Il leader della Lega sa benissimo di giocare su un tavolo verde, dove il bluff è l’unico strumento che gli consente di firmare, al suo popolo, un “assegno in bianco” per la la sua permanenza in questo governo e tentare di arginare le ire di tutti quegli elettori che lo vorrebbero barricadièro  e fautore del liberi tutti. Ma Salvini, oggi, ha una grana ancora più grande: i sondaggi che lentamente sembrerebbero erodere il suo consenso. Nelle ultime settimane ha perso quasi l’1 per cento e se tutto andrà bene la scadenza elettorale del 2023 è quasi una certezza. Quindi un altro problema: niente elezioni all’orizzonte. Staccare la spina adesso? Sicuramente è tentato anche perchè, in questo caso, per Mattarella sarebbe davvero difficile comporre un nuovo governo: strada davvero impercorribile. Per non parlare poi del “fido Giorgetti” che di “strambate” non ne vuole sentire. Fortemente saldo all’interno di un governo guidato dall’amico Draghi.

Dunque, Salvini diventa prigioniero di Salvini. Una spirale da cui non può uscire e in nome della quale brandisce ancora una volta il bluff della dittatura sanitaria. Prima contro Speranza (blindato apertamente dallo stesso Draghi) e poi in risposta al segretario del Pd Enrico Letta, che sulla posizione del coprifuoco alle 22, osteggiata dallo stesso Salvini che aveva firmato in tal senso una petizione, gli aveva dato un aut aut: “Così la Lega non può stare al governo.“

E oggi la risposta del leader del Carroccio dai microfoni di “Non Stop News su Rtl 102.5″. “La Lega fuori dal governo? Ho tutta l’intenzione di stare dentro, per le nostre idee e le nostre battaglie, anche se qualcuno ci vorrebbe fuori, come il Pd di Letta. La Lega, quindi, c’è ma basta che Letta non provochi continuamente, come sta facendo parlando di ius soli, di immigrati, chiedendo che Salvini vada a processo…e basta!”.

E sulla raccolta di firme sul coprifuoco aggiunge: ”È venuta dal basso. Una richiesta assolutamente trasversale: non è politica ma risponde ad una voglia di libertà da parte dei cittadini. Se c’è qualcosa che non convince, come il coprifuoco, che non ha senso, ma è scelta politica, lo diciamo, in 24 ore quasi 60mila persone hanno firmato il nostro appello online. Il coprifuoco non porta vantaggio, non c’è in Europa, non c’è a Madrid. Se la scienza dice bianco e giallo, perché devo restringere la libertà? Per me dipende dal buon senso, che fai alle 22.01 fai le retate? Il no al coprifuoco viene dal basso”. 

“Siamo d’accordo con Draghi”, continua l’ex ministro dell’Interno, “entro metà maggio ci sarà un aggiornamento in base ai dati scientifici, se continueranno a essere positivi, dal nostro punto di vista la riapertura deve essere totale, con azzeramento del coprifuoco”. Per Salvini c’è urgenza di far ripartire l’economia: “La fine della pandemia è vicina? Lo spero, lo indicano i numeri. Ma spero che qualcuno non dica ’tiriamo giugno, tiriamo luglio, perchè ogni giorno ci sono aziende che chiudono e posti di lavoro che se ne vanno”. 

Dunque, Salvini ribadisce il liberi tutti arrampicandosi sugli specchi, e con i numeri della pandemia che dicono altro. Non si schiodano, infatti, da quella curva che vede giornalmente dai 13 al 15 mila nuovi positivi e 300/400 morti. Ricordo il mio professore di matematica (materia scolastica a me decisamente ostica) che mi ripeteva in continuazione la perfezione dei numeri che si incastrano e che devono dare sempre e, comunque, il totale.

E se oggi i numeri sono quelli giusti e le vaccinazioni soltanto delle chimere (vedi l’altro bluff delle 500mila al giorno sbandierate dal generale Figliuolo), la strategia di Salvini è come una tempesta perfetta. Utile soltanto a calmierare il suo popolo e cercare di risalire la china del consenso perchè quel 2023 è lontano e in politica tutto è possibile. E il modello “Ursula”, per adesso in soffitta, potrebbe essere rispolverato all’interno di un’alleanza allargata in cui Forza Italia, adesso, sembra soltanto uno spettatore, ma non dimenticando che tra 9 mesi si elegge il nuovo Capo dello Stato e la partita per vincere le prossime nazionali, da una parte e dall’altra, si giocherà tutta là. To be continued…