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Non è sicuramente piaciuta a “Liberi e Uguali” l’operazione politica del sindaco Orlando diventato, nei fatti, l’amministratore delegato del Pd a Palermo. E la dichiarazione al vetriolo di Nadia Spallita, neo esponente in città del partito di Grasso, ha le caratteristiche di una resa dei conti tutta a sinistra.

“Il sindaco Orlandodice Nadia Spallitacontinua a tradire la fiducia che negli ultimi 40 anni la maggioranza dei cittadini palermitani gli ha rinnovato. Nessuno dei servizi di competenza della città funziona, dalla raccolta differenziata, ingiustificatamente ferma al 9 percento in città e al 12 per cento in provincia, con danni all’erario e ai cittadini, oltre che all’ambiente”.

 

Un attacco che apre le danze di una campagna elettorale dura e prefigura uno scontro già in atto all’interno del Pd, reo di aver ceduto al professore le chiavi del partito per paura che quel famoso 61 a 0 del centrodestra, potesse aleggiare come un fantasma nella stanze di via Bentivegna.

Come dire che di alternative non c’erano e Davide Faraone, braccio destro di Renzi in Sicilia, doveva trovare un escamotage per isolare la sinistra e dare al malato Pd una cura. E questa cura si chiama Leoluca Orlando.

Ma la Spallitta non si ferma e parla della  gestione delle risorse idriche in città “inadeguata a tal punto che dopo trent’anni, si torna al razionamento dell’acqua. Nessuna programmazione, nessun investimento sulle dighe, sulle reti obsolete e nessuna azione di prevenzione che il Sindaco avrebbe dovuto garantire”.

E’ un fiume in piena l’ex portavoce dei Verdi che continua dicendo che a “Palermo i servizi sono inesistenti e l’economia è ferma anche per le disfunzioni e i ritardi degli uffici tecnici. L’amministrazione comunale ha avuto ben 5 anni per bandire il concorso pubblico per l’assunzione dei dirigenti, invece ha preferito fare ricorso ad incarichi esterni a tempo determinato”.

E infine, cita la Ztl e la vicenda paradossale delle multe ai disabili. “Non ho visto alcuna forma di opposizione né dal centro destra né dalla sinistra, in merito a delle scelte, evidentemente errate, visto che oggi Palermo, si trova agli ultimi posti delle statistiche nazionali ed europee per istruzione, livelli occupazionali, disoccupazione, emigrazione giovanile”.

Ma la sciabolata finale la riserva al partito democratico che “ha consegnato la città ad un uomo solo. Orlando rinunci alle competizioni elettorali e dimostri con comportamenti concreti, l’amore che ha sempre dichiarato per la sua città”. 

Un appello, sembra quello della Spallita, che conferma come, dopo la candidatura alla Camera per il Pd di Fabio Giambrone, uomo di Orlando da sempre, si ha la sensazione che il professore voglia essere contrattualmente forte per giocarsi la carta delle europee e, come da noi scritto, lasciare Palermo.

Se così sarà, l’accordo tra Faraone e Orlando, che in molti vociferano, sarà per la successione di Palazzo delle Aquile. Tutto comunque passerà dal 4 marzo perchè, se il centrodestra sarà la coalizione che prenderà più voti, l’accordo per il candidato sindaco passerebbe anche da lì. E, quindi, non resta che aspettare meno di un mese e, forse, l’arcano potrà essere svelato.

Leoluca-Orlando
E’ come in un risiko, come in una partita a scacchi dove ogni mossa è studiata. L’errore può risultare fatale e far perdere al giocatore il “piatto”. Dunque, non sono ammessi sbagli. E’ come in una immaginaria linea “Maginot”, quella fatta costruire nel 1928 dal ministro francese Maginot a protezione dei  confini della Francia, dove tutto può accadere. Nella seconda guerra mondiale i tedeschi riuscirono ad eluderla.

La ztl, nei fatti, diventa spartiacque e linea di “guerra”, in una battaglia che oggi sembrerebbe a favore del sindaco: quella con cui il Cga ha riaperto, momentaneamente la partita chiusa, invece, dal Tar, sebbene lo stesso Consiglio di giustizia amministrativa ha consigliato all’Amministrazione comunale di attendere la pronuncia del tribunale amministrativo regionale, prevista per novembre, prima di porre in essere qualsiasi atto in materia.

Sembra un “all-in” quello del primo cittadino, dietro il quale c’è, senza se e senza ma, il tentativo di riprendersi Palazzo delle Aquile (il suo è il secondo, quindi ultimo mandato), in una città dove oggettivamente la partita politica, ad oggi, senza alcun avversario di rilievo, sembra proprio essere a portata di mano. E se si considera anche che nel vuoto di proposte alternative, l’ex Sindaco della Rete avrebbe il sostegno di fronde trasversali pronte, come sempre (c’è stato già qualche incontro), a dargli soccorso al ballottaggio.

Ma al di là delle manovre politiche e degli accordi che si delineeranno nei prossimi mesi, la data della #deadline rimane quella del 6 novembre. Perché se come annunciato dal Sindaco la ztl dovesse essere attuata prima di quella data, l’eventuale bocciatura del provvedimento dal parte del Tar, aprirebbe scenari imprevedibili e sarebbe per Orlando un duro colpo a soli sei mesi dalla sindacatura.

Intanto, eppur vero e neanche troppo celato, che un mancato introito della ztl metterebbe a rischio la tenuta finanziaria dell’Amat e dello stesso tram, per il quale Orlando si gioca la rielezione a Palazzo delle Aquile. E non meno rilevante la confusione che regnerebbe nei cittadini che, avendo rifatto il pass, dovrebbero richiedere per la seconda volta il rimborso. Quindi per adesso le carte sono tutte sul tavolo e l’all-in di cui sopra rimane “sospeso”. La “telenovela” continua.