“Sarà bene ricordare, adesso che Mattarella ha dato l’incarico a Conte, che le pesanti sgrammaticature lette in questi giorni sul ruolo del capo dello stato sono indice di profonda ignoranza istituzionale, prima ancora che pesanti gaffe politiche, potenzialmente molto controproducenti”. Enrico Mentana, con un post sulla sua pagina facebook, interviene questa mattina, sulla situazione politica all’indomani dell’incarico di Mattarella all’avvocato Giuseppe Conte, e in particolare attaccando il grillino, Alessandro Di Battista, che ieri aveva “bacchettato” il Capo dello Stato.

“Lo so che è molto più facile scrivere ‘viva il cambiamento’, è il sentimento che ha sempre chi subentra, con le sue speranze e il suo entusiasmo – scrive Mentana nella parte finale del post. – Ma le istituzioni sono come le case, le mura perimetrali non cambiano col cambio degli inquilini. E il post di ieri di Alessandro Di Battista mi ha ricordato, quasi alla lettera, dichiarazioni e articoli dei nuovi di 24 anni fa contro il capo dello stato. Andate a vedere…”

Di Battista, come si può leggere su FB, si era rivolto a Mattarella con toni poco ortodossi, parlando addirittura di un Capo dello Stato “intimorito e avvocato difensore di chi si oppone al cambiamento”.

“Un governo capace soprattutto di ristabilire un principio sacrosanto in democrazia: il primato della politica sulla finanza. Mi rendo conto – afferma Di Battista – che ristabilire questo principio possa far paura a qualcuno ma non dovrebbe intimorire chi ha l’onore di rappresentare l’unità nazionale. Il Presidente della Repubblica non è un notaio delle forze politiche ma neppure l’avvocato difensore di chi si oppone al cambiamento. Anche perché si tratterebbe di una causa persa, meglio non difenderla”.

Uno scontro che, sicuramente, è un piccolo assaggio di ciò che sarà il neo governo Lega-M5S. E con un sguardo sui mercati internazionali e la Ue che per adesso tacciono e attendono. Pe non parlare dell’avvocato Conte che nel suo ruolo di “tecnico”, perchè questo è,  dovrà muoversi su un terreno minato, ma soprattutto in un ambito nel quale la sua contrattualità è pari allo zero. Non dimenticando che, in tutto questo, Mattarella siamo sicuri rimarrà arbitro attento, ma anche guardalinee. Mi sarebbe piaciuto, invece, immaginare di vedere Cossiga o Scalfaro in quel ruolo. E la storia scritta sarebbe stata sicuramente un’altra.