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di redazione. Ironicamente, come ad esorcizzare un’età che sembra impossibile raggiungere, si dice che 100 anni sono pochi e altri 100 non basterebbero a vivere pienamente una seconda esistenza. Ma quanti riuscirebbero in questa missione impossibile ?
Un traguardo da gara ad ostacoli che, sinceramente, in un mondo come il nostro, annegato dallo stress e dal rincorrere chissà quale isola felice, appare davvero come una chimera.

E quando poi si incrociano storie che sembrano uscite fuori da un romanzo di altri tempi, ci rendiamo conto che raccontarle, per noi umili scribacchini, diventa un vero privilegio.
100 candeline, 70 anni di iscrizione all’albo degli Ingegneri di Palermo e una vita dedicata alla ricerca e all’insegnamento accademico, assieme ancora alla voglia di studiare e alla lucidità mentale che non è cosa da poco, considerando che talvolta per noi “giovani” l’essere “smemorati” è diventata una disciplina agonistica giornaliera ! L’invidia, quindi, in questo caso è d’obbligo.
La storia è quella dell’ingegnere Giuseppe Levante (classe 1914), al quale l’Ordine degli ingegneri ha dedicato una targa celebrativa proprio per la doppia ricorrenza.

Lo abbiamo incontrato e lui con il suo garbo e la sua simpatia ci ha raccontato qualche goccia della sua vita. “Sono stato un libero docente dal 1944 al 1984 all’Istituto di Costruzione delle macchine della facoltà universitaria di Ingegneria e tra gli anni cinquanta e settanta, autore di numerose pubblicazioni. Da una trentina di anni vivo da pensionato e non ho affatto perso la voglia di studiare e di scrivere. Leggo tantissimo, ma solo pubblicazioni scientifiche e soprattutto in inglese, francese e tedesco, perché mi sento europeo. Custodisco in casa più di tremila volumi, alcuni dei quali piuttosto rari.
Il lavoro non mi ha mai affaticato, anzi mi ha sempre divertito. Ma voglio dirle che tra le passioni, a cui tengo particolarmente, c’è quella di giocatore di bridge. L’appuntamento con il più cerebrale dei giochi di carte c’è sempre nella mia agenda settimanale. Ho iniziato a giocarci nel 1936 e continuo anche adesso. Il bridge è un una scienza esatta ed è un gioco istruttivo, lo consiglio ai ragazzi”.
Poi, raccogliendo i complimenti per la sua eccellente forma fisica, ha lanciato un invito ai giovani: “Non fumate e amate lo sport”.

E a margine del nostro colloquio, il presidente dell’Ordine degli Ingegneri gli ha ricordato i suoi doveri sull’obbligo di seguire i corsi di aggiornamento professionale come iscritto, previsti adesso per legge.
Lui non si è assolutamente scomposto: “Sono pronto, quando devo iniziare?”. Sicuramente lo farà ma come docente e così potrà riuscire ad ottenere i “crediti!”. Auguri, per altri 100 di questi anni !

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