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I prodotti tecnologici siciliani sbarcano in Australia. Un trasporto eccezionale di 25 tonnellate. Un convertitore di energia solare che da Palermo arriverà all’altro capo della Terra, nella città australiana di Sidney, grazie all’aereo cargo tra i più grandi del mondo che, dopo cinque anni, ritorna a solcare la pista di oltre tre chilometri: la più lunga del sud Italia, dell’aeroporto internazionale di Palermo Falcone-Borsellino.

L’Antonov 124-100M-150 della Antonov Company è un gigante dell’aria lungo 69,10 metri e alto 21,10, con 73,30 metri di apertura alare. E’ arrivato da Bucarest. Nello scalo aereo palermitano, i tecnici di GH Italia Palermo e XPH Xpress Handling hanno trasferito nella pancia dell’aereo il convertitore costruito in Sicilia e destinato a un parco eolico australiano.

Non si ferma ancora, purtroppo l’onda di contagi rispetto nell’Isola anche se il picco, come abbiamo anche documentato, dovrebbe avvenire nelle prossime settimane per poi scendere, speriamo definitivamente.

Questo il quadro riepilogativo della situazione in Sicilia, aggiornato ad oggi pomeriggio, riguardante l’emergenza Coronavirus e comunicato dalla Regione siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 27.438 (+2.581 rispetto a ieri). Di questi sono risultati positivi 2.159 (+62), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.893 persone (+34), 133 sono guarite (+20) e 133 decedute (+8).

Degli attuali 1.893 positivi, 628 pazienti (-7) sono ricoverati di cui 65 in terapia intensiva (-8), mentre 1.265 (+41) sono in isolamento domiciliare.

I dati delle 9 province: Agrigento, 110 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 94 (22, 5, 8); Catania, 560 (148, 32, 54); Enna, 279 (171, 1, 16); Messina, 330 (144, 20, 26); Palermo, 286 (70, 31, 12); Ragusa, 49 (9, 4, 3); Siracusa, 84 (44, 29, 9); Trapani, 101 (20, 9, 4).

Un durissimo attacco quello di Franceso Panasci, l’imprenditore palermitano, presidente di “ImpresSe”, l’associazione nata per tutelare le piccole e medie imprese, contro i provvedimenti in tema di finanziamenti, che il governo ha varato in favore delle aziende. Un documento di fuoco con il quale viene denunciato un sistema perverso di aiuti che, a suo dire, sarebbero di fatto una truffa.

“È inutile sperare che l’arrivo del ‘nuovo’ potesse far cambiare rotta sul sistema imprese Italia – si legge nel documento -. Nemmeno la pandemia è riuscita a sensibilizzare il Governo: provare a salvare le martoriate imprese italiane. Conte, ancora una volta, con nonchalance, è riuscito a dire tutto per non dire niente. Il decreto dei decreti, che ci prospetta di come ha pensato di salvare l’economia della Nazione. E sembrava vero. Invece no!”.

“Ancora una volta – continua Panasci – ci ha incantati (non tutti) dall’alto pensiero comunicativo del suo “grande Fratello” con il bombardamento di liquidità alle imprese pari a 400 miliardi. Sì, 400 miliardi non di denaro liquido, ma di garanzie da dare alle banche a cui dovremmo rivolgerci per chiedere un prestito da pagare in un massimo di 6 anni per colpe che non abbiamo. Nessuno sconto ai maledetti imprenditori. Si, lo sappiamo come pensano le banche. Sappiamo che in tempo di pace per ottenere un finanziamento bancario sarebbe come chiedere un miracolo a un non credente e l’operazione di finanziamento garantito e senza istruttoria per un importo di 25mila euro può essere vitale per le già moribonde aziende italiane”.

“Ma se andiamo dentro ‘l’azione di rilancio economico del Governo’ ci rendiamo conto che questa è una operazione che creerà ulteriore indebitamento alle imprese attraverso il prestito bancario che servirà anche per pagare le tasse che questo stesso governo ha posticipato (probabilmente a giugno) e non abrogato per causa di forza maggiore, come sarebbe stato giusto avesse fatto. SIA MAI! Insomma un finanziamento che indebiterà le imprese per pagare lo stesso Stato che si spaccia quale salvatore dell’economia italiana. Una vera truffa spacciata per aiuto. Molti imprenditori e cittadini lo hanno capito, altri lo capiranno pian piano. Potremmo dare per buona l’operazione qualora questa azione coinvolgesse tutti: politici e casta per primi, impiegati pubblici, pensionati e tutti gli altri”.

“Niente stipendi solo garanzie e prestiti per tutti. Allora sì che potremmo dire che  ‘arrivata la guerra ed è guerra per tutti’. Non è accettabile che questo governo ci chieda di combattere una guerra con ‘i soliti noti’ affacciati alla finestra e a godersi lo spettacolo. A Conte poi in particolare chiediamo di dare un esempio eclatante per iniziare. Quale? Inizi con revocare quel super  stipendio  di 160 mila euro annue al suo portavoce e gli conceda una bella garanzia di uguale importo per un prestito bancario.  Solo così potremmo certamente dire che se è guerra è proprio guerra per tutti”.

Come si dice la “speranza è l’ultima a morire”. Un “conforto” che arriva direttamente dall’America, in un momento in cui dobbiamo, comunque, mantenere saldi i nervi e, soprattutto, resistere continuando a #restareacasa.

L’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME), organizzazione indipendente della School of Medicine dell’Università di Washington, che fornisce i dati alla Casa Bianca e sulla base dei quali il 30 marzo scorso il presidente americano, Donald Trump, ha esteso le raccomandazioni e le restrizioni sanitarie fino alla fine di aprile, ha presentato uno studio che parla di fine della pandemia in Sicilia, con “zero decessi”, per il 22 aprile prossimo.

Ovviamente, “salvo – affermano gli studiosi – un allentamento delle misure di distanziamento sociale o un rimbalzo dei contagiati, con un totale dei decessi registrati in Sicilia di 205 morti al 4 agosto 2020“. Da notare che la proiezione dello stesso Ihme indicava una previsione di 139 decessi per oggi 7 aprile, in un range 129-155. L’aggiornamento alle 17 della Regione siciliana indica una cifra di 125 morti, due in più rispetto a ieri.

(Fonte agenzie)

Questo il quadro riepilogativo della situazione in Sicilia, aggiornato ad oggi pomeriggio, sull’emergenza Coronavirus, trasmesso dalla Regione siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Degli attuali 1.815 positivi, 637 pazienti (+5) sono ricoverati di cui 74 in terapia intensiva (-2), mentre 1.178 (+36) sono in isolamento domiciliare.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 23.464 (+1.560 rispetto a ieri). Di questi sono risultati positivi 2.046 (+52), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.815 persone (+41), 108 sono guarite (+4) e 123 decedute (+7).

Questa, invece, è la divisione degli attuali positivi nelle 9 province: Agrigento, 106 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 92 (22, 4, 8); Catania, 540 (159, 25, 49); Enna, 271 (168, 1, 15); Messina, 320 (139, 17, 25); Palermo, 260 (74, 29, 12); Ragusa, 47 (7, 4, 3); Siracusa, 79 (44, 25, 7); Trapani, 100 (24, 1, 3).

Il programma de La7, “Non è l’Arena” di Giletti, ha documentato in un video, la drammatica situazione che vive il quartiere Zen di Palermo per l’emergenza da coronavirus.

Dalle testimonianze emerge un quadro di tensione sociale, in quanto la maggior parte degli abitanti, prima della quarantena, svolgeva dei lavori prettamente in nero.

“Il Virus e la rabbia, titolo del servizio televisivo, è, purtroppo, la cartina di tornasole di un luogo da sempre abbandonato e che, oggi, vive ancora di più un’emarginazione figlia, questa volta, di un virus e non della “cosa pubblica”.

Un gruppo di 10 lavoratori metalmeccanici, assunti dopo il 23 febbraio, data di inizio dell’emergenza coronavirus sono stati licenziati dall’Hotel delle Palme di Palermo. E la beffa sta nel fatto che il decreto “Cura Italia”, varato il 18 marzo non li ha inclusi tra coloro che hanno diritto agli ammortizzatori sociali. E così, da quando anche la loro azienda come tutte le altre si è fermata per lo stop alle produzioni imposto dai decreti del governo Conte del 22 e 25 marzo,  per l’emergenza Covid19,  sono rimasti senza stipendio e senza cassa integrazione. 
A denunciarlo è la Fiom Cgil Palermo. Si tratta di operai della Mare Resort srl,  azienda palermitana di costruzione edifici residenziali e non residenziali, che stava svolgendo lavori edili di impiantistica, all’interno delle opere di restauro in corso al  Grande Hotel delle Palme di via Roma. 

“I lavoratori si trovano in una gravissima situazione. A causa della loro assunzione successiva al 23 febbraio – dichiara Francesco Foti, della Fiom Cgil Palermo – non hanno i requisiti per l’accesso alle integrazioni salariali  e non  hanno maturato ferie e permessi di anni precedenti da utilizzare. Né, in virtù del blocco dei licenziamenti economici opportunamente disposto dal governo, possono vedere risolto il rapporto di lavoro e accedere alla Naspi”.

I metalmeccanici erano stati assunti con  contratto a tempo indeterminato e hanno avuto il tempo di lavorare tre-quattro giorni e poi è subentrata la chiusura.

“Chiediamo al governo che nel prossimo decreto possano essere trovate delle soluzioni per consentire a questi lavoratori di poter essere retribuiti e rientrare negli ammortizzatori sociali”, aggiunge Foti.  La Fiom Cgil Palermo ha chiesto un incontro urgente all’azienda, per garantire i lavoratori e le loro famiglie, e ha inviato tre note all’assessore al Lavoro del Comune di Palermo Giovanna Marano, all’assessore regionale alle Politiche sociali del  Lavoro Antonio Schiavone e al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo,  ponendo all’attenzione delle istituzioni locali, regionali e nazionali il grave problema vissuto dagli operai della Mare Resort ma anche da altri lavoratori del  territorio palermitano.

“La situazione riguarda anche altri, è più estesa di quanto si pensi –  aggiunge la Fiom -.  Questi lavoratori sono posti di fronte alla chiusura delle aziende, che non li retribuiscono, non hanno elaborato alcun mezzo di ausilio per loro e non possono accedere ad alcuna forma di sostegno al reddito. La situazione è già gravissima ora e potrà rivelarsi peggiore nelle prossime settimane, per l’obiettiva incertezza circa il ritorno del sistema alla normalità. Chiediamo un riscontro sulle misure da mettere in campo per per risolvere, o quanto meno alleviare, il disagio segnalato”. 

(fonte foto Palermomania.it)

Una situazione che a prima vista potrebbe ingannare: una fake news ben confezionata se non fosse amaramente e tristemente vera. Come potete vedere, nel video postato dall’agenzia Ansa, le strade di Parigi affollate di gente.

Panifici, rosticcerie fruttivendoli. Nonostante l’emergenza coronavirus i parigini, possiamo dire da incoscienti, non hanno rinunciano alla spesa della domenica nelle botteghe di quartiere.

Il risultato è che rue Montorgueil, nel seconda circoscrizione della capitale francese, era piena di persone: c’è chi camminava tra un negozio e l’altro, chi in coda in attesa di entrare e chi approfittava della “bella giornata di sole” per una passeggiata all’aria aperta.

Un atteggiamento da irresponsabili o da stupidi? A voi lasciamo “l’impietoso” giudizio!

Cinquemila euro alla Caritas Diocesana di Palermo donati dal Corpo consolare che raggruppa trenta consoli onorari di Paesi di tutto il mondo, presenti nel capoluogo siciliano.

Con questo gesto le famiglie in difficoltà, potranno ricevere un aiuto alimentare. Il Corpo consolare si è rivolto ad una grande catena di supermercati siciliani: una scelta, dovuta sia alla volontà di aiutare la nostra economia che alla disponibilità ricevuta ad utilizzare prodotti sui quali l’azienda non metterà margini di ricarico, per dimostrare anch’essa solidarietà.

Si è deciso di devolvere gli alimenti alla Caritas, in quanto organo di riferimento del Comune di Palermo, che può coordinare gli aiuti rispetto alle esigenze delle famiglie.

“I Consoli dell’Associazione Corpo consolare – spiegano dal Consiglio di Decanato del Corpo consolare – sono vicini ai siciliani in questo momento difficile e per questa ragione, abbiamo voluto fare la nostra parte, attraverso un concreto gesto di solidarietà che possa aiutare chi ha più bisogno”.

Un accordo tra la Croce Rossa Italiana e la Federfarma per la consegna di farmaci a domicilio, rivolto a tutte quelle persone alle quali è sconsigliato spostarsi al di fuori del proprio domicilio o che sono impossibilitate a recarsi presso una farmacia, e che attraverso il numero verde 800.065510, potranno richiedere la consegna dei farmaci a casa.

Possono accedere al servizio le persone con oltre 65 anni, i soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria, e febbre (>37,5°), persone non autosufficienti o sottoposti alla misura della quarantena o, in ogni caso, risultati positivi al virus COVID19.

Il servizio può essere richiesto esclusivamente al numero verde 800.065510, attivo H24, 7 giorni su 7, per i soggetti che hanno i requisiti e già in possesso di prescrizione medica. All’atto dell’istanza, il richiedente dovrà indicare l’indirizzo di ritiro della ricetta e della consegna dei farmaci.

Il personale della Croce Rossa, in uniforme, provvederà al ritiro della ricetta o del promemoria presso l’indirizzo e si recherà nella farmacia più vicina al domicilio dell’utente, salvo diversa indicazione dello stesso.

Nel caso di ricette o promemoria consegnati da persone non autosufficienti o sottoposti a quarantena o positivi al virus COVID-19, la CRI provvederà ad avvisare il personale della farmacia. Una volta acquistati i farmaci (il cui prezzo, dove previsto, è anticipato al farmacista da parte di CRI) gli stessi verranno consegnati in busta chiusa all’utente che provvederà a rimborsare il personale CRI.

Il servizio è assolutamente gratuito e nulla è dovuto oltre a quanto necessario per l’acquisto dei farmaci. E’ possibile chiedere al personale CRI l’emissione dello scontrino fiscale “parlante” da utilizzare per le detrazioni fiscali, fornendo la tessera sanitaria o il codice fiscale. L’accordo, ovviamente, resterà valido fino a quando saranno in vigore le disposizioni che limitano lo spostamento delle persone.

(fonte foto terzobinario.it)