Tag

silvio berlusconi

Browsing

Era tutto già scritto sin da quando la coppia Calenda-Renzi aveva deciso di convogliare a nozze “combinate”. Perchè di questo si è trattato. Un’operazione esclusivamente renziana, che serviva all’uomo di Rignano per poter sedere nuovamente in parlamento e avere facile manovra alle sue alchimie politico-economiche.

“L’unico problema oggi, per la costruzione del partito unico dei liberal-democratici, è che Renzi non vuole prendere l’impegno a sciogliere Italia Viva e a finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali”. E’ quanto racconta un dirigente di Azione all’agenzia Ansa, commentando i retroscena apparsi sui giornali in questi giorni e definendo “inaccettabili i tatticismi durati mesi dell’ex premier”.

“La pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana – continua la fonte – si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”. Matteo Renzi ha sostituito a sorpresa Rosato alla guida del partito, per controllarne direttamente i soldi e la struttura. In questo modo ha delegittimato anche il comitato politico della federazione del Terzo Polo dove oggi non siede nessun rappresentante di IV in grado di prendere impegni. Calenda ritiene inaccettabile questo atteggiamento in quanto contrario agli impegni presi con gli elettori. Dopo mesi di tatticismi da parte di Renzi sul partito unico e le sue assenze dalle attività del Terzo Polo per occuparsi di affari privati, a cui da ultimo si è aggiunto Il Riformista, la pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana – conclude la fonte – si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”.

La replica dei renziani non si è fatta attendere. “Non c’è nessun tatticismo di Italia Viva. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime” così in una nota Alessia Cappello e Ciro Buonajuto, portavoce nazionali di Italia Viva. “Ci sono le date già fissate, ci sono le regole decise da Calenda comprese quelle sul tesseramento, ci sono i gruppi di lavoro con i nomi già decisi, c’è il comitato politico. Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi”.

“Leggo polemiche dentro il Terzo Polo. Mi dispiace. Abbiamo scelto di fare un partito unico e abbiamo già definito le date. Noi non cambiamo idea e lavoriamo in questa direzione”, scrive su Twitter Maria Elena Boschi.

Dichiarazioni di facciata che celano, invece, un big bang all’interno del Terzo Polo ma soprattutto per una partita che vedrebbe in vantaggio al congresso i renziani. E se poi mettiamo sul tappeto verde la variabile impazzita di Forza Italia legata alla salute del suo fondatore, Silvio Berlusconi, tutto diventa ancora più complicato. Il rischio di una scissione nel dopo Berlusconi è data per cosa certa. E, infine, con la Meloni che arretrando nei sondaggi, sarebbe costretta a ricevere assist da Renzi, che da bravo “affarista” le darebbe volentieri un aiutino in cambio magari di qualche nomina.

Ma c’è anche e non di meno conto, l’aspetto economico. Infatti nel pomeriggio il leader di Azione incontrerà i suoi e alle 21.30 toccherà al senatore di Italia viva. Il 2 per mille di Iv vale due milioni di euro, se ci fosse lo strappo i parlamentari dei due partiti del Terzo polo finirebbero nel Misto. E non è escluso che questa vicenda finisca a “tarallucci e vino”.

(fonte Ansa – Huffpost)

L’ultimo sondaggio politico di Swg per il tg La7 di Enrico Mentana conferma il trend in salita del partito di Giorgia Meloni che stacca sempre di più la Lega di Matteo Salvini.

Il leader della Lega, che in queste ore è volato in Polonia, sarebbe adesso distante oltre quattro punti percentuali dalla sua alleata-rivale che ormai appare essere destinata a diventare il nuovo leader del centrodestra.

Restando nell’area, nel sondaggio politico emerge un autentico balzo da parte di Forza Italia, con Silvio Berlusconi che nell’ultima settimana si sarebbe migliorato di molto al pari di Italexit, il nuovo partito di Gianluigi Paragone. Infatti, il partito dell’ex Cavaliere sarebbe in netta crescita, tanto da poter ambire a raggiungere quella doppia cifra che invece ora rappresenta una sorta di incubo per il Movimento 5 stelle.

Nel centrosinistra segno positivo per il Partito democratico, mentre sondaggio ancora amaro per Matteo Renzi e Giuseppe Conte: il primo vedrebbe allontanarsi la soglia di sbarramento del 3%, il secondo invece starebbe vedendo il Movimento 5 stelle scivolare pericolosamente verso il limite della doppia cifra.

(fonte swg e money.it)

Un Matteo Renzi a tutto tondo a “L’aria che tira” su La7, il programma condotto da Myrta Merlino. “Io come Berlusconi nel litigio con Travaglio? No, non c’è paragone, lui superiore a me 20 a zero. Nel gennaio del 2013 ci fu l’intervista con Santoro e Travaglio, e lui fu il principale sponsor di Berlusconi, perché lì cambiò la sua campagna elettorale. Le opinioni di Travaglio sono quelle di un diffamatore professionista”.

IL VIDEO

(fonte Corriere.it e Ansa)

L’effetto traino della Lega che, negli ultimi sondaggi ha abbondantemente superato il M5S, si parla del 30,1 del partito di Salvini contro il 29,9 dei grillini (fonte Ipsos), sembra incidere anche sulla compagine di centrodestra. Secondo l’ultima rilevazione dell’Istituto Swg se  si votasse, oggi, il cdx avrebbe la maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera che al Senato, superando ampiamente la soglia del 40 per cento.

Il sondaggio, infatti, parla di una coalizione formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia che addirittura arriverebbe al 42,4 per cento, ottenendo 334 seggi per Montencitorio e 162 per Palazzo Madama, di cui 18 per la Camera e 2 seggi per il Senato in più della maggioranza assoluta. Un dato che consentirebbe, in teoria, di governare agevolmente senza dover ricorrere al solito assist trasversale o all’aiuto dei cosiddetti “responsabili”.

E questo è avvalorato, anche, dal fatto che all’appello mancano i 12 seggi della Camera e i 6 del Senato, che vengono assegnati nelle circoscrizioni estere e che, in parte, potrebbero andare al centrodestra. Quindi la forbice della maggioranza per il cdx potrebbe essere ancora più ampia.

E a questo punto chissà se Salvini, forte dei numeri, seppur virtuali, non vorrà capitalizzare e tentare lo strappo con Di Maio. Certo tutto questo non a breve termine, ma diciamo subito dopo le elezioni europee che si terranno il prossimo anno.

 

I fedelissimi parlano di un Berlusconi in profonda collera, intenzionato a “scatenare l’inferno”, come nel film “Il Gladiatore”, dove il generale romano, Massimo Decimo Meridio, interpretato dall’attore Russel Crowe, ordina l’attacco ai suoi soldati contro il nemico, con la frase epica: “Al mio segnale scatenate l’inferno”. 

La guerra tutta interna al centrodestra per la leadership della coalizione non è mai finita. E il lasciapassare dato a Matteo Salvini, all’indomani del risultato elettorale del 4 marzo, come da accordi pre-elezioni, per la guida della coalizione, era soltanto un atto dovuto.

Silvio immaginava, anche se ad oggi, al difficile puzzle del governo manca solo il nome che, l’operazione “contrattuale” tra Salvini-Di Maio, alla fine sarebbe naufragata. Lo ha detto sempre ai suoi nelle ultime settimane: “Vedrete che poi non se ne farà nulla e Salvini sarà costretto a venire a miti consigli per evitare il logoramento politico”. E la frase pronunciata proprio ieri: “sono pronto a fare il premier, credo che non c’è nessun candidato paragonabile a me”,  va letta sicuramente in due modi: il primo prettamente politico. Far capire e, soprattutto, dare un segnale all’esterno, in particolare agli elettori di centrodestra, che lui è ancora in partita, rispetto a quanti lo danno per spacciato e senza possibilità di “governare” questa fase di immobilismo e di incertezza. Il secondo, invece, un vero atto di ostilità, ma non dichiarato esplicitamente, con quell’ordine da “gladiatore” romanonei confronti del segretario della Lega. E continuando con questa strategia Berlusconi, durante un comizio, marca stretto il suo “alleato”: “Non ha mai parlato a nome della coalizione ha sempre soltanto parlato a nome proprio e della Lega. La coalizione con un programma comune è altra cosa e non ha nulla a che vedere con i Cinquestelle”.

A queste parole si sono, anche, aggiunti gli attacchi dei deputati vicini a Berlusconi mandati in avanscoperta: “Matteo Salvini si è posto fuori dal centrodestra”. Una “gragnola” di colpi verbali pesanti come chicchi di grandine che lo stesso leader leghista ha incassato, come un pugile all’ultimo round.

Ma al di là di tutti questi tatticismi lessicali, la vera preoccupazione dell’ex Cavaliere è che Salvini sia intenzionato a “saldare” definitivamente, con la fiamma ossidrica, questo patto contrattuale con Di Maio. E se pensiamo che tra i tanti punti del contratto di governo, c’è anche quello sul conflitto d’interessi, (tanto per capirci quello che riguarderebbe le sue aziende) e la riforma sulla giustizia, le notti di Berlusconi diventeranno sempre più insonni.  E magari serviranno a Mr. B. per preparare la battaglia finale e aspettare il momento propizio per risalire a “cavallo”, brandendo la spada del suo potere mediatico e gridando ai suoi: “Al mio segnale scatenate l’inferno”. 

 

La paura di possibili elezioni anticipate avrebbe portato Silvio Berlusconi a non osteggiare più un possibile patto di governo tra la Lega e il movimento cinquestelle. Sembra proprio che il vento sia cambiato a poche ore dalla decisione di Mattarella di formare il governo di “tregua”. Anche le parole di Di Maio fanno pensare che il lavoro dei “pontieri” sia stato proficuo, con l’obiettivo di chiudere la partita in tempi brevissimi.

Il designato premier grillino, come all’improvviso, sembra aver cambiato idea su Berlusconi, con un’affermazione che smentisce, di fatto,  quanto dichiarato da sempre: “Lui è il meno responsabile di questo stallo e non c’è alcun veto, la colpa è di altri”. E questi colpevoli avrebbero nomi e cognomi: Salvini, Renzi e Martina.

Tutto questo porterebbe ad un ragionamento semplice. Lo sdoganamento di Mr. B. da parte di Di Maio, consentirebbe un ammorbidimento dello stesso Berlusconi nei confronti dei grillini e, quindi, anche la possibilità di Forza Italia a votare un governo Lega-M5S. Il problema sarà, invece, sui temi che si affronteranno in parlamento ma anche qui l’escamotage è pronto: l’ex Cavaliere su alcuni provvedimenti potrebbe votare favorevolmente e su altri potrebbe astenersi o votare contro, non pregiudicando la tenuta della maggioranza.

A questo punto non resta che aspettare le 17 di oggi e vedere se Mattarella concederà ancora tempo o andrà dritto per lapropria strada, nominando il governo di “tregua”.

 

 

 

 

 

 

 

Nubi si addensano dalle parti del centrodestra in previsione dell’ultimo giro di consultazioni di Mattarella, previste per lunedì. Se dovesse esserci esito negativo, il presidente della Repubblica non potrebbe che dare vita ad un governo istituzionale o di scopo che più volte, sia Salvini che Di Maio, hanno considerato il male assoluto. Temono, infatti, che dietro tutto ciò ci siano le manovre di Renzi e Berlusconi per gestire una compagine governativa in accordo con l’Europa.

Tutto l’opposto di Lega e Cinquestelle che non hanno lesinato, anche in questi giorni, posizioni dure contro l’oligarchia di Merkel & co. Lo stesso Grillo ha ripetuto il “mantra” del referendum contro l’euro. Quindi il tempo stringe e questo fine settimana può essere decisivo. E Salvini sta proprio lavorando in queste ore per tentare l’ultima carta con i grillini: scrivere un programma politico a termine sul quale trovare l’intesa.

Operazione, comunque, difficile in considerazione che, come scrive oggi il Corriere della Sera, gli uomini di Salvini hanno paura che Berlusconi, da sempre contrario a elezioni anticipate, possa dire subito sì al cosiddetto governo di “tregua” e che Mattarella abbia già individuato una maggioranza disposta a sostenerlo, recuperando anche i cosiddetti “responsabili” e il gruppo Misto.

Questo, inevitabilmente, farebbe sgretolare il centrodestra. E sembra, sempre sulla base di quanto scrive il Corsera, che qualche leghista abbia già cominciato a chiamare quella del centrodestra “l’alleanza che non c’è” e che sarebbe pronto anche un “governo salvagente“, formato da Lega e Cinquestelle, sempre a scadenza. Il tempo è davvero scaduto. Quindi come dire: “ora o mai più”.

“I giornali di oggi dicono che lunedì lascerò Berlusconi? Capisco perché vendano sempre di meno. Non è vero che accadrà, non vedo perché dovrei cambiare idea ogni quarto d’ora: non faccio come Renzi o Di Maio”. A dirlo è Matteo Salvini, leader della Lega che smentisce categoricamente l’ipotesi di lasciare per strada Berlusconi, dando per morto qualsiasi accordo tra M5S e Pd.

“Mi presento alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella squadra – aggiunge Salvini -. Lasciare Berlusconi non è l’unica strada per fare il governo: non cedo a veti, controveti e capricci. Il centrodestra ha vinto con un programma comune e siamo ben disponibili a dialogare con i secondi arrivati ma non con i terzi”.

 

“Se Mattarella regala agli italiani una settimana di telenovela su Renzi e Di Maio non so cosa possono scrivere i giornali per una settimana. E così riempiono le pagine con ipotesi non vere che ci riguardano”. Quindi la situazione politica è ancora in fase di stallo, malgrado siano state annunciate “aperture” a vario titolo, rispetto al mandato esplorativo di Fico. E a questo punto non resta che aspettare Mattarella…

Berlusconi si fa da parte? Nemmeno per idea. Tira dritto e non se ne cura. Lo show al Quirinale del leader di Forza Italia è stato il primo passo. In una visita a Termoli l’ex Cavaliere risponde a Luigi Di Maio e a Matteo Salvini: altro che farsi da parte…

“Nessuno può dire a me cosa devo o non devo fare. Non c’è nessuno che possa dire: tu sì e tu no. Queste non sono cose accettabili“, dice l’ex premier. Poi il solito attacco ai 5 Stelle: “Se Di Maio si illude di rompere un rapporto di lealtà reciproca e di condivisione di valori che va avanti da vent’anni, nel centrodestra, non solo si fa delle illusioni, ma pecca di arroganza e di inesperienza. E dimostra di non conoscere nemmeno l’Abc della democrazia”.

Intanto in rete impazzano i meme dopo le consultazioni e persino Vittorio Feltri, direttore di Libero, vicino all’ex presidente del Milan, lo ha risparmiato: “Berlusconi si è reso ridicolo, come ormai gli succede spesso (…) Berlusconi è un politico terminale destinato alla marginalizzazione. Dispiace dirlo, ma è così. Non ne azzecca una neanche per caso. E in futuro avremo la conferma che dopo il tramonto arriverà la notte fonda”, scrive il direttore. Giudizio impietoso, come quelli apparsi in rete…