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Gli ultimi sondaggi commissionati dall’Istituto Ixè, sempre da prendere con le pinze, vedono il centrodestra al 35.4%, il centrosinistra al 25.4%, il Movimento 5 Stelle al 29.2% e Liberi e Uguali di  al 7%. Nei fatti, dunque, nessuno riuscirebbe ad arrivare alla soglia prevista del 40 per cento e, quindi, l’accordo di un governo di “unità nazionale” sarebbe inevitabile.

Per quanto riguarda, invece, l’attribuzione dei seggi, altro elemento rilevante rispetto agli equilibri politici, alla Camera il centrodestra otterrebbe 290 seggi, 16 in meno rispetto alla maggioranza; al M5S ne andrebbero 177, al centrosinistra 130, a Liberi e Uguali 29, e agli altri partiti solo 4. Dei 231 collegi uninominali 146 andrebbero al centrodestra, 58 al Movimento 5 Stelle e 27 al centrosinistra.

Situazione simile al Senato, ma dove il centrodestra arriverebbe a sfiorare la maggioranza assoluta conquistando 152 seggi. Il Movimento 5 Stelle ne otterrebbe 87, il centrosinistra 61, Liberi e uguali 13, e altri partiti 2. In questo caso il centrodestra conquisterebbe 76 dei 115 collegi uninominali; 27 il Movimento 5 stelle, 12 il centrosinistra.

Il sondaggio politico elettorale di Ixè ha poi riguardato i leader politici, mostrando quelli che godono di maggiore fiducia:  Gentiloni è al 33%, Bonino al 30%, Di Maio al 30%, Salvini al 25%, Berlusconi al 24%, Grasso al 22%, Meloni al 22%, Grillo al 22%, Renzi al 21%, Bersani al 19%.

Partiti. Il Movimento 5 Stelle rimane sempre il primo partito in ambito nazionale con il 29.2% dei consensi (+1.4%). A seguire troviamo il Partito Democratico, che perde lo 0.5% in una settimana e si attesta al 21.8%. Cala anche Forza Italia, che fa segnare -0.7% e si porta al 16.7%. All’11.9% (+0.6%) troviamo la Lega, poi Liberi e Uguali al 7% (-0.4%), Fratelli d’Italia al 4.4% (-0.1%), Noi con l’Italia al 2.2% (-0.3%), Più Europa al 2% (+0.1%), Civica Popolare allo 0.9% (-0.3%), Insieme allo 0.7% (-0.1%), altri di centrodestra allo 0.2% e altri partiti al 3% (-0.1%).

Per quanto riguarda la partecipazione al voto, il 59,9 per cento degli intervistati si è detto certo di andare a votare il prossimo 4 marzo, mentre per il 9% non lo farà. Ma il dato preoccupante è la percentuale di indecisi che è risultata superiore al 30%. Una disaffezione degli elettori nei confronti della politica e della partecipazione al voto, che dovrebbe far riflettere i nostri governanti.