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Ad alzare il tiro contro il primo cittadino, dopo l’attacco frontale del M5s che aveva chiesto nuovamente le dimissioni del sindaco Orlando, in seguito alla bocciatura dei revisori dei conti del Comune del bilancio 2017, questa volta non è l’opposizione, ma Giusto Catania di Sinistra Comune.

Dunque, “fuoco amico” contro il primo cittadino che continua ad essere accerchiato. Il capogruppo di Sinistra Comune, parla di “campanello d’allarme da non sottovalutare per un testo molto articolato che necessita di un approfondimento nel merito. E’ necessario un vertice di maggioranza perchè non possiamo fare finta di niente”.

E va giù pesante affermando che “sarebbe ipocrita non evidenziare che la relazione presenta diverse criticità che meritano una riflessione politica complessiva sullo stato di salute e sulla capacità progettuale del Comune di Palermo”.

Né più e né meno un dichiarazione di guerra, più che un consiglio, che prelude ad un’anticipazione di campagna elettorale, sebbene la scadenza naturale del Sindaco, parliamo del 2022, sia ancora lontana. Anche se tra i boatos si parla di una candidatura di Orlando alle europee come via di fuga. Ne avevamo parlato proprio su BloggandoSicilia con questo articolo che potete leggere cliccando qui.

E continua ancora Catania: “Serve un colpo di reni e il parere negativo dei revisori dei conti può essere uno spunto per rimettersi in cammino e per rendere irreversibili gli elementi di trasformazione della città che, purtroppo, nell’ultimo anno sembrano scomparsi dall’orizzonte.”

“Chiedo una riunione improcrastinabile tra il sindaco Leoluca Orlando e la sua maggioranza per analizzare, fino in fondo, le difficoltà dell’attuale fase politico-amministrativa e per elaborare le necessarie soluzioni per ridare slancio ad una esperienza che rischia di impantanarsi”. 

Quindi una bocciatura in toto dell’amministrazione comunale questa volta non dall’opposizione, ma da quel pezzo di maggioranza che, sebbene non sia parte attiva della giunta, ha sostenuto il professore nella campagna delle comunali del 2017. La presa di distanza è un segnale fin troppo chiaro, nel tentativo di smarcarsi dall’attuale gestione di Palazzo delle Aquile, tentando di ritornare sulla scena politica cittadina dove soffia il vento giallo-verde.

Reazioni.

Dichiarazione di Barbara Evola (Presidente Commissione bilancio).
“Il parere dei revisori dei conti è giunto ieri pomeriggio, la Commissione Bilancio analizzerà con grande scrupolo il testo e convocherà per il prossimo mercoledì l’assessore al bilancio, Antonio Gentile, e il ragione generale Bohuslav Basile. Non possiamo perdere tempo, incombe lo spettro del commissariamento ed è necessario che siano esplicitate i tempi delle misure correttive da adottare per superare le numerose criticità rilevate dai revisori dei conti.
La Commissione bilancio farà la sua parte, come sempre, ma occorre che siano chiare le strategie da attuare per mettere in sicurezza la città e i suoi investimenti futuri.”

 

 

 

Nelle scorse settimane il consigliere comunale di Palermo del M5S e poi approdato al gruppo misto, Igor Gelarda, aveva consumato la rottura con il gruppo consiliare dei cinquestelle a Palazzo delle Aquile. Una polemica che ormai durava da mesi, soprattutto in tema di immigrazione. Adesso l’annuncio, con un post su facebook,  sebbene “celato” da un incontro che si svolgerà la prossima settimana tra lui, il segretario della Lega, Matteo Salvini e il commissario regionale del partito in Sicilia, Stefano Candiani. Ovviamente i giochi sono fatti e la Lega continua il  “reclutamento” di politici, anche in Sicilia, in un’emorragia che fa presumere, specialmente al Comune di Palermo, il passaggio di altri nomi eccellenti nel partito del ministro dell’Interno.

Il Palermo rischia di perdere anche lo stadio. La convenzione tra la società rosanero e il Comune, proprietario dell’impianto, è scaduta da almeno dieci anni e adesso il Consiglio comunale chiede spiegazioni e atti concreti prima di concedere un eventuale rinnovo ad altre condizioni.

In estrema sintesi, il Palermo gestisce il “Renzo Barbera” effettuando interventi di manutenzione straordinaria, che dovrebbero essere di pertinenza dell’amministrazione, e per questo motivo non paga ogni annuo i 300 mila euro di canone. Anzi, secondo il presidente rosanero Giovanni Giammarva “abbiamo effettuato alcuni lavori di manutenzione
straordinaria che, se sommati, portano la nostra società a essere in credito”.

Il Palermo ha proposto di rinunciare agli oltre 100 mila euro che avanzerebbe, pur di “chiudere una volta e per tutte la vicenda”. Ma la seconda commissione consiliare, che si occupa di Bilancio e Patrimonio, ha chiesto spiegazioni tanto che la fibrillazione tra viale del Fante e Palazzo delle Aquile è evidente.

I lavori, ha detto la dirigente del servizio Rosa Vicari al Giornale di Sicilia, “venivano autorizzati per una questione
di tempo: la questura ordina interventi nello spazio di 15 giorni, incompatibili coi tempi dell’amministrazione, altrimenti si sarebbe messo a rischio lo svolgimento delle partite”  Ma ci sarebbe anche un problema legato alla pubblicità e alla gestione degli ingressi: “Bisogna adeguare il canone annuo – ha specificato Giulio Tantillo, componente di Forza Italia della commissione -. Una parte degli introiti della pubblicità e della gestione delle tribune deve essere affidata  direttamente al sindaco che se deve invitare un ospite non può chiedere il permesso a qualcuno”.

Il presidente della commissione, il dem Giovanni Lo Cascio, sostiene che “l’interesse di tutti è trovare una soluzione e a questa bisogna lavorare. Senza pregiudizi e prese di posizione da parte di nessuno”. Più intransigente invece Mimmo Russo, consigliere del Gruppo Misto: “Non so cosa sono questi lavori che il Palermo Calcio dice di avere effettuato – ha spiegato al Giornale di Sicilia -. Chi ha autorizzato? Chi ha effettuato una verifica sulla congruità? Tutte domande che attendono una risposta convincente prima di procedere oltre”.

“La Rap rischia davvero il default. Un’azienda fragilissima che ha soltanto 10 milioni di euro di capitale sociale  e che dal 2017 è senza consiglio di amministrazione, quindi senza guida politica”. Ferrandelli, capo dell’opposizione a Sala delle Lapidi interviene in consiglio comunale, dove si è affrontato il nodo delle partecipate e in particolare della Rap. Tema che negli ultimi giorni è stato al centro di un duro dibattito d’Aula.

“Noi non vogliamo cadere nel precipizio con  voi e non mi sento rassicurato. I dubbi serpeggiano, manca anche oggi il presidente del consiglio comunale e nessuno garantisce la tenuta di questa AulaQuando si vuole votare un bilancio le ragioni non potete sostenerle perchè non sono sostenibili e il Sindaco, come sempre, non è presente e delega a soggetti che certamente sono previsti per legge, ma non possono essere interlocutori politici”. 

E continua riferendosi al bilancio consolidato: “Magari troverete una volta la ragione dei numeri a 16 per approvare il bilancio, ma non quella della città, sempre sporca e senza servizi. Per non parlare della situazione dell’Amat, in cui immagino sempre il volto corrucciato del presidente dell’azienda che non sa come trovare i 9 milioni di euro per farla sopravvivere”.

Una situazione molto complessa, alla quale si aggiunge il nodo dei 40 milioni di crediti che la Rap avanza dal Comune. Un debito che sarà difficile poter onorare da parte di Palazzo delle Aquile, anche se il vero nodo rimane quello dei disallineamenti delle partecipate. E a questo si lega anche il presunto rimpasto di governo cittadino e delle nomine che ne conseguirebbero. Orlando sicuramente sta temporeggiando, malgrado abbia annunciato tempi celeri per la nuova squadra. E sicuramente anche questa è una strategia, in attesa che il 2018 passi in fretta e  arrivi il 2019 quando le campane delle europee potrebbero “suonare a festa”.

 

Nasce l’Inter club al Comune di Palermo, nella sede di Sinistra Comune a Palazzo delle Aquile, ma è subito polemica con i tifosi del Palermo. Sui tre consiglieri comunali, il presidente Sandro Terrani, il vice Giusto Catania e il segretario Paolo Caracausi, si è scatenata l’ira dei sostenitori rosanero che hanno riempito con la loro protesta i gruppi di Facebook.

L’apertura di un Inter Club all’interno di un gruppo consiliare è fatto insolito ma la trovata dei tre consiglieri è certamente goliardica e può servire per stemperare il clima incandescente della politica soprattutto in questo momento.  Ci saremmo aspettati una discussione sull’opportunità o meno di utilizzare quei locali e, invece, il popolo del Palermo si è scatenato.

Tutti hanno gridato al “tradimento” perché i tre politici, oltretutto palermitani doc in tutti i sensi, tifano Inter e dunque non sarebbero “degni” di rappresentare la città. “Senza vergogna”, “Palermo è Palermo, la sua squadra ce l’ha”, “Fate qualcosa per Palermo e per il Palermo”, scrivono nei post e chi più ne ha più ne metta. Potenza dei social. Il tifo per una squadra di calcio è diventato occasione per attaccare i politici per un motivo diverso. E sbagliato.

Questa volta i cinquestelle hanno deciso di attaccare il cuore della burocrazia di Palazzo delle Aquile, chiedendo l’immediata sostituzione del capo di gabinetto del Sindaco, Sergio Pollicita.

“La nostra  richiesta è motivata non solo per la condanna a 1 anno di reclusione (in primo grado) per il reato di abuso d’ufficio, ma anche per le evidenti responsabilità che Pollicita ha avuto in questi anni, con riferimento alla gestione dei processi di pseudostabilizzazione del personale comunale, delle procedure di selezione dei dirigenti a tempo determinato e dei rapporti con le società partecipate”.

“Nel corso della sua dirigenza a capo del settore delle partecipate, il fenomeno del disallineamento dei crediti con le società è passato da 7 milioni a oltre 42 milioni di euro. In questo processo, inoltre, risulterebbe non costituito parte civile il Comune di Palermo. Ciò è incomprensibile e inaccettabile visto che lo stesso Comune è costituito in diversi procedimenti contro altri importanti dirigenti della nostra città”. Inoltre, il gruppo consiliare pentastellato ha chiesto al Sindaco “conto e ragione di questa condotta schizofrenica”. 

Tutto legittimo, ma Orlando con una mossa in contropiede ha disposto, come si legge in una nota del Comune, “che una volta ricevuta la notifica formale del provvedimento si procederà, in applicazione della legge, alla messa a disposizione dello stesso dirigente, quindi senza incarichi di tipo amministrativo. E acquisite le informazioni sul dispositivocontinua la dichiarazioneil Sindaco chiederà all’ANAC quali ulteriori passaggi l’amministrazione possa e debba compiere in aderenza al contratto collettivo e al dispositivo della stessa sentenza”.

Questa, insieme alle altre frecce avvelenate che, da un pò di tempo, i grillini di Sala delle Lapidi stanno scoccando, una dietro l’altra, contro l’amministrazione comunale e in particolare contro Orlando.
Una strategia che ha tanto il sapore di campagna elettorale, in una condizione attuale di debolezza del professore. Con il rimpasto non pervenuto e le sollecitazioni politiche di un cambio di rotta che arrivano anche da pezzi che appoggiano Orlando, vedi il gruppo consiliare capitanato da Giusto Catania, SinistraComune, tutto rimane assolutamente ancora in alto mare.

E’ innegabile che il sindaco Orlando sia sotto attacco, politicamente parlando. E nella situazione di de profundis per Palermo, sotto gli occhi di tutti, anche il  “nobile” riconoscimento di Capitale italiana della cultura sembra essere come svanito, eclissato. Almeno questa è la sensazione che si ha se si vuole essere onesti intellettualmente, mettendo da parte la propaganda e accettando l’evidenza che, purtroppo, fa male a tutti.

I “droni” dell’armata che hanno sferrato questa “battaglia” e che da tempo volano su Palazzo delle Aquile, sembrano dotati di una fonte inesauribile, alimentati probabilmente a luce interstellare. E neanche il sindaco Orlando, seppure nella riconosciuta capacità di grande stregone della politica, è riuscito ad avere i codici di lancio o più semplicemente individuare il chip per distruggere questo strumento infernale.

Si tratta di “osservatori” e “inquisitori” con obiettivi ben precisi, in una situazione dove sinceramente sparare sulla Croce rossa diventa semplicissimo come fare 2+2. E poi c’è l’opposizione a Sala delle Lapidi, anzi scusate quella non pervenuta. Solo nelle ultime settimane il gruppo consiliare dei cinquestelle ha alzato il tiro nei confronti del primo cittadino parlando addirittura di fallimento del Comune (precisiamo non essere un endorsement ai pentastellati, ma solo una costatazione). Certo verrebbe da dire “meglio tardi che mai”, ma lo spettro di un eventuale default qualche problema “tecnico” di ricandidatura ai consiglieri lo creerebbe sicuramente, quindi meglio prevenire che poi curare il malato terminale.

In tutto questo c’è il silenzio di Forza Italia, partito che a Palermo, ai tempi del cappotto nel 2001 di Miccichè (61 a 0), per intenderci non quello da indossare, faceva numeri impensabili ed era al governo della città.

Il partito azzurro, avversario da sempre di Orlando, ma mai nemico, oggi ha scelto di non fare opposizione al primo cittadinoUn vero e proprio “assist” politico che proverrebbe da uno scranno altrettanto prestigioso, diciamo dalle parti di piazza Parlamento. Magari si tratterà di una strana coincidenza, ma come diceva Andreotti: “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Perchè meglio stare in pace che farsi la guerra. E intanto Palermo non può che sperare in un miracolo di Santa Rosalia. Luglio, in fondo, non è poi così lontano.

 

Un quadro allarmante, quello descritto dall’intero gruppo consiliare pentastellato di Palermo, sulla situazione economica del Comune, che potrebbe rischiare il default finanziario. E proprio su BloggandoSicilia ne avevamo parlato recentemente.

“Tutti gli indicatori in nostro possesso –  dice Ugo Forello, capogruppo consiliare del M5S – dal ricorso ormai ordinario all’indebitamento al ritardo dei pagamenti, dall’imponente contenzioso contro il Comune alla crisi delle società partecipate e al fenomeno del disallineamento, ci conducono ad una sola conclusione: Palermo rischia il fallimento”.

Una denuncia gravissima, quella dei cinquestelle, supportata anche dalle osservazioni della Corte dei Conti nelle quali si evidenziano anomalie, criticità e irregolarità nei bilanci consuntivi di Palazzo delle Aquile. Per non parlare delle osservazioni amministrativo-contabili contenute nel MEF, che gli ispettori del ministero della Finanza hanno rilevato (cliccando qui potete leggere la relazione di pre-dissesto). Una situazione che vedrebbe piombare il Comune, che conta oltre 7 mila dipendenti, in un baratro da ripercussioni inimmaginabili.

“Il Sindaco – ha aggiunto Forello – invece di continuare a fare passerelle in diverse zone della città, promettendo opere e interventi di manutenzione ‘à gogo’, ha l’obbligo giuridico e morale di riconoscere e affrontare lo stato di crisi. Non è accettabile che continui a ripetere la menzogna che tutto va bene mentre la nave affonda”.

E alla luce di questo presunto collasso finanziario, il M5S ha detto che è “necessario nell’interesse della città di Palermo un cambiamento di rotta per risanare l’amministrazione comunale. Valuteremo d’urgenza la possibilità di redigere, in tempi brevissimi, un piano anti-dissesto e di avviare le procedure di predissesto”.

Sembra, dunque, che il tempo a disposizione sia quasi scaduto e senza governo nazionale insediato, Orlando ha come interlocutore solo la Regione, che diciamo in tema di risorse finanziarie non sta messa affatto bene.