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giuseppe conte capo politico cinquestelle

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Un dato che ha molto il sapore “bulgaro”, ma che delinea un quadro chiaro in quel mondo variegato che è il pianeta cinquestelle. Il tributo esce fuori come un coniglio da un cilindro: un sondaggio di Demos&Pi e Demetra, commissionato dal giornale La Repubblica, dà in modo incontrovertibile una tendenza: per il M5S deve essere l’ex premier Giuseppe Conte a guidare il movimento.

E’ il 62 per cento degli elettori cinquestelle intervistati, infatti, che incorona Conte a capo politico della creatura di Grillo. Secondo l’indagine tra la maggioranza dei grillini si preferirebbe che il movimento venga messo in mano a “un nuovo leader o capo politico”, in contrasto con quanto stabilito dall’ultima votazione sul tema avuta sulla piattaforma Rousseau, che aveva deciso, invece, la creazione di un “direttorio a 5” per sostituire l’uomo solo al comando. “Solo” il 37% degli intervistati concorda con quanto deciso lo scorso 17 febbraio.

Dunque, la risultante di questa analisi demoscopica è che dopo Giuseppe Conte, per i grillini ci sarebbe il nulla. Tra gli altri esponenti di spicco, al secondo posto c’è l’ex capo politico e attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che però raccoglie soltanto il 6% delle preferenze come nuovo volto alla guida di M5S. Seguono col 3% del gradimento Alessandro Di Battista, che però si è dissociato dal Movimento da quando quest’ultimo ha deciso di entrare nella maggioranza a sostegno di Mario Draghi, il garante Beppe Grillo e l’attuale capo politico Vito Crimi, che sta traghettando il partito verso il nuovo consultorio.

Inoltre, è stato chiesto agli elettori di M5s e Pd come vedrebbero una eventuale coalizione sistematica tra le due forze. Il 34% dei grillini e il 40% dei dem pensa che i partiti dovrebbero presentarsi alle elezioni coalizzati, la soluzione “continuare ad essere alleati senza formare una coalizione” piace al 39% dei “gialli” e al 30% dei “rossi”.

Infine, alla domanda se “il M5S è di sinistra”: il 23% degli elettori del movimento cinquestelle ha dichiarato di ritenersi “di sinistra”, mentre il 27% si è detto “di centrosinistra”. La maggioranza però, al 29%, ha affermato di non essere “né di destra né di sinistra”, mentre solo il 5% si ritiene vicino alla destra.

A questo punto è chiaro che il progetto dell’avvocato del popolo: e cioè quello di costruire un nuovo soggetto politico, di cui molto si era sentito parlare e su spinta, sembrerebbe di entità ecclesiali, parrebbe davvero ormai destinato a finire in soffitta. Anche perchè la vera partita, di un’eventuale premiership, si giocherebbe nel 2023 nella complicata scelta del candidato del centro sinistra. E tutto, ovviamente, Enrico Letta permettendo.