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Ritorna lo spettro di un possibile “default” per l’Amat, l’azienda partecipata del Comune che già da tempo naviga in brutte acque, finanziariamente s’intende. Proprio quasi un anno fa ne avevano parlato (clicca qui per leggere) perchè il presidente dell’epoca, Antonio Gristina, aveva inviato una lettera ai dipendenti Amat per dire che soldi per gli stipendi non ce ne erano. Questa volta, però, la gatta da pelare tocca al nuovo presidente Michele Cimino. A denunciare il fatto è la consigliera comunale a Sala delle Lapidi dell’Udc, Sabrina Figuccia che attacca il sindaco di Palermo Orlando.

“Un primo maggio amaro per i dipendenti dell’Amat – afferma la Figuccia – che invece di onorare la Festa dei Lavoratori hanno dovuto stringere la cinghia, rimanendo con i conti in rosso, non si sa ancora fino a quando. La mancata erogazione degli stipendi, mai accaduta con il nuovo management, torna tristemente alla ribalta e se a questo si aggiunge il nuovo piano triennale, le preoccupazioni crescono. In questi giorni è infatti stato ufficialmente trasmesso il piano di risanamento 2019/21″.

“Un piano – continua l’esponente dell’Udc – molto dettagliato che riporta al suo interno dati allarmanti che potrebbero addirittura minare la continuità aziendale mettendo a rischio i livelli occupazionali, come messo nero su bianco sul piano in questione. L’azienda lo dichiara espressamente, occorrono nuovi capitali, altrimenti a farne le spese saranno come sempre i lavoratori, con quelli che vengono definiti dalla stessa azienda ‘provvedimenti difficili e impopolari’. Si andrebbe dalla riduzione del costo del lavoro, alla seria difficoltà di ‘mantenimento dell’attuale organico aziendale’.

“In parole semplici – conclude la consigliera comunale – si passerebbe dal taglio dei salari ai licenziamenti se il Comune di Palermo non aprirà le casse che, al momento, sono decisamente asfittiche, forse a cause dei troppi sprechi e delle eccessive scelte sbagliate compiute finora dall’eterno sindaco Orlando”.

Adesso la passa più che a Orlando passa a Cimino che dovrà convincere il sindaco ad aprire i cordoni della borsa per evitare che la situazione possa degenerare in una Palermo dove la “lista” di problemi è infinita. Primo tra tutti quello della Rap che, in materia di differenziata come abbiamo più volte scritto (clicca qui per leggere), non brilla per efficienza. I dati parlano chiaro. Non resta, dunque, che aspettare sperando che i tempi non siamo biblici e che ai lavoratori dell’Amat possano essere erogati al più presto gli stipendi.

La replica del presidente dell’Amat Michele Cimino:

Il presidente dell’Amat Michele Cimino

“Soltanto un piccolo ritardo nei trasferimenti delle risorse finanziarie nelle casse dell’Amat, in concomitanza del lungo ponte pasquale, ha fatto slittare il pagamento degli stipendi a domani, 3 maggio. Nessuna volontà di ‘non onorare la Festa dei lavoratori’, come erroneamente scrive in una nota  la consigliera Figuccia, perché l’azienda e l’amministratore unico tengono ai lavoratori. Noi andiamo avanti grazie all’impegno quotidiano e serio di tutti i dipendenti dell’Amat, che potranno solo aumentare e non diminuire. Il Piano di risanamento serve a rilanciare e riorganizzare l’azienda, ed è un elemento necessario per scongiurare una crisi”.