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di Gaetano Càfici. Faide interne, annunci di abbandoni da parte di esponenti del partito berlusconiano in Sicilia, ambizioni ad uno scranno all’Ars, (cinque anni di “ossigeno” poi non sono male per qualche politicante “pensionato”), continue dichiarazioni da Prima Repubblica, danno il senso di come la politica si sia ridotta ad un “parco” di auto usate. Verrebbe da rispolverare il refrain della canzone di Franco Battiato che parlando di un “centro di gravità permanente”, mandava un chiaro messaggio: “guardare il mondo esterno da osservatore senza emettere alcun giudizio”.

Il concetto ovviamente, con il dovuto rispetto per Battiato, non può essere paragonabile al cinico mondo della politica dove ragionamenti accurati e sofismi ricercati non possono essere utilizzati. Si tratterebbe altrimenti di “blasfemie”. In questo campo si gioca per spazi di potere e di sopravvivenza e non per parlare di filosofia applicata. Quella è una materia che appartiene ai grandi pensatori ed io, non me ne vogliano, di questi non ne vedo nel recinto delle candidature a Presidente della Regione. Sia chiaro la regola vale per tutti. Ma ritornando al centro di gravità permanente del centrodestra io lo trasformerei in centro “confusionale” di gravità permanente.

Sì, perchè il vero problema non è quello di fare la quadra o la squadra unita per vincere, come qualche esponente azzurro ripete insistentemente. Qui si vuole perdere, perchè vincere sarebbe una responsabilità. Governare una regione devastata, con un Pil (prodotto interno lordo) bruttissima parola, che fanno crescere o diminuire a loro piacimento come facevano con lo Spread, è un impresa da Supereroi.

Non si tratta di qualunquismo, ma direi piuttosto di tatticismo. Più facile giocare la partita dall’opposizione in una situazione “confusionale permanente”, lasciando ai Grillini il calice amaro da bere. In questo modo si potrebbe giocare su più tavoli, utilizzando il rosso e il nero della roulette politica siciliana. Un modo meno complicato, ma più sicuro per vincere.