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“L’Impero delle luci” di Renè Magritte battuto da Sotheby’s

Un vero e proprio record, quello della vendita dell’opera “L’Impero delle luci” del grande pittore Renè Magritte per 71,5 milioni di euro. L’iconico paesaggio è stato battuto all’asta da Sotheby’s, stabilendo il nuovo record per un’opera del maestro del Surrealismo. Al tempo stesso ha conquistato anche il primato del dipinto di maggior valore mai venduto all’asta in Europa.

Il precedente record per un Magritte era di 26.830.500 di dollari (circa 23 milioni di euro) per il dipinto “Le Principe du plaisir”, un ritratto di Edward James del 1937, venduto da Sotheby’s a New York nel 2018.

“L’impero delle luci” fu dipinto nel 1961 per la baronessa Anne-Marie Gillion Crowet, la figlia del mecenate dell’artista, il collezionista belga Pierre Crowet, e da allora è sempre rimasto nella raccolta di famiglia. Il soggetto potrebbe essere stato ispirato dalla poesia “L’Aigrette” di André Breton, che Magritte conosceva bene, con il verso che apre: “Si seulement il faisait du soleil cette nuit” (“Se solo il sole uscisse stasera”). La combinazione inquietante di una strada buia e notturna sotto un cielo blu brillante è tipica dell’inquietante immaginario surrealista di Magritte.

Esposto in tutto il mondo a Bruxelles, Roma, Parigi, Vienna, Milano, Seoul, Edimburgo e San Francisco, il dipinto “L’empire des lumières” è stato recentemente in prestito al Musée Magritte di Bruxelles dal 2009 al 2020, circondato dalla più bella collezione di dipinti dell’artista al mondo.

Il pittore Renè Magritte (1898 – 1967)

Magritte iniziò a lavorare per la prima volta su una versione di questo soggetto nel 1948, tornando sull’idea numerose volte nel decennio successivo, reimmaginando e arricchendo accuratamente ogni nuova composizione. Il gruppo risultante di diciassette oli, intitolato “L’empire des lumières”, costituisce l’unico vero tentativo di Magritte di creare una “serie” all’interno della sua opera. I dipinti si sono evoluti nel tempo pur continuando a parlare l’uno con l’altro, proprio come le notti stellate di Vincent van Gogh e le ninfee di Claude Monet.

La serie fu un successo immediato sia per il pubblico che per i collezionisti, con la prima versione acquistata da Nelson Rockefeller ed esemplari ora conservati nella Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, il Museum of Modern Art di New York, The Menil Collection di Houston e il Royal Museums of Fine Arts di Bruxelles.

(fonte adnkronos – foto Magritte: dueminutidiarte.com)

Giovane donna con cappello piumato, 1534-1536 circa (opera di Tiziano Vecellio)

“Quando un proprietario chiede la restituzione delle proprie opere mi pare evidente che queste debbano essere restituite”. Chiude così nel nascere, ogni ipotetica polemica, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha risposto alla richiesta della Russia di riavere indietro tutte le opere prestate alle Gallerie D’Italia e a Palazzo Reale.

Nella lettera inviata dal direttore del museo di San Pietroburgo, a Domenico Paraina, direttore del Palazzo Reale a Milano e al presidente di Skira editore, Massimo Vitta Zelman era stata chiara la richiesta dei capolavori prestati per la mostra di Tiziano.

“Sulla base della decisione del ministero russo della Cultura, tutti i prestiti in essere devono essere restituiti dall’estero alla Russia e l’Ermitage è un museo statale che dipende dal ministero della Cultura”, viene scritto nella domanda ufficiale. A rispondere poche ore dopo il ministro della Cultura italiano: “Il ministero non ha competenze in materia, si tratta di mostre organizzate dal Comune di Milano e dalle Gallerie d’Italia ma mi pare evidente che a richiesta fatta bisogna rispondere con la restituzione ai proprietari“.

(fonte open.online)

“Stiamo lavorando affinchè si possano individuare fornitori di materie prime alternativi alla Russia e all’Ucraina, in modo da compensare i blocchi o limitazioni agli approvvigionamenti da questi due Paesi”. E’ ciò che ha detto il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, nella sua informativa al Consiglio dei ministri.
“Abbiamo già registrato alcune possibili alternative – ha aggiunto Giorgetti – che sembrano offrire l’opportunità di rimediare, almeno parzialmente, alla contrazione e al blocco di importazioni da Russia e Ucraina”.

(fonte askanews.it)

Un altro atto di forza di Putin e del suo braccio destro agli esteri Lavrov. La decisione di abbandonare il Consiglio d’Europa da parte della Russia, si abbatte nel pieno della guerra in Ucraina.

“Il corso degli eventi è diventato irreversibile e la Russia non ha alcuna intenzione di sopportare le azioni sovversive intraprese dall’Occidente, che spinge per un ordine basato sulle regole e sulla sostituzione del diritto internazionale calpestato dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti”.  E’ quanto afferma il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, come riportato dall’agenzia Tass.

“La decisione della Russia – ha continuato Lavrov – è stata presa a causa del comportamento ostile dei Paesi europei e della Nato nei confronti della Russia, continuando “nel solco della distruzione del Consiglio d’Europa e dello spazio giuridico e umanitario in Europa”.

Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov

“I membri dell’Unione Europea e della Nato, che sono ostili nei confronti della Russia – ha detto infine il Lavrov – stanno abusando della loro assoluta maggioranza nel comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. La Russia non prenderà parte al tentativo di Nato e Ue nel trasformare la più antica organizzazione europea in un altro luogo dove vengono esaltati i mantra della supremazia e del narcisismo dell’Occidente. Lasciamo che si divertano tra loro senza la compagnia della Russia”.

Lo scorso 25 febbraio, subito dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, il Comitato dei Ministri aveva deciso di sospendere, con effetto immediato, la Federazione russa dai suoi diritti di rappresentanza nel Comitato dei Ministri e nell’Assemblea Parlamentare.

(Fonte ansa e eunews.it)

L’ultimo sondaggio politico di Swg per il tg La7 di Enrico Mentana conferma il trend in salita del partito di Giorgia Meloni che stacca sempre di più la Lega di Matteo Salvini.

Il leader della Lega, che in queste ore è volato in Polonia, sarebbe adesso distante oltre quattro punti percentuali dalla sua alleata-rivale che ormai appare essere destinata a diventare il nuovo leader del centrodestra.

Restando nell’area, nel sondaggio politico emerge un autentico balzo da parte di Forza Italia, con Silvio Berlusconi che nell’ultima settimana si sarebbe migliorato di molto al pari di Italexit, il nuovo partito di Gianluigi Paragone. Infatti, il partito dell’ex Cavaliere sarebbe in netta crescita, tanto da poter ambire a raggiungere quella doppia cifra che invece ora rappresenta una sorta di incubo per il Movimento 5 stelle.

Nel centrosinistra segno positivo per il Partito democratico, mentre sondaggio ancora amaro per Matteo Renzi e Giuseppe Conte: il primo vedrebbe allontanarsi la soglia di sbarramento del 3%, il secondo invece starebbe vedendo il Movimento 5 stelle scivolare pericolosamente verso il limite della doppia cifra.

(fonte swg e money.it)

Una donazione di 10 milioni di dollari all’esercito ucraino per combattere l’invasione della Russia di Putin. L’attore americano Leonardo Di Caprio risponde così all’appello lanciato degli ucraini. Di Caprio ha seguito l’esempio di Blake Lively e Ryan Raynolds, Mila Kunis e Ashton Kutcher e ha donando una somma ancora più importante che secondo i media è la più consistente fino adesso elargita al Paese sotto attacco.

La guerra ha colpito l’opinione pubblica mondiale, ma il divo americano ha un legame particolare con questa terra. Sua nonna materna era originaria di Odessa, la splendida città che si affaccia sul Mar Nero e che ora teme un attacco via mare. Si chiamava Elena Smirnova (morta nel 2008 a 90 anni). Da qui la donazione, come riporta Ukrinform, l’agenzia di stampa ucraina, citando la Gsa News.

L’attore, da sempre sensibile alle cause umanitarie ed ecologiche, sarebbe ancora più sensibile alla situazione ucraina per le radici della sua famiglia.

(fonte agenzia Ukrinform e Leggo.it)


 

Gli Usa fermano tutte le importazioni di petrolio e gas dalla Russia con l’obiettivo di “lavorare con alleati per ridurre la loro dipendenza energetica da quel paese”. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato oggi lo stop definitivo alle importazioni dalla Russia in campo energetico. “Il popolo americano darà un altro potente colpo a Putin”, ha detto Biden, sottolineando che gli Usa “non vogliono sovvenzionare la guerra di Putin” in Ucraina.

L’Ucraina non sarà mai una vittoria per Putin” ha ribadito Biden, denunciando come il leader russo “sembri determinato a continuare il suo percorso assassino a qualunque costo”. Il presidente americano ha detto che Putin “ha già trasformato due milioni di ucraini in profughi: la Russia potrà continuare la sua avanzata a un prezzo terribile, ma questo è già molto chiaro, l’Ucraina non sarà mai una vittoria per Putin”.

“Putin potrà essere in grado di prendere una città, ma non sarà mai in grado di tenere il Paese. E se non risponderemo all’assalto di Putin alla pace globale e alla stabilità oggi, il costo della libertà sarà anche maggiore domani”, ha continuato Biden. Che è poi tornato a elogiare il popolo ucraino, che “ha ispirato il mondo con il suo coraggio, il suo patriottismo, la sua determinazione a vivere libero”.

“La guerra di Putin – ha aggiunto ancora Biden – ha causato una sofferenza enorme e una perdita inutile di vite di donne, bambini, di chiunque in Ucraina e anche di russi”.

Guarda il video

(fonte Ansa e video agenzia Vista)

“Massima moderazione e pronta collaborazione con l’Europa per la guerra in Ucraina”. E’ quanto ha affermato il presidente cinese Xi Jinping, nel corso di una videoconferenza con i leader europei Macron e Scholz.

Nel suo primo colloquio con leader occidentali dall’inizio della crisi, Xi dice che la Cina “deplora profondamente la guerra e sostiene il rispetto della sovranità e integrità di tutti i Paesi, ma anche le legittime preoccupazioni in materia di sicurezza. Tutti gli sforzi per una soluzione pacifica dovrebbero essere supportati”. E ha bocciato le sanzioni “che avranno un impatto negativo, perché dannose per tutte le parti”.

Xi ha anche apprezzato l’impegno di Francia e Germania nella tutela degli interessi dell’Europa, invitando a “considerare la sua sicurezza duratura” con l’adesione “all’indipendenza strategica” e alla promozione “della costruzione di un quadro di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile”. La Cina è favorevole nel vedere “un dialogo tra pari” che coinvolga Europa, Russia, Stati Uniti e Nato.

“La Cina – ha detto infine il presidente Xi Jinping – apprezza gli sforzi di mediazione profusi nella crisi in Ucraina da Francia e Germania e si dice disposta a mantenere il coordinamento con i due Paesi più Unione Europea, svolgendo un ruolo attivo con la comunità internazionale secondo le esigenze di tutte le parti.

(fonte agenzia ansa)

E’ un dato davvero inquietante quello che esce fuori da uno studio dell’Istat. Nel 2021 l’incidenza di povertà assoluta è pari al 7,5% tra le famiglie (dal 7,7% del 2020) e al 9,4% tra gli individui, stesso valore dello scorso anno). Si tratta di oltre 1 milione 950mila famiglie, per un totale di circa 5 milioni 600mila individui. In crescita la povertà assoluta al Sud.
Il 2021 è stato ancora caratterizzato dalla pandemia ma con una forte ripresa economica (+6,6% il Pil). Le spese per consumi, misurate dall’indagine presso le famiglie, sono tornate a crescere (+4,7% in termini correnti rispetto all’anno precedente) ma non hanno compensato la caduta del 2020, risultando ancora in calo del 4,7% nel confronto con il 2019.

Nonostante il rilevante aumento delle spese per consumi, la povertà è quindi sostanzialmente stabile rispetto al 2020 per via, da un lato, di un incremento più contenuto della spesa delle famiglie meno abbienti e, dall’altro, per la ripresa dell’inflazione (+1,9% nel 2021), senza la quale la quota di famiglie in povertà assoluta scenderebbe al 7% e quella degli individui all’8,8%. Per meglio comprendere il contesto è utile ricordare anche gli effetti differenziati della crescita dei prezzi al consumo: nel 2021 l’indice armonizzato Ipca è stato infatti pari +2,4% per le famiglie con minore capacità di spesa e a +1,6% per quelle più abbienti.

L’intensità della povertà assoluta, cioè la distanza media della spesa per consumi delle famiglie povere dalla soglia di povertà, rimane anch’essa sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno (18,7%), con l’unica eccezione del Centro dove raggiunge il 17,3% dal 16,1% del 2020.

Nel 2021 si contano oltre 108mila famiglie in meno in condizioni di povertà assoluta al Nord (da 7,6% del 2020 a 6,7%), dinamica confermata anche a livello individuale (-301mila persone, da 9,3% a 8,2%). Andamento opposto si registra nel Mezzogiorno dove la povertà assoluta cresce e riguarda il 10,0% delle famiglie (da 9,4%) e il 12,1% degli individui (da 11,1%, +196mila). Nel Centro, infine, l’incidenza di povertà rimane stabile tra le famiglie (da 5,4% a 5,6%), ma aumenta tra gli individui (da 6,6% a 7,3%, +75 mila rispetto al 2020).

(fonte askanes e agi)



“Sono certo di interpretare il sentimento di tutte le italiane e di tutti gli italiani rivolgendo il primo pensiero di questo 8 marzo alle donne ucraine. Madri, lavoratrici, giovani, colpite da una violenza inattesa, crudele, assurda”. E’ quanto affermato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aprendo il suo discorso in occasione della Giornata internazionale della donna al Quirinale.
“Tante, troppe, sono le donne già cadute in questo ingiustificabile conflitto – ha aggiunto il capo dello Stato-. Nelle guerre le donne pagano sempre prezzi altissimi. Come donne, come madri, come compagne di vita. Vittime della insensatezza della guerra, vittime spesso di brutali violenze”.


“Nelle immagini della disperazione dei giovani genitori del piccolo Kirill si esprime la insensatezza della guerra, la crudeltà e il cinismo di questa aggressività della Federazione Russa contro l’Ucraina”, ha aggiunto Mattarella. “Questo ritorno all’indietro della storia e della civiltà va fermato subito. Opporsi oggi a questa deriva di scontri e conflitti comporta dei prezzi, potrebbe provocare dei costi alle economie dei paesi che vi si oppongono ma questi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso”.

“Non è tollerabile, e non dovrebbe essere neppure concepibile, che in questo nuovo millennio qualcuno voglia comportarsi secondo i criteri di potenza dei secoli passati pretendendo che gli Stati più grandi e forti abbiano il diritto di imporre le proprie scelte ai paesi più vicini e, in caso contrario, di aggredirli con la violenza delle armi provocando angoscia, sofferenze, morti, disumane devastazioni. La nostra responsabilità di cittadini, di europei – ha detto ancora Mattarella – ci chiama oggi a un più forte impegno per la pace, perché si ritirino le forze di occupazione e si fermino le armi, perché sia ripristinato il Diritto internazionale e siano rispettate le sovranità nazionali.”

Infine, parlando dell’8 marzo, il presidente ha detto: “La condizione femminile in Italia è fatta di luci e ombre. L’esperienza lavorativa e umana è positiva ma gravata ancora da troppi impedimenti, pregiudizi, ostacoli, difficoltà. Impedimenti e ostacoli che abbiamo il dovere di individuare e rimuovere insieme, uomini e donne, se vogliamo crescere da un punto di vista economico, culturale, sociale e della qualità della vita”.

(fonte agenzia askanews – ansa – afp e notizie.it)