di Gaetano Càfici – L’indignazione è una parola molto semplice. Di quelle che danno chiaro il senso delle cose. Nessuna alchimia, nessun indugio. Quando la sentiamo non ci sorprendiamo, perché è inequivocabile ciò che vogliamo dire con quelle dodici sillabe.

Nella nostra città, invece, accade che ci si indigni, non per le discariche a cielo aperto, per le code infinite negli uffici pubblici, per l’arroganza di quegli automobilisti che se ne fregano delle regole, per un servizio di trasporto pubblico che di europeo non ha nemmeno gli adesivi sulle targhe del bus, per le aiuole sporche, per i negozi che chiudono, per i giovani che non hanno il lavoro e per i meno giovani che lo perdono.
La narcosi è totale ! Come un “Enola Gay” di triste memoria, che lentamente sgancia bombe  di “prozac”. In questo caso l’indignazione si coniuga perfettamente con la parola indifferenza. Non esiste antidoto. È una peste invisibile che sembra non avere effetti collaterali, ma che contagia e si diffonde in modo capillare. Non ha odore, non la si percepisce, ma si sa che è una malattia incurabile. E poi accade, anche, quella che possiamo definire “variabile impazzita”, dove un certo perbenismo è il vero ottundimento di comportamenti che altro non sono se non alibi per la propria coscienza: vedi modello tre scimmiette!
I fatti: chiude la valigeria Ferrari di corso Vittorio Emanuele e, qui, forse, la notizia sarebbe soltanto da annoverare tra le tante di cronaca giornalistica. Nulla di più ! Invece, in quella storica e prestigiosa sede nascerà un Sexy shop con relativa insegna, già affissa ma poi tolta in quanto il nuovo proprietario, con quel gesto, aveva ricevuto prontamente critiche e forte  “indignazione” di cittadini e residenti proprio per aver tolto quell’antica scritta disegnata dal Basile e per “la perdita di decoro della strada”. 
 Non entriamo nel merito dell’attività di questo imprenditore. Se si tratta di impresa legale e autorizzata: “nulla quaestio”. Ma il bigottismo e il falso perbenismo, quello no, non possiamo accettarlo.
Pensate se una mattina vi svegliaste ed uscendo da casa trovaste una città più pulita, il traffico più ordinato, i cassonetti composti e non stracolmi di immondizia e magari vedere qualche negozio che riapre l’attività. Saremmo meno indignati e, sicuramente, meno gratuitamente perbenisti.
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