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Parole pesanti come le pietre, quelle del Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, contro Vladimir Putin. E attaccando direttamente il capo del Cremlino parla dello “zar russo” come di “un dittatore che commette un genocidio”.

“Il vostro bilancio familiare, la vostra capacità di fare il pieno – aggiunge Biden nel corso della visita in Iowa, parlando dell’aumento dei prezzi dei carburanti – niente di tutto ciò dovrebbe dipendere dal fatto che un dittatore dichiari guerra e commetta un genocidio dall’altra parte del mondo”.

Finora il presidente americano aveva parlato di crimini di guerra, ma non di genocidio. Il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, nei giorni scorsi aveva specificato che “vediamo atrocità, crimini di guerra, ma ancora non vediamo un livello sistematico di deprivazione della vita del popolo ucraino che arriva al livello di genocidio”.

Interpellato domenica scorsa dalla Cnn, Sullivan aveva detto che non è importante l’etichetta di genocidio o no, “quanto il fatto che queste sono azioni crudeli e criminali, alle quali bisogna rispondere in modo deciso”.

Il presidente americano nelle scorse settimane aveva definito il presidente russo “criminale” e “macellaio”.

IL VIDEO

(Fonte agenzia vista e adnkronos – foto AFP)

La crisi economica morde l’Italia e le previsioni sono tutt’altro che rosee. Per quest’anno di ripresa del Pil, a causa della crisi ucraina, non se ne parla: “il ritorno dell’Italia ai livelli pre-pandemia slitta dal secondo trimestre di quest’anno al primo del prossimo”. A denunciarlo è Confindustria nel rapporto di previsione del Centro studi di viale dell’Astronomia, sottolineato anche dal presidente dell’associazione industriali, Carlo Bonomi.

Il rapporto spiega che “nei primi due trimestri l’economia italiana entrerebbe in una “recessione tecnica”, seppur di dimensioni limitate, non pienamente compensata dalla ripresa attesa nella seconda metà dell’anno. A ciò farebbe seguito una crescita di +1,6% nel 2023, grazie a un profilo del Pil interamente crescente nel corso dell’anno”. 

Guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina le speculazioni e l’aumento dei prezzi energetici e dell’inflazione strozzano nella culla quel poco di ripresa economica dopo la devastazione delle restrizioni anti Covid. “L’andamento del Pil italiano nel 2022 risulta molto meno favorevole di quanto precedentemente stimato: quest’anno si registrerebbe un incremento del +1,9%, con un’ampia revisione al ribasso (-2,2 punti) rispetto allo scenario delineato lo scorso ottobre, prima dei nuovi shock, quando tutti i previsori erano concordi su un +4,0%”. Confindustria precisa che “la variazione positiva nel 2022, peraltro, è interamente dovuta a quella già acquisita a fine 2021 (+2,3%) grazie all’ottimo rimbalzo dell’anno scorso”. 

“Gli effetti della crisi a livello globale sono fortemente diseguali tra aree e settori, in base alla vicinanza al conflitto, alle dipendenze da petrolio, gas e altre commodity e, in generale, alle connessioni produttive e finanziarie con i paesi direttamente coinvolti nella guerra (Russia, Ucraina e Bielorussia). Tra le principali macroaree, l’Unione europea è quella più colpita, come segnalano il deprezzamento dell’euro e le perdite registrate nelle principali piazze finanziarie nei primi giorni del conflitto”. Tra i settori, secondo Confindustria, “sono più coinvolti quelli energivori, come metallurgia, chimica, ceramica e vetro, e altri comparti fortemente internazionalizzati come i mezzi di trasporto (autoveicoli, aeromobili, imbarcazioni)”.

“Lo scenario globale è dominato dalle estreme tensioni e incertezze generate dall’invasione russa in Ucraina. L’impatto sull’attività economica agisce come uno shock di offerta profondo, al momento difficilmente quantificabile, perché il quadro è in continua evoluzione”, evidenzia Confindustria. La crisi militare, precisa il rapporto, “si innesta su un quadro già reso difficile dal perdurare della pandemia, delle pressioni al rialzo sui prezzi di varie commodity e dei colli di bottiglia in alcune catene di fornitura globali”.

(fonte il primatonazionale.it e serenissimoveneto.it)

“Sono un realista e, dunque, non vedo una soluzione diplomatica nelle prossime ore”. Lo ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron, al suo arrivo al vertice Ue di Versailles. “Ma dobbiamo continuare ad impegnarci e a dialogare per arrivare a questa soluzione”, ha aggiunto. “Dobbiamo ottenere il cessato il fuoco e la fine della guerra, per proteggere gli ucraini e l’Europa”.

Il presidente francese e di turno dell’Ue, quando aveva fissato sul calendario il vertice informale, che si svolge oggi e domani, pensava anche alla ‘Difesa europea’, ma mai avrebbe immaginato che il summit si sarebbe tenuto con una guerra in corso. I pilastri sono tre: rafforzare la capacità di difesa dell’Unione, ridurre le dipendenze energetiche e costruire una base economica più solida”.

“Siamo tutti inorriditi dalle immagini provenienti da Mariupol dove un reparto di maternità in pieno centro città è stato bombardato” e la Francia condanna con fermezza questo atto di guerra indegno e immorale in quanto non destinato a neutralizzate basi armate o capacità militari, ma il cui chiaro obiettivo era quello di uccidere civili, donne e bambini in particolare”. Ha aggiunto ancora Macron.

“Donne e bambini – ha detto inoltre il premier francese – sono stati nuovamente uccisi. Dico nuovamente perché, come ho già detto ai miei concittadini la scorsa settimana, è dall’inizio di questa guerra che drammi umanitari di questi tipo vengono compiuti”.

(fonte agenzia agi e afp)

Gli Usa fermano tutte le importazioni di petrolio e gas dalla Russia con l’obiettivo di “lavorare con alleati per ridurre la loro dipendenza energetica da quel paese”. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato oggi lo stop definitivo alle importazioni dalla Russia in campo energetico. “Il popolo americano darà un altro potente colpo a Putin”, ha detto Biden, sottolineando che gli Usa “non vogliono sovvenzionare la guerra di Putin” in Ucraina.

L’Ucraina non sarà mai una vittoria per Putin” ha ribadito Biden, denunciando come il leader russo “sembri determinato a continuare il suo percorso assassino a qualunque costo”. Il presidente americano ha detto che Putin “ha già trasformato due milioni di ucraini in profughi: la Russia potrà continuare la sua avanzata a un prezzo terribile, ma questo è già molto chiaro, l’Ucraina non sarà mai una vittoria per Putin”.

“Putin potrà essere in grado di prendere una città, ma non sarà mai in grado di tenere il Paese. E se non risponderemo all’assalto di Putin alla pace globale e alla stabilità oggi, il costo della libertà sarà anche maggiore domani”, ha continuato Biden. Che è poi tornato a elogiare il popolo ucraino, che “ha ispirato il mondo con il suo coraggio, il suo patriottismo, la sua determinazione a vivere libero”.

“La guerra di Putin – ha aggiunto ancora Biden – ha causato una sofferenza enorme e una perdita inutile di vite di donne, bambini, di chiunque in Ucraina e anche di russi”.

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(fonte Ansa e video agenzia Vista)

“Possiamo discutere e trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere”. A dirlo alla ABC è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riferendosi alla Crimea e alle “pseudo Repubbliche” separatiste del Donbass. “Sono pronto a un dialogo, non alla capitolazione”.

Intanto è scattata alle 9, ora locale (le 8 italiane), il cessate il fuoco in Ucraina per permettere l’evacuazione di civili da Kiev, Kharkiv, Mariupol, Chernihiv e Sumy secondo l’accordo siglato ieri a conclusione del terzo incontro negoziale tra la delegazione ucraina e quella Russa, dopo il flop dei corridoi umanitari che non hanno avuto alcun esito.

In attesa del quarto round di incontri gli attacchi russi non si sono fermati e sono continuati nella notte. Le prime operazioni dell’evacuazione dalla città ucraina di Sumy sono iniziati, secondo quanto riportano i media internazionali che citano il governo ucraino e mostrano un video postato sui social in cui si vedono le immagini dal corridoio umanitario di Sumy con gli autobus con la croce rossa pronti a partire e delle persone già a bordo. L’evacuazione dei civili attraverso i corridoi umanitari è in corso anche a Irpin, sobborgo ad ovest di Kiev, teatro negli ultimi giorni di pesanti combattimenti. Lo riporta la Bbc, citando il governatore della regione Oleksiy Kuleba.

“L’aggressore sta impedendo l’evacuazione della popolazione. In un giorno quelli che potevano raggiungere il luogo di raccolta sono usciti da Irpin da soli. Ora il quartiere si sta preparando per un’evacuazione su larga scala e la consegna di aiuti umanitari”, ha detto. Il ministero della Difesa ucraino accusa però i russi di non rispettare il corridoio umanitario di Mariupol. “

“La Russia tiene in ostaggio 300mila civili a Mariupol, impedisce l’evacuazione umanitaria nonostante gli accordi con la mediazione del CICR (Comitato internazionale della Croce Rossa, ndr). Un bambino è morto di disidratazione ieri! I crimini di guerra fanno parte della strategia deliberata della Russia. Esorto tutti gli Stati a chiedere pubblicamente: RUSSIA, LASCIA ANDARE LA GENTE!”. E’ ciò che ha scritto oggi, in un tweet, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

(fonte foto ansa-afp)

“Questa unità è la nostra principale forza ed è essenziale mantenerla in aspetti come l’accoglienza degli ucraini e la tutela energetica di cittadini e imprese”. A dirlo è il premier Mario Draghi nella dichiarazione congiunta con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen prima del loro incontro a Bruxelles. 

“L’Ue – ha sottolineato Draghi – ha dato prova di straordinaria unità. Siamo uniti nel rispondere all’appello del presidente Zelensky che ci ha chiesto aiuti finanziari, umanitari e militari. Dobbiamo fare in modo – ha detto von der Leyen – che non ci siano scappatoie e che l’effetto delle sanzioni sia massimizzato. Le sanzioni in atto stanno davvero mordendo, vediamo le turbolenze sull’economia russa. Ma considerata l’evoluzione della situazione in Ucraina e l’attacco sconsiderato del Cremlino a cittadini, donne, bambini, uomini, naturalmente stiamo lavorando anche su ulteriori sanzioni”.

“Nei giorni scorsi – ha detto ancora Draghi – il Comitato per la sicurezza finanziaria del Ministero dell’Economia ha approvato importanti provvedimenti di congelamento di beni nei confronti di oligarchi russi, che sono stati prontamente eseguiti. La Banca d’Italia ha chiesto agli istituti di credito di comunicare le misure di congelamento applicate, e di fornire i dettagli sui soggetti coinvolti e sul valore e la natura dei beni. Voglio ringraziare il Ministro dell’Economia, la Banca d’Italia e la Guardia di Finanza per l’eccellente lavoro. Dobbiamo agire tutti con la massima rapidità”.

“L’Italia è al lavoro per ridurre in tempi rapidi la sua dipendenza dal gas russo. Sabato ho sentito al telefono l’emiro del Qatar, Al Thani, con cui ho discusso in particolare di come rafforzare la cooperazione energetica tra i nostri Paesi. Voglio ringraziare il ministro Cingolani – che è qui con me oggi – e il ministro Di Maio per il loro impegno su questo fronte”.

(fonte foto ansa)

“Non so come salutare tutti, se dire buongiorno o buonasera. Non ci riesco, ogni giorno per qualcuno potrebbe essere l’ultimo. Parlo dei cittadini ucraini. Sono lieto di sentire quello che viene detto qui, sono lieto di sentire questa unità, ma non sapevo che questo sarebbe stato il prezzo da pagare. E’ una tragedia”. Sono le accorate parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Parlamento europeo.

(fonte agenzia Vista e La Stampa)

“Tollerare una guerra di aggressione di uno stato sovrano europeo, vorrebbe dire mettere a rischio, in maniera forse irreversibile la sicurezza e la pace in Europa”. E’ una parte dell’intervento che il premier Mario Draghi ha fatto questa mattina in Parlamento.

“Ammiro il coraggio di chi partecipa alle manifestazioni in Russia contro la guerra in Ucraina. Il Cremlino – ha detto ancora Draghi – dovrebbe ascoltare queste voci e abbandonare i suoi piani di guerra”.

IL VIDEO

(fonte agenzia Vista)

La minaccia nucleare lanciata da Putin, gli insulti ai leader ucraini e gli avvertimenti pesanti nei confronti dell’Europa segnalano un leader russo in difficoltà e costretto ad affrontare una situazione che probabilmente non aveva previsto ed un’evoluzione della guerra sul terreno che sta diventando di non facile gestione per l’esercito russo.

Il capo del Cremlino ha deciso di lanciare nel cuore della vecchia Europa una tipica guerra del novecento con carri armati, truppe che avanzano nel fango, città bombardate, sangue e morte, con un coinvolgimento crescente di civili compresi i bambini.

Da questi primi cinque giorni di una guerra – che secondo diversi analisti potrebbe durare a lungo – emergono due elementi in parte imprevisti.

Vladimir Putin © EPA

Il leader russo Vladimir Putin

La minaccia nucleare lanciata da Putin, gli insulti ai leader ucraini e gli avvertimenti pesanti nei confronti dell’Europa segnalano un leader russo in difficoltà e costretto ad affrontare una situazione che probabilmente non aveva previsto ed un’evoluzione della guerra sul terreno che sta diventando di non facile gestione per l’esercito russo.

Il capo del Cremlino ha deciso di lanciare nel cuore della vecchia Europa una tipica guerra del novecento con carri armati, truppe che avanzano nel fango, città bombardate, sangue e morte, con un coinvolgimento crescente di civili compresi i bambini.

Da questi primi cinque giorni di una guerra – che secondo diversi analisti potrebbe durare a lungo – emergono due elementi in parte imprevisti.

Da un lato alcuni errori di valutazione compiuti da Mosca, dall’altro un colpo di reni dell’Unione europea che, all’interno del fronte occidentale, ha mostrato unità, solidarietà e un coraggio che ha pochi precedenti nella storia comunitaria.

Sostanzialmente gli errori compiuti dalla Russia, dal punto di vista strategico, sono tre, al di là della ‘madre di tutti gli errori’ che è ovviamente quello di aver deciso di dichiarare una guerra terribile decidendo di risolvere una controversia tra Stati con le armi, abbandonando il dialogo diplomatico e la geopolitica. Il primo errore è quello di aver sottovalutato la capacità di reazione ucraina, che si basa non soltanto sulle capacità militari ma, soprattutto, sull’orgoglio, sul coraggio e la compattezza di una nazione democratica che si è unita intorno al simbolo della resistenza, il presidente Zelensky.

Il secondo errore è quello di aver previsto una divisione all’interno dell’Occidente che, al contrario, è stato capace di superare i diversi punti di vista in nome del bene comune e di creare un fronte unito contro Mosca con sanzioni dure e condivise. Il terzo errore è quello di non aver previsto un piano B. Nel momento in cui è fallita la ‘guerra lampo’ che avrebbe dovuto piegare l’Ucraina in pochi giorni, i generali russi sono ora di fronte ad un dilemma davvero atroce: usare tutta la potenza dell’esercito russo con un enorme numero di morti e distruzioni o rimanere nel guado di questa guerra che potrebbe durare davvero a lungo.

In questa fase emerge una nuova Europa con una determinazione trovata nel momento più buio. L’Unione europea, per la prima volta nella sua storia, sta mandando armi ad un Paese in guerra e sta costruendo una vera e concreta politica estera e di difesa comune. Si tratta di una grande novità per l’Ue che in futuro potrà, se proseguirà su questa strada, arrivare una vera identità di difesa comune, vale a dire un esercito europeo. La guerra l’Europa la fa con le sanzioni, chiudendo lo spazio aereo europeo alla Russia, eliminando Mosca dal circuito Swift della transazioni internazionali. I risultati sono sorprendenti. La borsa di Mosca oggi non ha aperto, il rublo è crollato al minimo storico con una perdita del 30%. Le proteste crescono nel Paese mentre anche gli alleati storici di Mosca, a cominciare dalla Cina, sono sempre più perplessi per le azioni del Cremlino.

L’ orrore e lo sgomento per l’invasione dell’Ucraina rimangono, ma adesso c’è anche una reazione che al Cremlino non avevano previsto in queste dimensioni. E, proprio per questo, la situazione sta diventando ancora più pericolosa.

(Fonte israel today e ansa)
   

E’ un diktat senza possibilità di margini, oppure anche questa mossa rientra nella tattica di Putin di dimostrare che è ancora lui il mazziere del risiko mondiale?

Ovviamente il primo round, come nel pugilato, quello che nel quale i due “atleti” si studiano è andato meglio di quanto si pensasse. Adesso però bisogna capire come si aprirà il secondo. E la notizia positiva sembra un’apertura dal versante russo che, per il momento però, non convince la delegazione ucraina.

Delegazione Russia-Ucraina

Sono durati quasi sei ore, in una località segreta al confine tra Ucraina e Bielorussia, i primi colloqui tra le delegazioni di Mosca e Kiev sulla guerra dichiarata dal Cremlino . “Abbiamo trovato alcuni punti su cui è possibile individuare un terreno comune”, dice il negoziatore russo Vladimir Medinsky, secondo cui il nuovo incontro si terrà nei prossimi giorni al confine tra Polonia e Bielorussia’. Le delegazioni stanno ora tornando nelle rispettive capitali per consultazioni. Tra loro, secondo il Jerusalem Post, anche Roman Abramovich. La presenza del miliardario russo con passaporto israeliano sarebbe stata chiesta dall’Ucraina. Ma mentre intorno al tavolo allestito dal governo di Minsk si svolgevano le prime schermaglie negoziali, al telefono con il presidente francese Macron, Putin dettava le sue condizioni per far tacere le armi ed arrestare l’avanzata dei carri armati verso Kiev: Ucraina neutrale e riconoscimento della Crimea come territorio russo.

Delegazione Russia-Ucraina

IIn una telefonata con il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente russo Vladimir Putin si è impegnato oggi a “sospendere tutti gli attacchi contro i civili e le abitazioni”, ha reso noto una fonte dell’Eliseo. Nella telefonata, Putin ha dato “il suo accordo a restare in contatto nei prossimi giorni per prevenire l’aggravamento della situazione”, come proposto da Macron. Nella telefonata, durata un’ora e mezzo secondo le fonti dell’Eliseo, Macron ha ribadito a Putin la “richiesta della comunità internazionale di cessare l’offensiva russa contro l’Ucraina, ribadendo la necessità di un cessate il fuoco immediato”. In particolare, Macron ha chiesto che cessino i bombardamenti contro civili e abitazioni, che siano preservate tutte le infrastrutture civili e siano garantite le principali strade, in particolare quella del sud di Kiev.

Putin, secondo le fonti della presidenza francese, ha “confermato la volontà di impegnarsi su questi tre punti”. Macron ha anche chiesto il “rispetto del diritto internazionale umanitario e la protezione delle popolazioni civili”, con “il trasporto degli aiuti secondo quanto contenuto nella risoluzione che la Francia presenta in Consiglio di sicurezza Onu”.

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky

Infine, Macron ha proposto al presidente russo di “rimanere in contatto nei prossimi giorni per prevenire l’aggravarsi della situazione” e Putin si è detto d’accordo. Un accordo con l’Ucraina sarà possibile solo dopo la smilitarizzazione e de-nazificazione di Kiev, “quando avrà assunto uno status neutrale“, ha detto il presidente Putin nella telefonata con Macron, secondo quanto riferisce il Cremlino, citato dalla Tass. Putin ha poi aggiunto di chiedere il riconoscimento internazionale della Crimea come territorio russo tra le condizioni per porre fine al conflitto in Ucraina, riferisce il Cremlino.