Tag

migranti

Browsing

Ieri, Leoluca Orlando aveva attaccato Matteo Salvini definendolo “ossessionato” dai migranti: “Con la circolare inviata a tutte le Prefetture aveva detto il primo cittadino di Palermo  – appare sempre più chiaro il disegno dell’attuale ministro dell’Interno, che non soltanto è sempre più ossessionato, a livelli patologici, dall’idea che l’Italia sia una realtà interculturale, ma sempre più chiaramente appare indirizzato a tollerare se non addirittura ad agevolare nei fatti le cosche, la criminalità e quanti, nella presenza di cittadini migranti non regolari, vedono un’opportunità di arricchimento illecito”.

Il documento fatto  recapitare ai Prefetti e ai presidenti delle Commissioni riguarda il riconoscimento della protezione internazionale. Salvini, nella qualità di ministro dell’Interno ha chiesto, infatti, una velocizzazione nell’esame delle istanze e una stretta sulla concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari.  Da qui la polemica è servita. E oggi la pronta risposta di Matteo Salvini che su twitter ha scritto di voler “querelare il sindaco di Palermo”.

E non si è fatta attendere la replica di Orlando che sul social network ha detto: “Attendo la querela. Sarà un’occasione perché un giudice penale valuti la mia denuncia”. 

 

E’ un’affermazione che creerà un vespaio di polemiche, quella di Carlo Nordio, ex Procuratore Aggiunto di Venezia e titolare dell’inchiesta sul Mose, ma anche protagonista della stagione di “Mani pulite” con la celebre inchiesta sulle cooperative rosse. Il magistrato ha scritto di suo pugno un articolo sul Messaggero, oggi ripreso dal sito online Affari italiani, dal titolo: “La lezione che nessuno può dare al nostro Paese”. Il chiaro riferimento è alla polemica sul caso della nave Aquarius e sulle dure posizioni contro l’Italia del presidente francese Macron.

Ma che cosa dice Nordio? “Il diritto internazionale, come tutto il diritto, non è una scienza esatta, e su ogni questione esistono opinioni diverse, e addirittura opposte”, scrive l’ex pm di Venezia“L’ultimo esempio lo abbiamo avuto poche settimane fa, quando illustri costituzionalisti, anche appartenenti alla stessa area culturale, si sono divisi sulla legittimità del veto posto dal Presidente Mattarella alla nomina del professor Paolo Savona. Nel diritto internazionale, tuttavia, esistono alcuni punti fermi, che risalgono ai tempi di Ugo Grozio, cioè alle prime teorizzazioni di questa disciplina. Sono i seguenti: 1) pacta sunt servanda; 2) rebus sic stantibus; 3) bona fides”.

In merito al diritto internazionale sui migranti, Nordio aggiunge: “I trattati sono molti, e ambigui. (…) Tutti comunque concordano nell’imporre l’obbligo, in caso di soccorso in mare, di trasferire i naufraghi in un porto sicuro. Quello di Dublino ha un oggetto diverso: prevede i doveri dello Stato di prima accoglienza. Ma restiamo al salvataggio dei naufraghi. La nave olandese (o tedesca, non si è capito) ha tratto in salvo i migranti al largo delle coste libiche: i porti più sicuri e (vicini) erano in Tunisia e a Malta, paesi pacifici che garantiscono il rispetto dei diritti umani. Perché allora portarli in Italia? Perché, si dice, l’Italia avrebbe coordinato le operazioni di salvataggio. Ma questo non è previsto dalla legge del mare, che parla, appunto, solo del porto più sicuro“.

“Ammettiamo, per assurdo, che questo nostro obbligo esista”, prosegue Nordio. “Orbene, la disciplina dei naufraghi si applica a coloro che, in circostanze occasionali e impreviste si trovano in pericolo d vita. Ora è indubbio che i poveretti soccorsi in questi giorni versassero in pericolo. Alcuni, temiamo, saranno anche annegati. Ma è possibile affermare che queste navi tedesche battenti bandiere olandesi ( o viceversa), che incrociano a poche miglia dalla Libia e spesso sono in contatto con gli scafisti, è possibile, dicevo, sostenere che raccolgano ‘naufraghi’, o non piuttosto disgraziati cacciati in quella carrette secondo programmi elaborati da organizzazioni criminali? Ed è possibile che gli Stati di partenza, e anche quelli di bandiera delle navi, siano davvero ignari di questo traffico sciagurato? E allora da che parte sta la buona fede, che dovrebbe presiedere all’interpretazione e all’esecuzione dei trattati?”.

Nordio passa poi all’aspetto politico: “Il presidente Macron non ha nessun titolo per impartire lezioni di morale. Le vergogne di Calais e di Ventimiglia, dove i francesi hanno tenuto ammassati migliaia di migranti, fanno il paio con la macroscopica violazione della nostra sovranità con l’arrogante sconfinamento dei ‘gendarmes’ a Bardonecchia. Ma la Francia non è l’unica. I primi a chiudere le frontiere sono stati i ‘progressisti’ Stati baltici, la Svezia e la Danimarca. Poi la Gran Bretagna ha chiuso Dover, quindi tutta l’Europa dell’est ha sbarrato i confini, e l’Austria ha minacciato i carri armati al Brennero. L’Italia, ormai è quasi banale dirlo, è stata lasciata a sbrigarsela da sé”. 

Dunque, conclude Nordio, “il nostro nuovo governo si sta comportando con coerenza e dignità. I migranti raccolti dall’Aquarius sono, e sarebbero stati comunque, assistiti: il ministro Salvini aveva anche proposto lo sbarco delle donne incinte e dei bambini. E’ comprensibile che l’Europa si rammarichi di aver perso il nostro universale centro di raccolta che la esonerava da tanti impegni umani e finanziari, ma deve farsene una ragione. E in effetti qualcosa si sta muovendo. Dopo una politica di remissività passiva, occasionalmente corretta dal ministro Minniti , alzare un po’ la voce non fa male”. Ed è lo stesso Salvini a parlare durante l’informativa in Senato sul caso Aquarius: “Ringrazio l’ex procuratore di Venezia Carlo Nordio che ha scritto un articolo che mi ha confortato”.

E adesso guelfi e ghibellini potranno continuare a sfidarsi e, ognuno, brandire la spada delle proprie ragioni, ma questo certamente non risolverà il problema figlio non solo di interessi economici, ma soprattutto di politiche sbagliate a 360 gradi. E il conto a pagarlo, saranno sempre i più deboli, in questo caso i “poveri” e “disgraziati” migranti.

 

 

 

E stato un Orlando furioso, che ha usato parole durissimequello che stamattina, ospite al programma  “Coffee Break” su La7, si è scagliato ancora una volta contro il ministro dell’Interno Salvini, non citandolo, reo di aver chiuso i porti e non permesso alla nave “Aquarius”,  di giungere in Italia. A riportare la notizia è stato “il Giornale” che, addirittura, ha parlato di “sparata” del primo cittadino di Palermo.

“Si farà un secondo processo di Norimberga e noi verremo processati per genocidio. E a differenza dei nostri nonni non potremo dire che non lo sapevamoÈ vero o non è vero che i migranti sono persone?“. E ha aggiunto: “vero o non è vero che il diritto internazionale stabilisce che bisogna salvare in mare a qualunque costo? Quando questo non si fa, a mio avviso, si violano i diritti umani”.

Poi il sindaco di Palermo ha detto di aver presentato, nel dicembre del 2017, alla Procura della Repubblica di Roma, al presidente della Commissione europea e alla Corte dell’Aia, un esposto contro le istituzioni europee, in quanto “ritengo che l’attuale normativa europea è criminogena e produce crimini, alcuni commessi dagli Stati”.  E ha raccontato un retroscena parlando di aver ricevuto una risposta “imbarazzata” da Dimitris Avramopulos, commissario Ue e di essere in attesa delle decisioni dell’Aia. Ma promette che aggiungerà a “quello che ho già esposto, quello che sta succedendo in questi giorni”. 

Una mia riflessione datata 2015. E anche se sono passati 3 anni nulla è cambiato se non la #chiusuradeiporti.

Continua inarrestabile, nell’indifferenza di un’Europa vergognosamente silenziosa, l’onda di morte dei tantissimi migranti che cercano un approdo di vita sulle coste della nostra isola. A loro si uniscono come figure apparentemente “salvifiche” quei “mercanti di morte”, che altro non sono se non dei veri e propri “Caronte”, pagati per trasportare queste anime disperate e corrieri di vere e proprie organizzazioni criminali.

Intanto, da sempre, assistiamo alla passerella dei grandi governanti, che da Bruxelles tracciano, come professori d’eccellenza, le linee guida per un’Europa “che deve essere capace di dare slancio alle economie degli stati membri”. Le solite parole in libertà, che ritornano utili per fare demagogia, ma che di fatto non servono a nulla.

Per il resto non mi è sembrato di ascoltare riferimenti alla questione sbarchi! In fondo la cara Merkel, essendo geograficamente lontana da quei luoghi, che forse visita soltanto quando è in vacanza, non ha alcuna intenzione ad affrontare un tema così politicamente poco conveniente. Immaginate un centro di “accoglienza” a Berlino come quello di Lampedusa! Sarebbe troppo condividere questo dramma?

E poi con un governo debole come il nostro, assolutamente genuflesso alla Germania, anche eventuali provocazioni, che non ho né visto né sentito, sarebbero soltanto una cartina di tornasole. La sensibilità di questi pseudo leader è oserei direi algebrica. Le parole di Renzi, che chiese la convocazione del Consiglio europeo, sono assolutamente inique. Talvolta servono i fatti. Gli statisti sono tali per il coraggio delle scelte e, al di là dell’evento in sé, quello per esempio, della crisi di Sigonella (allora era Craxi, il presidente del consiglio dei ministri) diede dell’Italia un’immagine di un Paese con la schiena dritta. Ma allora esisteva la politica, ovviamente con i dovuti distinguo. Oggi vediamo soltanto un presidente del Consiglio che va in America a fare “jogging”.

Ma ritornando a cose serie, non possiamo non ricordare il grido di dolore lanciato dal Papa a Lampedusa, che rimase inascoltato. Parole dure le sue: “immigrati morti in mare, da quelle barche che, invece di essere una via di speranza, sono state una via di morte. Risvegliamo le nostre coscienze, perché ciò che è accaduto non si ripeta, non si ripeta per favore”. E, invece, si è ripetuto, manifestando il proprio dolore: “loro cercavano solo la felicità”.

Se, dunque, non si è capaci di ascoltare il Capo della chiesa, come si può pensare di fare dell’Europa un luogo di accoglienza, al di là delle carte geografiche? Siamo condannati ad assistere a quello che, inevitabilmente, diventerà un “letto di morte” senza fine, mentre l’Europa, ribadisco, rimarrà indifferente e vergognosamente silenziosa.

E ritornando ai giorni nostri, proprio oggi il ministro dell’Interno Salvini ha preso una posizione netta: “L’Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire”, coniando un “mantra” sui social: con annesse e connesse polemiche.

 

E’ un Giusto Catania con la lama tra i denti che attacca su FB Nadia Spallita, ex portavoce dei verdi e storica rappresentante della sinistra palermitana.

“In venti anni ha cambiato una decina di partiti e movimenti” dice Catania, capogruppo consiliare di Sinistra Comune -. Negli anni novanta era della Rete, all’inizio degli anni duemila si candida con Rifondazione comunista, poi passa ai Comunisti Italiani, poi sceglie la lista civica di Orlando, poi Altra Storia con Rita Borsellino, passaggio con Sel, eletta con Italia dei Valori, aderisce al PD in quota Renzi (memorabile conferenza stampa con Faraone!), si candida coi Verdi, salta subito su MDP, oggi pare che sia Liberi e Uguali…”
“Cara Nadia Spallitta tu puoi andare in qualsiasi partito ma potresti, per favore, evitare di impartire lezioni di coerenza? Grazie”

La dure parole di Catania nascono da una dichiarazione della Spallitta, sul tema dell’Hotspot dei migranti da realizzare allo Zen, che stigmatizzava il “comportamento” di Sinistra Comune:  “Credo che il gruppo consigliare Sinistra Comune debba uscire da quello che, a mio avviso, è un ambiguo sostegno ad un’amministrazione comunale a conduzione ‘renziana’. Questo gruppo consiliare dovrebbe prendere le distanze da scelte che contrastano con i principi di solidarietà sociale della sinistra e iniziare, da questo momento, una sana e costruttiva opposizione. Ciò servirebbe a garantire una maggiore trasparenza e democrazia alle scelte che riguardano la città”. 

Uno scontro tutto a sinistra, su una vicenda che in questi giorni è stato bersaglio incrociato di posizioni e di veti anche su posizioni trasversali.