“Houston abbiamo un problema”, la celebre frase, inviata dallo spazio nell’aprile del 1970, dall’equipaggio dell’Apollo 13 in avaria, per un guasto ai motori, oggi è di casa nel quartier generale dei cinquestelle. La debacle del voto elettorale alle amministrative è il primo campanellino d’allarme per Di Maio, che teme di essere risucchiato dal vortice che Salvini, abilmente, è riuscito creare. Uno tsunami che rischia di travolgere tutto il movimento e con Di Battista pronto a togliersi qualche sassolino dalla scarpa e rientrare in partita, silurando l’ex “steward” del San Paolo.

Ma la vera preoccupazione dei grillini è che Salvini abbia già apparecchiato la tavola e il posto a sedere da premier sia già occupato: ovviamente da lui. Una strategia, quella del leader leghista,  avvalorata dall’uso quasi maniacale dei social. Un palcoscenico dove la scena è tutta sua. La vicenda legata alla chiusura dei porti alla nave Aquarius è la “tempesta perfetta”. E Giggino ne è consapevole, cosciente che su questo piano potrebbe giocarsi ruolo e carriera politica.

“Si deve intervenire subito, è il refrain che ripete instancabilmente ai suoi fedelissimi. E su Salvini, che sta capitalizzando quanto detto in campagna elettorale, sul fenomeno dell’immigrazione, adesso spunta un’altra indiscrezione rivelata da Repubblica: il segretario della Lega starebbe lavorando per ottenere la delega alle Telecomunicazioni che, sul versante Berlusconi, potrebbe essere una mossa ad hoc per tenere serrato l’ex Cavaliere.

E in tutto questo l’obiettivo finale sarebbe quello di staccare la spina al governo, al primo ostacolo, per presentarsi con il centrodestra unito, vincere le elezioni e mandare in esilio i pentastellati. Stracciando il contratto di governo e mandando anche in soffitta il tanto caro progetto del “reddito di cittadinanza” senza il quale ai grillini mancherebbe la benzina per muovere il consenso elettorale, che gli ha permesso di sfondare al sud.

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