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La Smart del capogruppo del Movimento 5 stelle a Sala delle Lapidi ed ex candidato a sindaco Ugo Forello pizzicata in più di un’occasione in zona rimozione. Ma, secondo i grillini, è un complotto contro le denunce del movimento. L’episodio è stato segnalato in via Genova, nei pressi di via Roma e di Palazzo delle Aquile.

Secondo il Giornale di Sicilia “l’auto del consigliere grillino, che di solito si muove in bicicletta, espone sul cruscotto il
pass rilasciato dal Comune, sul quale c’è scritto che i consiglieri con il tagliando «sono autorizzati al transito nelle corsie di riservate e la sosta è prevista anche davanti agli uffici comunali e nelle zone a tariffazione oraria esclusivamente per motivi di servizio legati alla carica istituzionale». Il pass, però, non è bastato a Forello per evitare
una multa, dato che la vettura, intestata alla società di cui è socio di maggioranza, è stata posteggiata all’interno delle strisce gialle con divieto di sosta e rimozione forzata 24 ore su 24 in una zona di pertinenza del commissariato di polizia Oreto.

Lo staff di comunicazione del Movimento 5 stelle non ci sta, definisce “l’episodio eccezionale” ma grida allo scandalo per una presunta ritorsione comunale. “In relazione alle foto della Smart – scrivono dall’ufficio stampa di Forello – è davvero singolare che il giorno in cui il Movimento 5 stelle chiede il pre-dissesto finanziario del Comune per lo stato disastroso dei bilanci, qualche “amico del sindaco” provi ad attaccare il consigliere su un episodio così assurdo e  comunque eccezionale, anche in considerazione del fatto che è cosa nota che il principale mezzo di locomozione
del consigliere Forello sia la bicicletta”. Verità o scuse risibili per una semplice infrazione? Ai lettori le considerazioni.

Intanto, però, arriva una buona notizia per gli imputati nel processo alle firme false per le Comunali del 2012 in cui sono coinvolti 14 ex deputati grllini, attivisti e un cancelliere del Tribunale. Il giudizio, infatti, potrebbe fermarsi e concludersi con un nulla di fatto causa prescrizione.

“La prescrizione – scrive Riccardo Arena del Gds – decorrerà a ottobre 2019 o poco più avanti, ma il processo per le firme false a sostegno della lista del M5S, presentata alle elezioni amministrative di Palermo del 2012, rischia di dovere ripartire da zero: cambia il giudice e se uno solo dei 14 imputati negherà il consenso alla «rinnovazione degli atti» si dovrà ripetere tutto quello che era già stato fatto, dal 2 novembre scorso a ora; risentire i «verbalizzanti », i testimoni, i consulenti. Cosa che inevitabilmente allungherebbe i tempi del giudizio e metterebbe in serio pericolo la definizione nel merito del dibattimento di primo grado”.