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E’ un fiume in piena Gianfranco Miccichè che, con un post su FB, prima si scusa per “aver esagerato in alcune affermazioni, spesso vengo frainteso, a volte non riesco a spiegarmi bene e forse, col mio modo di essere, posso avere offeso qualcuno anche senza volerlo”. E poi, invece, sferra un attacco durissimo contro coloro che definiscono “la politica un magna magna. Questi non sono altro che dei meschini”. Un’esternazione similare l’aveva già fatta nel 2104, (leggete questo articolo) dove diceva che  “con 4.000 mila euro non puoi vivere bene”. 

A loro non chiedo affatto scusa. Persone che illudono la gente, perché il loro consenso non vive di meriti, ma si nutre di sfiducia e calunnia. La politica è bellezza, è emozione, o almeno, così è per me. 

E continua affermando che non si scuserà mai, anche con quelli che hanno “inventato la favola per cui la politica si deve fare gratis. Non si può far politica ed esercitare pienamente, seriamente il proprio mandato e al contempo trovare il tempo di continuare ad esercitare la propria professione, vivendo solo di quest’ultima. Chi dice il contrario mente a se stesso e agli altri, strumentalizza le polemiche, alimenta esclusivamente l’astio e l’odio sociale. Fare politica è un lavoro a tempo pieno. Esattamente come per le altre professioni, si può essere un buon politico o uno scarso, un buon medico o uno superficiale, un bravo idraulico o uno incompetente. Dovrebbe semmai vigere un principio: un idraulico incompetente a fine mese non ha fatturato, così come un politico scarso a fine mandato resta a casa”.

E non si scusa ancora “con tutti quelli che, finché riguarda gli altri sono privilegi, ma se riguarda loro stessi allora sono diritti. Ipocriti, ipocriti, ipocriti; con tutti coloro che stanno distruggendo ogni briciolo di autorevolezza nella nostra società, gettando discredito sulle istituzioni democratiche, sul sistema scolastico e universitario, sul sistema sanitario, in nome di un nuovismo ad ogni costo”.  E alla fine scomoda pure Dostoevskij: “Tagliar teste è la cosa più facile, avere un’idea è la più difficile! 

Il presidente dell’Ars si rivolge anche a quelli che chiama professionisti dell’indignazione: “Ne vorrei vedere di meno e più, invece, gente che si emoziona perchè chi non è più in grado di meravigliarsi – e qui cita Albert Einstein – è come una candela spenta da un soffio”.

Certo tutte belle parole, in alcuni passaggi condivisibili, ma resta il fatto che la politica, a 360 gradi, è sotto scacco e la gente, purtroppo, alla canna del gas. E lo sforzo per essere credibile (mi riferisco sempre alla politica) è da numero algebrico.