Sembra che l’amministrazione comunale sia intenzionata ad avviare l’iter per modificare il regolamento degli interventi abitativi e quello relativo alla graduatoria d’emergenza abitativa. Una notizia che potrebbe apparire positiva, ma la domanda sorge spontanea e questa volta a porla (e non solo una) è chi da anni si occupa di questa materia: lo storico rappresentate dei senza casa di Palermo, Tony Pellicane.

“Nella sostanza – dice Pellicane sul suo profilo FB – si vorrebbero unificare le 2 graduatorie, quella relativa all’assegnazione di alloggi popolari a quella dell’emergenza abitativa. Così facendo si creerebbe una sola graduatoria per poter assegnare, a questa sola graduatoria, sia alloggi di edilizia residenziale pubblica, sia gli alloggi confiscati alla mafia”.

“Un provvedimento – aggiunge il difensore dei senza casa – che potrebbe celare una trappola proprio per le famiglie che vivono gravi condizioni abitative, in quanto la modifica sarebbe di fatto inapplicabile”.

Secondo Pellicane gli alloggi confiscati alla mafia e gli alloggi di edilizia residenziale pubblica hanno natura giuridica diversa: i primi sono e restano patrimonio dello Stato gestiti dai Comuni sui quali ricadono, quindi potrebbe essere impraticabile l’ipotesi di un assegnazione definitiva; i secondi, invece, nel caso ci fosse una graduatoria per l’assegnazione di alloggi cosiddetti erp (edilizia residenziale pubblica) sono ad essa vincolati, cioè un alloggio popolare non può essere assegnato a chi si trova nella condizione di emergenza abitativa.

“Perchè tutto questo diventerebbe una trappola per le famiglie che vivono gravi condizioni abitative?” si chiede Pellicane. La risposta, secondo lui, è di facile comprensione. “Questa tipologia di famiglie andrebbero sostenute con la fantomatica Carta REI (quella che riguarda il reddito di inclusione) o con eventuali contributi economici“.

L’obiettivo, dunque, sarebbe di mettere i nuclei famigliari nelle condizioni di potersi pagare l’affitto di una casa per circa 6 mesi. Ed è qui che si pone un altro arcano: quale proprietario affitterebbe ad una famiglia senza reddito e senza poter fornire garanzie la propria casa? E anche se così fosse non dobbiamo dimenticare che la carta REI  e i contributi economici sono a tempo. E Pellicane afferma anche che “con la casa affittata la famiglia perde di fatto lo status di famiglia in emergenza abitativa, quindi si pagherà l’affitto per 6 mesi e poi?”.

Infine, Pellicane parla di proposta irricevibile, affermando che “il Comitato di lotta per la casa 12 Luglio informerà le famiglie senza casa, siano esse in spazi occupati che non e, insieme a loro, decideremo come intervenire. Non permetteremo che l’amministrazione comunale smantelli quel percorso dell’emergenza abitativa che ha garantito ad oggi l’assegnazione di un alloggio confiscato a circa 250 nuclei familiari, quindi un percorso virtuoso che va mantenuto e valorizzato”.

Un’ennesimo quesito che giriamo all’assessore comunale al ramo, Giuseppe Mattina, che se vorrà potrà rispondere sul nostro giornale.

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