemente.

 “Attendiamo la deliberazione dei giudici, ma la difesa del Comune è apparsa debole e, in parte, non ha potuto che riconoscere la fondatezza dei rilievi sulle irregalarità contabili presenti sui rendiconti 2015-2016 e la situazione di profonda difficoltà delle società partecipate Amat e RapÈ necessario che l’amministrazione comunale accetti lo stato di crisi contabile-amministrativa e adotti decisioni coraggiose ma necessarie, redigendo, in tempi brevi, un piano di riequilibrio economico-finanziario che eviti il pericolo del dissesto”.

Il Comune deve, infatti, affrontare lo scoglio del bilancio consolidato e, certamente, con una probabile deliberazione “negativa” della Corte dei conti, sarà tutta in salita. Per non parlare delle osservazioni amministrativo-contabili contenute nel MEF, che gli ispettori del ministero della Finanza avevano rilevato (cliccando qui potete leggere la relazione di pre-dissesto). Una situazione che vedrebbe piombare il Comune, che conta oltre 7 mila dipendenti, in un baratro da ripercussioni inimmaginabili.

 

“Siamo rallegrati della circostanza che anche gli altri consiglieri che occupano i banchi della minoranza, finalmente, si siano svegliati dal torpore, seguendo il M5S nelle battaglie portate avanti nell’interesse dei cittadini. In questo caso, in un’operazione di verità e trasparenza: la situazione finanziaria è grave e i palermitani devono saperlo”. E’ ancora Ugo Forello, capogruppo a Sala delle Lapidi dei cinquestelle, che ritorna sulla grave situazione economica del Comune di Palermo, plaudendo alla minoranza ma al contempo dicendo “che sta facendo solo adesso fronte comune contro Orlando”.

“Davanti ai dati preoccupanti dei conti economici del Comune di Palermo – aggiunge Forello – soltanto Orlando e i suoi sodali continuano a mantenere ostinatamente una posizione del ‘va tutto bene’, mentendo consapevolmente ai nostri concittadini”.

“Nessuno pensi, comunque, di sottrarsi alla critica – ha detto infine Forello – perché la vecchia politica che oggi s’indigna è la stessa che nel passato ha contribuito a determinare lo stato di difficoltà del Comune di Palermo, causando anche il fallimento dell’Amia, di cui ancora oggi ne paghiamo le conseguenze. È necessario voltare pagina e avviare un percorso di innovazione, che sia di netta rottura rispetto al pantano degli ultimi quindici anni”.

Il sindaco Orlando aveva parlato nei giorni scorsi di “un’inversione di tendenza della morosità della Tari che registra un miglioramento sia per le utenze domestiche sia per quelle non domestiche”, aggiungendo però che “questa morosità rimane comunque alta”.  Come dire che da un parte c’è un percorso virtuoso e dall’altra, invece, l’evasione in tema di tassa sui rifiuti è ancora alta. Affermazioni “diplomatiche” e forse anche obbligate perchè i numeri sono numeri e “barare” sarebbe davvero una strada troppo pericolosa. Dichiarazione, invece, che, a giudizio del capogruppo grillino a Sala delle Lapidi, Ugo Forello, “sono scontate e ampiamente prevedibili. Si continua a rinviare il momento in cui il Sindaco del paese dei balocchi alzerà bandiera bianca”.

E continua attaccando il primo cittadino e l’amministrazione comunale “colpevoli di aver annunciato, la scorsa estate che con il recupero dei tributi non pagati si sarebbero risolti gli squilibri di bilancio, garantendo così un futuro prospero alla città”.

“A inizio mandato di Orlando – ha aggiunto Forello – è cominciato il cosiddetto ‘totocartelle Tari’ e ci siamo sempre chiesti, prima di tutto, se fossero state regolarmente emesse, se gli elenchi dei contribuenti fossero stati aggiornati e se fra i destinatari, ad esempio, vi fossero anche attività commerciali non più esistenti. Per non parlare del livello di povertà spaventosa dei palermitani e di un atteggiamento di sfiducia e avversione dei cittadini per il servizio carente”.

Una bocciatura “tout court” del piano anti-evasione della tari voluto da Orlando e dall’assessore al bilancio, Antonino Gentile che nei numeri, conclude Forello: “è stata un’operazione fallimentare chiara a tutti, tranne che al Sindaco”.

 

Un quadro allarmante, quello descritto dall’intero gruppo consiliare pentastellato di Palermo, sulla situazione economica del Comune, che potrebbe rischiare il default finanziario. E proprio su BloggandoSicilia ne avevamo parlato recentemente.

“Tutti gli indicatori in nostro possesso –  dice Ugo Forello, capogruppo consiliare del M5S – dal ricorso ormai ordinario all’indebitamento al ritardo dei pagamenti, dall’imponente contenzioso contro il Comune alla crisi delle società partecipate e al fenomeno del disallineamento, ci conducono ad una sola conclusione: Palermo rischia il fallimento”.

Una denuncia gravissima, quella dei cinquestelle, supportata anche dalle osservazioni della Corte dei Conti nelle quali si evidenziano anomalie, criticità e irregolarità nei bilanci consuntivi di Palazzo delle Aquile. Per non parlare delle osservazioni amministrativo-contabili contenute nel MEF, che gli ispettori del ministero della Finanza hanno rilevato (cliccando qui potete leggere la relazione di pre-dissesto). Una situazione che vedrebbe piombare il Comune, che conta oltre 7 mila dipendenti, in un baratro da ripercussioni inimmaginabili.

“Il Sindaco – ha aggiunto Forello – invece di continuare a fare passerelle in diverse zone della città, promettendo opere e interventi di manutenzione ‘à gogo’, ha l’obbligo giuridico e morale di riconoscere e affrontare lo stato di crisi. Non è accettabile che continui a ripetere la menzogna che tutto va bene mentre la nave affonda”.

E alla luce di questo presunto collasso finanziario, il M5S ha detto che è “necessario nell’interesse della città di Palermo un cambiamento di rotta per risanare l’amministrazione comunale. Valuteremo d’urgenza la possibilità di redigere, in tempi brevissimi, un piano anti-dissesto e di avviare le procedure di predissesto”.

Sembra, dunque, che il tempo a disposizione sia quasi scaduto e senza governo nazionale insediato, Orlando ha come interlocutore solo la Regione, che diciamo in tema di risorse finanziarie non sta messa affatto bene.