crocetta cappello 2

di Gaetano Càfici. La discesa da Roma del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio, inviato da Renzi come messaggero governativo è l’ultimo segnale di fumo per un governo che dall’agonia, sta passando lentamente ad un coma irreversibile.
I tatticismi politici sono come i “cip” nel poker, servono a distrarre l’opinione pubblica dando l’effetto ottico di un arcobaleno che non esiste, ma che si vuole fare vedere lo stesso!
Pochi dicono la verità, che non ha bisogno di economisti da podio: la Sicilia è al collasso economico, quello che in gergo tecnico chiamano default. In modo molto pratico: è al fallimento.

Così come mi sembra proprio da grande burla, l’invio di un megatecnico designato da Roma nel tentativo illusorio di trovare, in tempi brevissimi, le soluzioni ad un bilancio che fa acqua da tutte le parti e ad una situazione economica da “Day after”. Piuttosto, un modo per far sì che Crocetta venga “commissariato” politicamente in modo indolore e permetta a Renzi di avere un suo uomo all’interno della macchina finanziaria della Regione. Una sorta di “guardiano”. Anche lui ha capito quanto sia “pericoloso” lasciare la Sicilia nelle mani del “rivoluzionario” di Gela.

Il passaggio successivo sarà quello, da sempre utilizzato dai governi siano essi di sinistra, di centro o destra, della prebenda in soldoni, ossia dell’elargizione di fondi per salvare la Sicilia da un baratro economico inevitabile.
Il solito cappello che si riempie. Nessuno scandalo. Lo hanno fatto tutti. Lo faceva ad esempio l’ex sindaco Cammarata quando andava da Mr. B. a chiedere i soldi per gli Lsu. E non soltanto lui.

In fondo una prassi consolidata in una Sicilia da sempre considerata granaio di voti e, dunque, di consensi. Alla fine ha prevalso la preservazione del “bene personale”. Quella tutela di seggiola a cui nessuno vuole rinunciare!
E sentirete che le prime parole di Crocetta, appena “avranno” varato il “suo” nuovo governo, saranno: “la rivoluzione continua, non ci fermeranno”.

Come dire, speriamo che anche questa volta i siciliani se la siano bevuta!