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“Un sistema confindustriale che in Sicilia ha preteso per diversi anni di avere il volto della legalità ma ha mostrato l’agire dell’illegalità, come da me più volte affermato ed anche segnalato in sedi e ad istituzioni aventi anche poteri e funzioni giudiziarie”. A parlare è il sindaco Leoluca Orlando, che rende pubblico l’atto di citazione con il quale Sicindustria gli chiede un risarcimento di 1 milione di euro per diffamazione.

Orlando prosegue ricordando che “è altrettanto noto e ribadito dagli stessi vertici di Sicindustria, che per questo mi accusano di un presunto danno d’immagine che dal 2010, quando a parole e prese di posizione seguivano comportamenti e fatti in direzione diametralmente opposto, ho rotto qualsiasi contatto con quell’associazione, criticandone apertamente e chiaramente l’ambiguità e il pericoloso ruolo svolto rispetto alla politica e ai governi regionali”.

Nell’atto di citazione Sicindustria chiede al Tribunale di Palermo di “condannare il sindaco Orlando al pagamento della somma di 1 milione di euro, quale risarcimento per gli atti diffamatori contro l’associazione, a mezzo stampa, e per aver leso l’onore, la reputazione e l’immagine della stessa Sicindustria”.

“È anche notocontinua Orlando e non è mistero che fino al 2010, da rappresentante delle istituzioni a vario livello, è capitato di avere contatti con i vertici di Sicindustria. È normale che di fronte a prese di posizione pubbliche di quegli anni che apparivano o lasciavano immaginare una scelta netta contro la mafia e la corruzione, da politico e rappresentante istituzionale abbia espresso il mio apprezzamento.”

E infine conclude, affermando che “spetterà alla magistratura proseguire il proprio lavoro di indagine e sanzione di comportamenti illeciti, quale sia il rapporto fra me e Sicindustria è certificato appunto nella citazione nella quale sono proprio loro a ricostruire le mie prese di posizione pubbliche. Tutto il resto, comprese le parole degli indagati rilasciate per creare cortine fumogene, è del tutto irrilevante”.

Un’abile mossa, quella del professore, che anticipa di fatto ogni possibile strumentalizzazione, cercando di parare il colpo per refluenze che, certamente, non mancheranno in un’agone politico confuso e in una Palermo piena a “zeppa” di problemi irrisolti.