Un’ordinanza che certamente farà discutere e che, in piena emergenza rifiuti, sembra essere quasi un’operazione di distrazione di massa. Capiamo perfettamente la buona fede dell’amministrazione che, come riportato da un comunicato dell’ufficio stampa, intende “contrastare il fenomeno della prostituzione a sostegno delle vittime di violenza o di grave sfruttamento”. Ma il dubbio rimane e credo sia assolutamente legittimo da parte nostra sollevarlo.
Un provvedimento che prevede, nel caso di reato più grave, una multa da 400 euro che non sarà applicata alle persone che esercitano la prostituzione vittime di violenza o di grave sfruttamento o che si trovano in situazioni di gravità ed attualità di pericolo, ma ai clienti.
Quindi dal 16 aprile al 31 agosto, periodo per cui scatterà l’operazione antiprostituzione, sarà vietato, come recita la stessa ordinanza voluta dal sindaco Orlando, “l’abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo, ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione”; di richiedere informazioni e concordare prestazioni sessuali a pagamento; di eseguire manovre pericolose o di intralcio alla circolazione stradale”.
Le aree individuate, dove avranno validità i divieti, saranno quelle tra viale Regione Siciliana (tratto Calatafimi – Basile), via Ernesto Basile, via Lincoln, Foro Italico, via Roma, via Crispi, via Gaetano Daita e via Isidoro La Lumia e il parco della Favorita. L’ordinanza fa parte di un pacchetto complessivo unitamente all’attivazione di un tavolo tecnico ed al potenziamento dei servizi sociali per l’assistenza alle vittime della tratta. Quindi palermitani e non, siete avvisati perchè, qualche momento di pura trasgressione, potrebbe costarvi molto caro.
REAZIONI. E il gruppo consiliare di Sinistra Comune nei fatti boccia il provvedimento che “reputa non positivo perchè sembra più un’azione repressiva contro le persone, piuttosto che un’azione coordinata contro il fenomeno della tratta degli esseri umani. Riteniamo che una questione cosi complessa e delicata, con le sue implicazioni sociali, non possa essere inquadrata dentro le categorie del decoro urbano né possa essere affrontata con lo strumento dell’ordinanza. Sarebbe stato più utile predisporre un atto di indirizzo della Giunta con misure verificabili ed una serie di attività coordinate con le organizzazioni che operano nel settore”.