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“Una panchina per dire no alla violenza di genere” è lo slogan dell’evento che si è svolto oggi a villa Sperlinga, a Palermo, durante il quale è stata installata una panchina colorata di rosso come simbolo contro il femminicidio e in generale per testimoniare l’esigenza di affrontare con fermezza e determinazione il fenomeno della violenza sulle donne.

A organizzare l’iniziativa è stato il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Roberta Schillaci, che è anche componente della commissione Cultura dell’Ars.

“La panchina, posta all’interno di uno spazio pubblico accessibile a tutti i cittadini – dice Schillaci -, diventerà così l’emblema della lotta contro ogni forma di sopruso e discriminazione nei confronti delle donne. Siamo davanti a una emergenza sociale, è un problema culturale, occorre fare tanta prevenzione e formazione – aggiunge – in questo senso fondamentali sono i i centri antiviolenza sul territorio che possono captare i bisogni delle donne. Ma – ricorda Schillaci – nella violenza di genere sono compresi anche gli uomini che possono essere anche loro oggetto di violenza da parte delle donne”.

Alla manifestazione erano presenti la senatrice Cinzia Leone, vice presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio e il procuratore aggiunto di Palermo, Annamaria Picozzi, componente della stessa commissione parlamentare, Paola Ganguzza, professore associato di ecologia marina dell’Università e vicepresidente dell’associazione “Donne di mare”, e Hassain Arif, presidente dell’organizzazione umanitaria internazionale “Life and Life”. 

Un altro sondaggio, firmato questa volta dall’Istituto #Bidimedia dà vincente al primo turno il candidato del cdx per il Comune di Palermo, Roberto Lagalla. Nei giorni scorsi erano usciti dei dati, sempre da prendere con le pinze, che davano un testa a testa tra lo stello Lagalla e il candidato del centrosinistra, Franco Miceli.

Continuano, dunque, le rilevazioni sulle più importanti città al voto il prossimo giugno. Dopo Padova, Verona e Parma e Genova Bidimedia pubblica quello di Palermo, il maggiore comune del Meridione al voto nel 2022.

Il sindaco uscente è Leoluca Orlando, sostenuto dal centrosinistra, giunto al quinto mandato, il primo nel lontano 1985. Essendo quello iniziato nel 2017 il secondo consecutivo, Orlando non può ripresentarsi in questa tornata elettorale. Il Centrodestra proverà a riconquistare il capoluogo siciliano che ha già governato, da quando esiste l’elezione diretta del sindaco, tra 2001 e 2012, candidando l’ex rettore universitario Roberto Lagalla. A sfidarlo si è formata una compagine con parte del Csx (a partire dal PD) e M5S, che candida Franco Miceli. Corrono invece da soli i partiti liberali del Csx: Azione e +EU sostengono, assieme ad altre civiche, Fabrizio ferrandelli; anche la Sinistra radicale ha scelto la strada della candidatura autonoma con Rita Barbera. Chiudono il parterre dei candidati Francesca Donato, ex eurodeputata leghista no-vax e no-green pass che ha ottenuto alcuni curiosi appoggi trasversali che spaziano dall’estrema destra alla sinistra di Ingroia, e Ciro Lo Monte per Il Popolo della Famiglia e Italexit di Paragone.

Dai risultati del sondaggio risulta molto probabile che Palermo avrà un sindaco eletto al primo turno. Roberto Lagalla, infatti, vola al 48,9% e grazie alla particolare legge elettorale siciliana supera ampiamente la quota necessaria ad evitare il ballottaggio. Franco Miceli si ferma sotto al 33%, lontanissimo dal rivale di Cdx, penalizzato probabilmente anche dalla candidatura liberale di Ferrandelli all’11 per cento. Gli altri candidati, Barbera, Donato e Lo Monte, si attestano tutti tra i 2 e i 3 punti percentuali. Partita quindi che appare chiusa, come possibile vedere subito sotto anche dalla forza delle rispettive liste e coalizioni.

Ricordiamo che la legge elettorale siciliana per le comunali è diversa da quella del resto d’Italia: nell’isola è sufficiente superare il 40% dei voti validi per evitare il ballottaggio ed essere eletti al primo turno. Se due candidati superano la soglia del 40%, vince direttamente chi ottiene più voti.

Intenzioni di voto politiche

Prima di analizzare le intenzioni di voto per le elezioni comunali, ci concentriamo sullo scenario politico della città e sui risultati di eventuali elezioni politiche a Palermo. A differenza delle città del centro-nord fin qui esaminate, in Sicilia il M5S mantiene una solida base di consensi tanto da essere primo partito cittadino con il 20,8%, pur avendo dimezzato la percentuale ottenuta alle scorse elezioni politiche. Molto prossimi al movimento troviamo FdI, in fortissima ascesa negli ultimi mesi, e il PD, anch’esso in ripresa dopo anni di crisi in Sicilia (alle politiche 2018 i Dem ottennero a Palermo solo il 12%). Rispetto a 5 anni fa crolla invece FI che passa da oltre il 20 al 13%. Lega al 8,5% e federazione liberale Azione/+EU sopra ai 4 punti percentuali; piccoli partiti di csx tra 1 e 2%, altre liste all’8% complessivo.

I dati delle liste

Al meridione la composizione e il numero di liste che sostengono i candidati è particolarmente importante; tale tendenza a Palermo è pienamente confermata. Il Centrodestra ha infatti messo in piedi una vera e propira corazzata, con ben 9 liste a sostegno di Lagalla. L’effetto è dirompente, tanto che la coalizione di cdx supera il 50% ottenendo olyre 2 punti in più rispetto al candidato, trainando quindi Lagalla verso la vittoria. FdI sarebbe sia prima lista della coalizione, sia primo partito cittadino con il 14%. L’affluenza prevista è intorno al 50%, in lieve calo rispetto al 52% del 2017.

Il ballottaggio

Nell’improbabile caso che la competizione si trascini fino al ballottaggio, comunque non sembra esserci storia. Roberto Lagalla incrementerebbe ancora il suo vantaggio arrivando al 56% dei voti, lasciando solo il 44% lo sfidante progressista Miceli. L’affluenza in questo caso scenderebbe a circa il 45% in ovvio calo rispetto al primo turno, data l’assenza del traino delle liste.

Probabilità di vittoria e previsioni

I palermitani sembrano essere certi della vittoria del candidato di Centrodestra Roberto Lagalla. Quasi il 59% degli elettori, infatti, ritiene che Lagalla riuscirà a vincere la sfida con i suoi competitori.  Viceversa solo il 14% crede alla vittoria dello sfidante Franco Miceli, percentuali ancora più basse per gli altri candidati. La partita sembra dunque essere sostanzialmente chiusa.

(fonte foto PalermoToday)

E’ un quadro che delinea in modo netto l’ascesa del partito di Giorgia Meloni, che sembra inarrestabile. Lo rivela il nuovo sondaggio Tecnè per l’agenzia DiRE, in cui vengono presentate le intenzioni di voto degli elettori italiani e la fiducia nel governo e nel Presidente del Consiglio Draghi.

Infatti, se si votasse, oggi, al primo posto si confermerebbe Fratelli d’Italia, che supererebbe il 22% dei consensi, in crescita dello 0,3%. Nel centrodestra in lieve crescita al 15,3% la Lega di Salvini, comunque ai minimi da anni, mentre è stabile al 10,7% Forza Italia. Complessivamente l’area di centro-destra, che include anche Noi con l’Italia e Coraggio Italia, ottiene il 49,4% dei voti.

Nel centrosinistra il PD arretrerebbe dalla vetta nelle intenzioni di voto, fermandosi al 21,5%. In calo anche il M5S che si piazza appena al di sotto del 13%. Tra i partiti minori dell’area, Verdi e Sinistra Italiana rimarrebbero in zona 2%. Nel complesso un’eventuale alleanza giallo-rossa potrebbe contare sul 38,4% dei voti.

Al centro invece la situazione è relativamente stabile: la federazione tra Azione e +Europa otterrebbe il 4,6% dei voti, in lieve crescita, mentre Italia Viva di Renzi salirebbe al 2,1%.

Per quanto riguarda la fiducia nel governo, risulta in calo al 46,5%. Non va meglio neanche per quanto riguarda l’approvazione del Presidente del Consiglio Draghi, in diminuzione e che si attesta al 52,8%.

(fonte foto sito open.online e sondaggibidimedia)

Il presentatore britannico Piers Morgan ha postato sul suo profilo twitter una anteprima della sua intervista con l’ex presidente degli Usa Donald Trump, che andrà in onda lunedì prossimo sul canale inglese TalkTV nel programma “Piers Morgan Uncensored”. Dopo un duro botta e risposta tra i due, l’ex presidente si alza, interrompe l’intervista e chiede che le telecamere vengano spente. La breve clip ha già totalizzato milioni di visualizzazioni.

Inoltre, rivolgendosi sempre a Trump, Morgan afferma che le elezioni del 2020 sono state “libere e corrette“. “Solo un pazzo può pensare questo”, replica un risentito Trump. “Con tutto il rispetto, devi portare prove concrete“, afferma il giornalista. “Credo di essere un uomo molto onesto, molto più onesto di lei“, prosegue l’imprenditore che non digerisce lo scetticismo dell’anchorman sulla possibilità che l’esito delle elezioni presidenziali sia stato alterato. Poco dopo, infuriato, si toglie il microfono e abbandona lo studio, definendo Morgan “molto disonesto“.

(fonte corriere.it, twitter e deadline.com)

Lo scenario in Ucraina appare sempre più delineato e la presa di posizione degli Usa fa capire che lo scontro è ormai tra Biden e Putin.

“Bisogna muoversi più velocemente possibile per far arrivare agli ucraini le armi di cui hanno bisogno per difendersi nella nuova offensiva russa nel Donbass – e, per questo, gli Usa stanzieranno un nuovo pacchetto di aiuti militari per Kiev. L’importo anche stavolta sarà di 800 milioni di dollari. Ad annunciarlo è il presidente Usa Joe Biden, nel corso del discorso alla Casa Bianca per aggiornare gli americani sugli sforzi per assistere il popolo ucraino e presentare i nuovi aiuti, che sono stati finalizzati negli ultimi giorni.

“E’ ormai chiaro al mondo intero: la Russia ha lanciato e concentrato la sua campagna alla conquista di nuovi territori – ha aggiunto Biden – e noi ora siamo in una finestra cruciale di tempo durante la quale imposteranno la prossima fase della guerra”.

“La battaglia di Kiev è stata una storica vittoria per gli ucraini, una vittoria per la libertà, vinta dal popolo ucraino con l’aiuto senza precedenti” degli Stati Uniti ed i suoi alleati, ha detto ancora il Presidente degli Stati Uniti d’America, continuando: “Ora dobbiamo accelerare questo pacchetto di aiuti per aiutare gli ucraini a prepararsi per l’offesiva russa che sarà più limitata in termini di geografica ma non in termini di brutalità”, ha detto ancora Biden che nel discorso sottolineando più volte come, dopo la ritirata russa dall’area di Kiev, stiano emergendo “prove” degli “orrori” e dei “crimini di guerra” commessi dai russi.

Il presidente americano ha poi ribadito la convinzione che, di fronte ai “coraggiosi militari e civili ucraini” e il continuo sostegno degli Usa e degli alleati, Vladimir Putin “non potrà mai vincere, non potrà mai riuscire a dominare ed occupare l’Ucraina”.

“Prima di tutto è da vedere se veramente controlla Mariupol“, ha poi risposto alla domanda di un giornalista su cosa significhi per Vladimir Putin la conquista della città ucraina che ha assediato per settimane. “Una cosa certa sappiamo di Mariupol – ha poi aggiunto -, è che dovrebbe lasciar passare gli aiuti umanitari per permettere alle persone di uscire. Questo è quello che ogni capo di Stato farebbe in queste circostanze”. Il presidente americano ha poi continuato ribadendo che “non ci sono ancora prove che Mariupol sia completamente caduta“.

Non sappiamo – ha detto ancora il presidente Usa – quanto durerà questa guerra ma mentre ci avviciniamo alla soglia dei due mesi, ecco quello che sappiamo: Putin ha fallito nelle sue grandi ambizioni sul campo di battaglia. Dopo settimane di bombardamenti, Kiev ancora regge, il presidente Zelensky e il governo democraticamente eletto rimangono al potere”. Biden ha ripetuto più volte come sia cruciale per Kiev il “costante flusso di armi, munizioni, intelligence da tutte le nazioni del mondo libero guidate da noi”.

Il nuovo pacchetto di aiuti – che comprende artiglieria pesante e munizioni – porterà il 3,4 miliardi di dollari il totale dell’assistenza militare fornita da Washington a Kiev dall’inizio dell’invasione russa lo scorso 24 febbraio. Nei giorni in cui è stato messo a punto il nuovo pacchetto, Biden ha avuto una video chiamata con gli alleati, lunedì scorso, al termine della quale anche altri Paesi hanno annunciato nuovi invii di armi a Kiev.

Intanto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky ha ringraziato Biden: “Sono grato al presidente degli Stati Uniti e al popolo americano per la leadership nel sostenere il popolo ucraino nella lotta contro l’aggressione russa. Questo aiuto oggi è necessario più che mai! Salva la vita dei nostri difensori della democrazia e della libertà e ci avvicina al ritorno della pace”.

(fonte agenzia adnkronos – afp)

Quando l’eccellenza della sanità siciliana mostra i suoi uomini migliori, non possiamo che esserne fieri. E quell’uomo è Sergio Fasullo, medico-cardiologo che ha vinto la selezione, bandita dall’Asp di Palermo nell’agosto del 2019, per il conferimento dell’incarico per dirigere la “Cardiologia Utic con emodinamica” dell’ospedale Ingrassia di Palermo.

Fasullo (classe 1972) nel 2021 ha avuto risultati di altissimo livello contribuendo, nonostante la pandemia covid 19, all’eccellenza culturale e professionale della cardiologia. Alcuni dei suoi lavori sono entrati a far parte delle linee guida americane, canadesi ed europee della cardiopatia ischemica, dello scompenso cardiaco e dell’embolia polmonare.

La commissione di valutazione ha designato nell’ordine Fasullo, Caserta e Ridolfo nella terna dei candidati idonei, redatta sulla base dei migliori punteggi attribuiti da presentare al direttore generale. L’incarico è stato conferito al dr. Fasullo.

Questi i risultati conseguiti nel 2021 nella U.O.C. di Cardiologia dell’ospedale Ingrassia: 1.185 ricoveri, 453 angioplastiche coronariche, 884 coronarografie, 268 impianti di pacemaker e defibrillatori, 20.187 prestazioni ambulatoriali.

Inoltre, nell’ultimo triennio tra le novità dell’Asp di Palermo ci sono state la cardiologia vascolare con nuove procedure (carotidi, femorali, auricola e difetti), l’implementazione del servizio di elettrostimolazione con interventi di ablazione e pacemaker senza fili e la creazione della rete cardiologica aziendale con riferimenti a Petralia Sottana e Termini imerese. Ed ancora: l’attivazione del servizio cardiologico a Villa delle Ginestre, la riduzione delle liste d’attesa per prestazioni cardiologiche, l’attivazione di 2 posti letto di semintensiva (area grigia) per i pazienti con infarto e blocco atrioventricolare, il raggiungimento dell’obiettivo “rete ima” e la riduzione della degenza medica e della mortalità ospedaliera.

Un risultato che premia non solo il medico Fasullo, ma anche l’uomo da sempre legato all’amore per la propria professione e per i suoi colleghi. Una squadra di medici che rappresenta le migliori risorse umane guidate da un vero fuoriclasse.

(fonte foto monrealenews e younipa)

Putin continua ad attaccare l’Unione europea, rea a suo dire di aver adottato pesanti sanzioni contro la Russia. Lo “zar” utilizzerebbe, dunque, il gas come arma di ricatto.

“I cosiddetti partner dei Paesi ostili – dice lo zar del Cremlino – ammettono di non poter fare a meno delle risorse energetiche russe, compreso il gas naturale, per esempio. I suoi sostituti ragionevoli per l’Europa semplicemente non sono disponibili ora. Sì, è possibile, ma ora non è disponibile. Tutti lo capiscono. Semplicemente non ci sono volumi gratuiti sul mercato mondiale. E le consegne da altri paesi, principalmente dagli Stati Uniti, che possono essere inviate in Europa, costeranno ai consumatori molte volte di più”.

Un’altra dichiarazione più che esplicita di Putin, che tenta ulteriormente di mettere all’angolo l’Europa e costringerla a comprare il gas russo. Una situazione che pone, ovviamente, delle riflessioni ma soprattutto alle soluzioni da trovare che, purtroppo, non saranno e non potranno essere immediate.

IL VIDEO

(fonte agenzia Vista e sito open.online)

Continua il sali e scendi dei due partiti che si contengono da mesi il primo posto: Partito democratico e Fratelli d’Italia E’ il sondaggio di Euromedia Research a dare questa valutazione e reso noto da un comunicato di Porta a Porta. Il Pd, dunque, si conferma primo partito italiano con il 21.7% (+0.1 dall’ultimo dato del 22 marzo scorso), seguito da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni con il 21.5% (+ 0.1%). La Lega di Salvini, invece, si attesta al 15.9% (-0.4%), collocandosi alla terza posizione.

Quarto il M5S con il 12.3% (-0.2%), poi Forza Italia all’ 8.5% (+0.4%), seguita da +Europa-Azione che scende al 4.7% (-0.1%). Per l’Italia con Paragone-Italexit sale al 3,5% (+1,2%), mentre Italia Viva si attesterebbe al 2.3% (-0.2%). Sale al 2,1% la Federazione dei Verdi (+0,1%), a seguire Mdp-Art 1 va all’1.9% (+0.1%). Sinistra Italiana cala all’1.5% (-0.1%).

Infine altri di centrodestra risultano all’1.1% (-0,1%). Il sondaggio ha anche dato un valore complessivo agli schieramenti: il Centrodestra (FdI-Lega-FI-altri di centrodestra) raggiungerebbe il 47%, mentre il Centrosinistra (Pd-M5s-Mdp-Art1-Si) il 37.4%. Gli altri di Centrosinistra (+Europa-Azione-Italia viva-Verdi) hanno complessivamente il 9,1%. Restano altri non coalizzati che raggiungono il 3% e Per l’Italia con Paragone-Italexit al 3,5%.

(fonte agenzia ansa)

Via la mascherina al chiuso da maggio? Vediamo come va il mese di aprile ma dato che le cose vanno bene non vedo problemi sul rimuovere progressivamente le mascherine. Francamente credo che il mese di maggio vedrà la rimozione della mascherina al chiuso”. E’ quanto ha dichiarato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri.

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(fonte agenzia Vista e agenzianova.com)

Parole pesanti come le pietre, quelle del Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, contro Vladimir Putin. E attaccando direttamente il capo del Cremlino parla dello “zar russo” come di “un dittatore che commette un genocidio”.

“Il vostro bilancio familiare, la vostra capacità di fare il pieno – aggiunge Biden nel corso della visita in Iowa, parlando dell’aumento dei prezzi dei carburanti – niente di tutto ciò dovrebbe dipendere dal fatto che un dittatore dichiari guerra e commetta un genocidio dall’altra parte del mondo”.

Finora il presidente americano aveva parlato di crimini di guerra, ma non di genocidio. Il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, nei giorni scorsi aveva specificato che “vediamo atrocità, crimini di guerra, ma ancora non vediamo un livello sistematico di deprivazione della vita del popolo ucraino che arriva al livello di genocidio”.

Interpellato domenica scorsa dalla Cnn, Sullivan aveva detto che non è importante l’etichetta di genocidio o no, “quanto il fatto che queste sono azioni crudeli e criminali, alle quali bisogna rispondere in modo deciso”.

Il presidente americano nelle scorse settimane aveva definito il presidente russo “criminale” e “macellaio”.

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(Fonte agenzia vista e adnkronos – foto AFP)