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IL LIBRO DELLA SETTIMANA

“PER QUANTO MI RIGUARDA, HO FATTO LA MIA SCELTA”

Autore
Giorgia Butera

Editrice
Amazon (www.amazon.com)

Giorgia Butera, scrittrice e sociologa della comunicazione ha di recente pubblicato il suo ultimo libro. Un’interessante disamina del “pianeta” donna, in un momento in cui si sta avendo una forte presa di coscienza su tutto ciò che riguarda la dimensione femminile, anche se ancora sono troppe le conquiste da fare. E lei ci descrive proprio la donna del “mondo” , in quel luogo dove, purtroppo, vige ancora una visione culturale buia, che la colloca in una condizione subalterna all’interno di quella società. Parliamo di diritti umani femminili, parliamo soprattutto di dignità umana.

Il Titolo del testo “Per Quanto Mi Riguarda, Ho fatto la Mia Scelta”, vuole richiamare le parole di Wangari Maathai, la prima donna africana che ricevette, nel 2004, il Premio Nobel per la Pace “per il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace”.
Giorgia Butera inizia la scrittura attraverso un tributo per una Terra felice, il Buthan. Dalla società si arriva ad analizzare l’individuo, in questo caso, di genere. La Donna.
Impresa, economia, sociale, attività legislativa, cronaca, tecnologia, curiosità. Partendo dall’origine, raccontando il peccato originale di Adamo ed Eva. In appendice, la presentazione di dieci storie di donne e simboli: la Statua della Libertà. Frida Kahlo, La Storia di Maria Narrata dai Vangeli, Franca Viola, Aung San Suu Kyi, Rita Levi Montalcini, Rebecca West, Wangari Maathai, Piccola Rawan ( la sposa bambina morta dopo la prima notte di nozze per le lesioni causate dal rapporto), Anna Frank. E poi, un unico uomo: Mandela, che per l’autrice ha rappresentato, sin da bambina, l’Umanità.
Le Donne, da sempre, protagoniste della comunità-società. Le donne sentimentali e concrete. Come se fossero un manifesto avanguardista del passato. Il progresso è strettamente connesso al protagonismo delle donne. La donna si ribella, conquista nuovi diritti, afferma se stessa. Un testo assolutamente affascinante che la scrittrice, con abilità e cura dei particolari, riesce a far entrare nel cuore e nella mente. Il consiglio all’acquisto è, ovviamente, sottointeso ! Buona lettura.

Il testo è disponibile in formato E-Book, acquistabile sul Sito Amazon, all’indirizzo:
http://www.amazon.com/dp/B00JRID9UY

Biografia. Giorgia Butera (Palermo, 7 agosto 1976). Sociologa della Comunicazione, scrittrice, producer, attivista sociale ed umanista.Laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi “Carlo Bo”, di Urbino. Si è occupata di comunicazione istituzionale, sportiva e di impresa, di pubbliche relazioni, di analisi sociale e di giornalismo.
Ha realizzato, lungo il suo excursus professionale, diverse pubblicazioni tra cui: Tribuna stampa (Il Minotauro, 2003), scritto insieme ad Italo Cucci ed Ivo Germano, Ci vediamo da Rosati, L’Incontro, Aspetti di Vita Sociale.

onorate società foto con pieruccio

IL LIBRO DELLA SETTIMANA.

“ONORATE SOCIETÀ”

Autore
Piero Messina

Editrice
BUR (www.bur.eu)

di Gaetano Càfici. Firmare questa recensione che, spezza piacevolmente e “sentimentalmente” quella che, invece, è una consuetudine consolidata di questo luogo di lettura, è per me un atto d’amore nei confronti dell’autore, anche se è bene chiarire che trattasi non di “amore carnale”, ma di affetto profondo.

Voi direte: ma allora tu sei in pieno e totale “conflitto d’interesse?”. Molto probabilmente sarà così, ma Pieruccio Messina (l’autore del libro n.dr.) come mi piace chiamarlo, è stato mio compagno di liceo.
E diciamola tutta il liceo è un luogo “magico”, così come le persone che incontri, poi le lasci all’improvviso, ma per una strana coincidenza o beffa del destino rientrano e incrociano la tua vita, e magari per fortuna o sfortuna fanno anche il tuo stesso mestiere (intendo quello di giornalista! Per scrivere un libro mi sto attrezzando).
Mentre la tastiera del mio pc cavalca parole che si incastrano tra la mente, il cuore ed i polpastrelli, il mio conflitto d’interessi si nutre sempre più, come una bocca famelica.

“Onorate società”, non è soltanto un libro ma va oltre, sia per la vastità dello scritto in sé, che per la capacità di narrazione. 393 pagine cesellate come un vaso di Pandora (questa volta scoperchiato), che affabulano e coinvolgono lungo il sentiero oscuro, ma lucidamente incastonato, dei grandi misteri della nostra Italia: dal connubio tra massoneria, mafia e politica al pactum sceleris (come l’autore stesso cita) tra le istituzioni “democratiche” e i governi del patto atlantico.

Piero Messina usa “penna e inchiostro” come “ago e filo”, in un straordinaria immersione analitica, didascalica e di approfondimento da vero artigiano della parola. Un autentico distillato di fatti, di testimonianze che traboccano foglio dopo foglio, capitolo dopo capitolo di una lettura colta, ma al contempo semplice.
Un libro d’inchiesta che, con dovizia di particolari e un’attenzione quasi “paranoica” (in questo caso come accezione positiva del termine), può essere definito senza “superbia” un vero capolavoro narrativo e di memoria storica. A questo punto il mio conflitto d’interessi è bello e servito. Non mi resta che augurarvi buona lettura. E, soprattutto, un bravissimo al mio compagno di liceo Pieruccio !

Biografia. Piero Messina, (Palermo 1965), ha iniziato la carriera di giornalista al quotidiano “Il Mediterraneo”. Ha scritto per il Sole24 Ore”, “Il Venerdì di Repubblica” e l’Ansa. Per il suo lavoro ha ricevuto il Premio cronista 2008 “Piero Passetti”, Targa dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti italiani. Le sue inchieste su mafia e terrorismo internazionale sono state pubblicate anche negli Stati Uniti e in Germania.Scrive per il settimanale “l’Espresso” e la rivista geopolitica “Limes”. Per BUR ha pubblicato anche “Il cuore nero dei servizi e Protezione incivile”.

cupole san giovanni degli eremit

di Gaetano Càfici. Palermo talvolta ti sorprende. Ti guardi intorno e la senti rassegnata, indifferente, come un libro di pagine bianche. Poi all’improvviso, in questo disegno di linee grigie, che sembrano marcare in modo indelebile i tratti della sua sofferenza, basta poco per far rinascere la speranza, la voglia di dipingerla di colori.

“Con la testa tra le Cupole” è un’idea, un progetto, un concorso che non nasce a caso. L’estro e la determinazione di Rosanna Maranto, presidente della cooperativa Colorè e direttore artistico di Illustramente e del centro culturale Skenè, ha dato vita, assieme ad alcuni partner tra cui Comune, Regione Sicilia, Unicoop Sicilia, Il Genio di Palermo e tanti altri ancora, ad un’iniziativa di grande valore educativo e artistico.

“Che Cupola!” è un concorso internazionale di illustrazione e di disegno, che coinvolgerà gli alunni palermitani di ogni fascia scolastica (escludendo la scuola materna), per promuovere giovani talenti e prevenire, anche, il triste fenomeno della dispersione scolastica.
Il senso del progetto ha una fortissima valenza simbolica. La cupola con la sua forma sferica rivolta al cielo, ma anche spesso riferimento alla cupola mafiosa.
Quindi l’esorcizzazione di un termine, per riuscire a dare di esso una visione positiva e non più negativa. Il progetto prevede itinerari artisti, ludici e didattici avente come tema la scoperta e la valorizzazione delle cupole architettoniche di Palermo, da San Cataldo a San Giovanni degli Eremiti, dalla Cattedrale alla chiesa del Carmine Maggiore, dalla chiesa Santa Maria dell’Ammiraglio a quella di San Giuseppe dei Teatini e tante altre.

A conclusione del concorso, tra coloro che hanno parteciperanno, ci sarà un vincitore assoluto al quale verrà dato un premio in denaro e 3 vincitori per categoria come primo, secondo e terzo classificato.

Per avere informazioni più dettagliate, sui contenuti dell’iniziativa, è possibile collegarsi ai siti web www.illustramente.it e www.centroculturaleskene.it, dove si può anche visionare il bando di partecipazione al concorso.

carmelo toro libro bolivar calling IL LIBRO DELLA SETTIMANA “BOLIVAR CALLING” Saggistica Autore Carmelo Toro Editore Carthago Editrice Catania (www.carthago.it)

Bolivar Calling si legge tutto d’un fiato ma, non non appena terminato, pare che qualcosa sfugga. E allora? Allora si ricomincia e si scopre, tra le righe, la visone del mondo che l’autore offre ed in cui il luogo è puramente occasionale, ben potendo la vicenda narrata accadere in qualsiasi altro sobborgo metropolitano.

Omar Vacchetti, il giovane protagonista del racconto, avvocato come il suo creatore, sebbene le somiglianze finiscano qui, nasce e cresce all’ombra dell’erma di Simon Bolivar, al quale è intitolata la Piazza, luogo da cui si dipana la storia. Sullo sfondo c’è Noto, il giardino di pietra, il suo nobile ed elegante profilo, da cui pare che la piazza sia distante migliaia di chilometri e non poche centinaia di metri.

Noto è pur sempre un paese e bastano quelle poche decine di metri perché della bellezza antica e un po’ patinata del centro si passi ai sobborghi in cui l’eco di questa bellezza si disperde nell’anonimato dei palazzi di cemento. Ai piedi del Libertador, un’umanità sordida e sbandata si arrabatta quotidianamente, nutrendosi di sensazioni primordiali, improponibili in una società organizzata su principi morali diversi e, spesso, solo di facciata.

Omar si ciba di questa realtà, ne avverte l’intima contraddizione, la sua ineluttabile drammaticità. Tuttavia si è costruito le armi per affrancarsene e dominarla. Con la sua agognata laurea in tasca va alla conquista del mondo, ma l’inganno e la disillusione si nascondono dietro gli abiti firmati di chi lo sfrutta senza ritegno, costringendolo ad una precarietà inaccettabile che merita una rivincita. Omar non è un eroe e neppure una vittima. Vive d’azzardo come i guappi del suo quartiere e scende a compromessi con la parte peggiore di sé per ritrovare la parte migliore di sé. E’ un uomo del nostro tempo, un uomo che aspira ad un “altrove” che lo liberi dalla modesta quotidianità e restituisca un senso alla sua vita; un “altrove” sognato e inseguito attraverso il bisogno ci credere nell’eternità dell’amore, accompagnato sempre dalla musica, la sola davvero in grado di fugare il rimpianto per chi non c’è più. Ironico, dissacratorio e, a tratti, malinconico, Bolivar Calling è un piccolo gioiello letterario e Carmelo Toro ben più di una promessa. (Autrice della recensione Giusi Farina).

Biografia. Carmelo Toro nasce a Messina il 29 gennaio 1977. Cresciuto a Noto, si trasferisce a Catania alla fine degli anni ‘90. Frequenta la Facoltà di Giurisprudenza, scrive per il Giornale di Sicilia, fonda un giornaletto universitario e milita in politica fino al 2008. Avvocato dal 2012, oggi vive e lavora tra Noto e Catania. Con lo pseudonimo di Live Experience continua ad organizzare eventi musicali e artistici nei locali siculo-orientali. Bolivar Calling rappresenta il suo esordio letterario.

puglisi

Da quando ho iniziato l’avventura di Bloggandosicilia, creatura che mi ha permesso di rimanere “ancora in vita”, cerebralmente parlando, (è innegabile la lenta agonia della nostra professione!), mi sono più volte chiesto quanto potente sia il web. Di quanto lo strumento possa essere carezza o pugno, a seconda come lo si utilizzi, anche nei suoi aspetti più effimeri o nei meandri più complessi di quel reticolo di fili immaginari, che la globalizzazione partorisce giornalmente.

Io che, invece, mi definisco antidiluviano da macchina da scrivere “lettera 22” e, oggi, convertito definitivamente o quasi alla rete! Diciamo un alieno.

Certo, la nostalgia della carta stampata potrebbe essere come il primo amore, quello che non si scorda mai, ma leggendo dell’iniziativa, che il collega Francesco Deliziosi ha voluto mettere in campo, realizzando un blog nel ricordo di Padre Pino Puglisi, l’Amarcord cartaceo non può che prendere il posto ad un grazie sincero.

Sì, un grazie a Francesco che, con amore, ha cucito sul web un abito prezioso, ricco di messaggi, di testimonianze, di storie, di immagini: quelle di un parroco di Brancaccio, anzi del parroco di Brancaccio che amava gli ultimi e che per gli ultimi è stato sacrificato. Un blog che trovate all’indirizzo www.beatopadrepuglisi.it, luogo da esplorare, fatto di memoria e di testimonianze, soprattutto per chi padre Puglisi non lo ha mai conosciuto.

d'arcamo foto libro cucina biologica

IL LIBRO DELLA SETTIMANA
“CUCINA BIOLOGICA”
Ricette tra Terra e Sole

Cucina

Autore
Davide D’Arcamo

Editrice
Armando Siciliano editore (www.armandosicilianoeditore.it)

Questo libro rappresenta una fase molto importante nella carriera dello chef palermitano Davide D’Arcamo, che ha già realizzato altri quattro libri: “Cucina Siciliana” , “A tavola con lo Chef” e ancora “Parola di Chef”, “le mie 100 Prelibatezze. “CUCINA BIOLOGICA” (Ricette tra Terra e Sole) volume di 200 pagine, è un lavoro letterario diverso rispetto al passato. Tema: il mondo del biologico che non è più una scelta alimentare, una moda o un trend, ma è diventata una necessità, perché la nostra salute dipende da ciò che mangiamo.

L’autore si è avvicinato alla cucina della salute, proprio perché sempre più persone si ammalano di malattie gravi e talvolta incurabili, a causa di ciò che mangiano giornalmente. Un lungo percorso di scrittura quello di D’Arcamo durato tre anni, per trasmettere al lettore e far capire il significato del biologico, le tecniche per realizzare un prodotto biologico e soprattutto le garanzie che deve dare un tale prodotto.
Il libro è stato presentato nelle maggiori città siciliane, a Torino al salone internazionale del libro e da ottobre inizierà un tour in Europa e negli Stati uniti per valorizzare la sana alimentazione nei paesi dove purtroppo ancora c’è molta obesità.

Inoltre, questa raccolta di ricette, per volontà dello stesso autore, sarà spunto per la realizzazione di un corso che verrà curato nelle scuole e nelle carceri minorili, per fare conoscere ai giovani l’importanza di alimentarsi in modo sano.

Davide D’Arcamo nasce a Palermo nel 1971 ed inizia, appena quattordicenne, la sua carriera al Ristorante “Trittico” di Palermo dove collabora, durante il periodo estivo, come apprendista di cucina. Da qui vola a Milano, Madonna di Campiglio, Cortina d’Ampezzo, Saint Moritz, Porto Cervo, Venezia, Firenze, Fasano del Garda, Venezia, Milano, tutte località queste dove ma¬tura grande esperienza collaborando in svariati ristoranti di qualità. Nel 1998 apre a Casteldaccia il ristorante “Pegaso” che, in poco tempo, diventa uno dei ristoranti più frequentati ed apprezzati del¬la zona. Poi altre esperienze nella Repubblica Ceca, in Danimarca e negli Stati Uniti.

copertina_libro (1)IL LIBRO DELLA SETTIMANA

“Il coraggio è una cosa”

Saggistica

Autore
Danilo Ferrari

Editrice
Néon (www.associazioneculturaleneon.it)

Trama. Come in una sorta di diario – che è scandito anche dagli incarichi ricevuti di redigere articoli per diverse testate –, in questo suo primo libro Danilo Ferrari compone una storia breve che comprende molte domande poste a se stesso, ma allo stesso tempo risponde ai numerosi dubbi “comuni” sul suo stato di ragazzo affetto da tetraparesi spastico-distonica con assenza di linguaggio e impossibilità di muovere le mani.

E così, nelle pagine de “Il coraggio è una cosa”, Danilo scrive della bellezza vissuta, del tempo che scorre, del rumore che scandisce le sue giornate, della gente che lo circonda, ma anche degli attacchi di depressione, dei “brutti pensieri” che talvolta fanno capolino, del senso di isolamento. Danilo però non è solo: a partire dalla sua assistente (la sua “traghettatrice” di parole), alla sua splendida famiglia, ai docenti, agli amici della Nèon, agli studenti che lo hanno intervistato, tutti citati e protagonisti di questo libro, che lo aiutano a raggiungere il traguardo di una normalità che, a leggerla, ci dà contezza che l’unica patologia incurabile rimane il pregiudizio. E non è certo Danilo Ferrari a esserne affetto.

DANILO FERRARI è nato nel 1984 e vive a Catania. Si è laureato in Scienze dell’Educazione presso l’Università degli Studi di Catania, con una tesi in Filosofia su “Diritti umani e dignità della persona”. È giornalista dal 2007 e attore di Nèon Teatro.
“Il coraggio è una cosa” è il suo primo libro ed anche il titolo dello spettacolo teatrale che lo vede protagonista, con la regia di Monica Felloni.

 

 

IL LIBRO DELLA SETTIMANA
“Le colpe nel sangue”
 
 
 

Romanzo 
Autore
Gina Emanuela Sorace
Editrice
La trama. Roberto deve ritrovare Vassilij, ma di quell’uomo, al quale è legato da una vita, non c’è più nessuna traccia. La ricerca non è facile, i ricordi e i rimorsi del passato si fanno sentire prepotenti.
Chi è oggi Vassilij ? Chi è stato veramente ? Che aspetto ha ? Una folle corsa contro il tempo, bisogna trovarlo prima che sia troppo tardi. Dopo quaranta anni Roberto ha vinto tutto. Vassilij, invece, è sparito. Cercare la verità significa incontrare la morte.
Meglio mentire. Meglio ancora non sapere……
Un libro intenso, scritto con pathos, a tratti “visionario”, costruito sui confini delle verità, delle sofferenze e delle paure nella consapevolezza che per giungere a quelle verità si può perfino uccidere.
Biografia autrice. Gina Emanuela Sorace, pugliese, nata a Bari nel 1980. Dopo una breve esperienza, in alcuni studi legali, si dedica alla professione di insegnante privata in ambito universitario. La passione per la scrittura la porta a pubblicare nel 2011 il suo primo romanzo giallo, “Il rifiuto del sì” e nel 2013 “Solitudini”. Vive attualmente a Foggia.

 

di Gaetano Càfici. Per molte volte, fin troppe volte, abbiamo assistito,  tristemente,  alla posa di una lapide, di un cippo marmoreo, di una stele, in ricordo di un martire, di un eccidio, di un barbaro assassinio. Rito che, nel rispetto doveroso di chi ne è stato vittima, ogni anno viene ripetuto con la commemorazione e il ricordo. Ovviamente nessuna obiezione, la memoria va sempre onorata per far sì che ognuno di noi non dimentichi mai !
Quello che, invece, di straordinario è accaduto, in un luogo dove si è privati della propria libertà, non è soltanto lo spazio famiglia  inaugurato nella Casa circondariale di Trapani, in memoria dei fratellini Asta, vittime con la madre, nel lontano 1985 a Pizzolungo, della violenza della mafia, ma l’aver coinvolto i detenuti per realizzarlo.
 
Un’iniziativa encomiabile che consentirà alle famiglie dei reclusi di avere a disposizione, per i propri figli, un’area ludica, con dondolo, altalene e un piccolo “castello incantato”, dove i piccoli potranno vivere il momento di incontro con più serenità. 
 
Otto sono stati i detenuti della sezione “protetti”che, dopo un corso di artigianato artistico di 600 ore, organizzato all’interno della struttura carceraria dall’associazione Euro di Palermo e finanziato con circa 80 mila euro della Regione e del Fondo Sociale Europeo, hanno creato sul muro “della rinascita” un’imponente raffigurazione di circa 4 metri per 20, di una scena a sfondo biblico tratta dal libro di Isaia.
 
Un fortissimo significato simbolico, che dà il “vero senso” alla detenzione come strumento di rieducazione e di speranza, assieme al pensiero di quelle morti innocenti che, in questo modo, non sono state inutili.
Per una volta, questo  luogo di memoria e di giochi, varrà la pena “commemorarlo”non ogni anno, ma ogni giorno. 
IL LIBRO DELLA SETTIMANA. “È già mattina” di Alberto Samonà
“É già mattina”
Romanzo (una storia vera)
Autore
Alberto Samonà
Editrice
Bonanno (www.bonannoeditore.com)
La trama.Ci sono storie che vanno raccontate e che consentono di far aprire cassetti che sembravano essersi serrati per sempre.
Il libro di Alberto Samonà, intitolato “È già mattina – Storia di Alessandrina, la bambina che visse due volte”, è una testimonianza di un mondo, di cui ormai si è persa memoria, ma che esiste al di là dei secoli. È la Palermo del periodo di fine Ottocento, con le sue atmosfere e le sue speranze, ma è anche la storia di una città in rapido mutamento, che entra nel ventesimo secolo, lasciandosi alle spalle la Belle èpoque e i suoi sogni.
Dietro a queste realtà visibili c’è anche il non detto e c’è la storia principale del libro, a metà strada fra il romanzo storico e il saggio. Al centro della vicenda narrata, un presunto caso di reincarnazione avvenuto in una famiglia nobile del capoluogo siciliano, che a quel tempo destò l’interesse degli studiosi, dei giornali e delle riviste scientifiche.
Alessandrina è il nome della protagonista, nata e vissuta per i primi ventisette anni di vita a Villa Ranchibile, dal 1937 sede dell’Istituto salesiano Don Bosco di Palermo, ma prima della sua repentina cessione dimora aristocratica e sede abituale di sedute spiritiche.
Secondo il libro, che riporta date e nomi reali e che narra di una storia vera, la piccola Alessandra fu dipinta dagli adulti del tempo come la reincarnazione della sorellina, morta a cinque anni per una grave forma di meningite. Un caso che allora venne studiato dallo stesso padre della piccola, infaticabile ricercatore nel campo dell’occulto, il quale raccolse una serie di elementi che avrebbero confermato questa tesi. Di tale periodo, restano diari e testimonianze che l’autore ha messo insieme in questo avvincente libro.
Alberto Samonà (1972), giornalista, vive e lavora a Palermo. Scrive per il quotidiano Libero. Ha scritto per diversi quotidiani e periodici. Ha pubblicato libri ispirati al ‘pensiero tradizionale’ e alla conoscenza di sé: Le colonne dell’eterno presente (2001), La Tradizione del sé (2003), Il padrone di casa (2008), Giordano Bruno nella cultura mediterranea e siciliana dal ‘600 al nostro tempo (2009). Bent Parodi.Tradizione e Assoluto(2011). Per il teatro ha scritto e diretto gli spettacoli Un fiamma a Campo de’ Fiori e L’oro del cavaliere. Ha inoltre scritto i testi teatrali Le notti di Casimiro, ispirato alla figura del pittore Casimiro Piccolo, e Arcani maggiori. Dal suo racconto La bambina all’Alloro, il cantastorie irakeno Yousif Latif Jaralla ha tratto lo spettacolo Le orme delle nuvole